“VOGLIO L’ELEZIONE DIRETTA DEL PREMIER”. “E ALLORA PERCHÉ NON UNA MONARCHIA ILLUMINATA?” – IL BOTTA E RISPOSTA TRA MELONI E SCHLEIN SULLE RIFORME – I PALETTI DI DONNA GIORGIA: “LE RICHIESTE NON SIANO DILATORIE”. E LA STOCCATINA DI ELLY: “PRESIDENTE, LA VEDO TROPPO PREOCCUPATA DELLA STABILITÀ DEL SUO GOVERNO” - SALVINI HA LASCIATO L’INCONTRO QUANDO SI ERA ANCORA A METÀ COLLOQUIO, CON STUPORE DELLA DELEGAZIONE DEM – VIDEO

-

Condividi questo articolo


https://video.corriere.it/politica/schlein-riforme-si-confronto-se-vero-presidente-repubblica-non-si-tocca/31f2032a-ee99-11ed-a775-dde3d50a6495?vclk=video3CHP%7Cschlein-riforme-si-confronto-se-vero-presidente-repubblica-non-si-tocca

 

 

Estratto da open.online

 

schlein meloni schlein meloni

L’incontro tra Elly Schlein e Giorgia Meloni è durato alla fine 20 minuti. Alla fine è scattato persino un abbraccio. Al termine la premier ha parlato di un’apertura da parte dell’opposizione sul premierato. E di una giornata «proficua, importante e positiva». Mentre la segretaria del Partito Democratico ha sostenuto di aver chiuso a premierato e presidenzialismo. Ma i retroscena dei quotidiano parlano anche di gelo e di momenti di tensione tra le due durante il colloquio. Che si è svolto secondo i canoni degli incontri istituzionali: Schlein si rivolgeva a Meloni chiamandola «presidente» e la premier la definiva «onorevole». Ed entrambe hanno confermato che tra le due visioni le divergenze sono «tantissime». Fino a diventare insormontabili.

 

 

 

Le divergenze

schlein meloni schlein meloni

Nel colloquio Meloni ha parlato del voto dei cittadini e del rispetto del «mandato popolare». Soltanto con l’elezione diretta del premier si può arrivare a una «democrazia matura». Per Meloni questi sono «principi irrinunciabili». Schlein le ha risposto: «E allora presidente perché no la monarchia illuminata?». Poi la stoccatina: «La vedo troppo preoccupata della stabilità del suo governo». L’AdnKronos riferisce anche che Matteo Salvini ha lasciato l’incontro quando si era ancora a metà colloquio, con un po’ di stupore della delegazione dem visto che la segretaria ha chiesto di allargare il confronto anche alla autonomia differenziata, cosa su cui Meloni ha aperto. Non si è parlato di ipotesi di bicamerale nel corso del colloquio. Mentre tra Schlein e Giuseppe Conte c’è stata una telefonata dopo l’incontro con la delegazione del Movimento 5 Stelle.

 

schlein meloni schlein meloni

I voti del popolo

Il retroscena di Repubblica aggiunge altri particolari: «Non lo faccio per me, lo lasceremo al prossimo governo. Pensiamo al paese», ha spiegato Meloni sulle riforme. «E comunque io andrò avanti, ho il dovere di dirvelo», ha aggiunto. Schlein ha preso nota delle parole di Meloni, usando la biro nero fornita dalla Camera. Con sé aveva una cartellina con logo Pd, piena di fogli A4 carichi di appunti. E poi, nella borsa, la fidata borraccia nera. «Il clima è stato franco, di discussione franca sul merito delle cose», ha poi raccontato. Come a dire: non era l’occasione dei salamelecchi. «Clima rispettoso e cordiale», ha poi rassicurato chi ha assistito

 

(...)

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – COME MAI NETANYAHU HA CACCIATO IL POPOLARISSIMO MINISTRO DELLA DIFESA ISRAELIANO, YOAV GALLANT? LA RICHIESTA DI UNA COMMISSIONE DI INCHIESTA SULLA STRAGE DEL 7 OTTOBRE 2023 DI GALLANT AVREBBE MANDATO FUORI DI TESTA “BIBI” – LE MALDICENZE A TEL AVIV: GLI OO7 DELLO SHIN BET E IL PREMIER AVREBBERO LASCIATO MANO LIBERA AD HAMAS DI PROPOSITO, AFFINCHÉ LA STRAGE OFFRISSE UN PRETESTO PER SPIANARE DEFINITIVAMENTE GAZA - CHE SUCCEDE A GAZA CON TRUMP ALLA CASA BIANCA? DUE COSE SONO CERTE: AL TYCOON NON GLIENE FREGA NIENTE DEL MEDIORIENTE, E DETESTA L’IRAN....

DAGOREPORT – GLI OBAMA, I CLINTON E LE PELOSI HANNO SULLA COSCIENZA LA BRUCIANTE SCONFITTA DI KAMALA HARRIS (UNA CHE ALLE PRIMARIE DEM DEL 2020 ARRIVÒ ULTIMA) - CON IMPERDONABILE RITARDO HANNO AGITO PER TROVARE UN SOSTITUTO DI JOE BIDEN - LO STATO COGNITIVO DEL PRESIDENTE ERA NOTO A TUTTI DA ANNI: BASTAVA FARGLI FARE UN PASSO INDIETRO PER TEMPO E COSTRUIRE UNA CANDIDATURA LEGITTIMATA DALLE PRIMARIE, ANZICHE' IMPOSTA, A TRE MESI DAL VOTO, DAL TIGNOSO BIDEN (O PASSO IL TESTIMONE ALLA MIA VICE O NON MI RITIRO DALLA CORSA)...

DAGOREPORT – PER DIMOSTRARE CHE È CAMBIATA L’ARIA AL CSM, LA MELONA HA VOLUTO FORZARE LA MANO INCONTRANDO IN SEGRETO IL VICEPRESIDENTE DEL CSM, FABIO PINELLI - MA LA STATISTA DEL COLLE OPPIO HA DIMENTICATO UN DETTAGLIO FONDAMENTALE: IL CAPO DEL CSM È IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. E MATTARELLA, PUR AVVERTITO INFORMALMENTE, HA PRESO MALISSIMO L'IRRITUALE VISITA DEL SUO VICE PINELLI A PALAZZO CHIGI. E IL SOLITO UCCELLINO HA SPIFFERATO TUTTO – È L’ENNESIMA DIMOSTRAZIONE DEL RAPPORTO DISASTROSO DI “IO SO’ GIORGIA” CON IL DEEP STATE - LA VERA DIFFERENZA TRA LA “NANA MALEFICA” (COPY CROSETTO) E BERLUSCONI? MANTOVANO NON È GIANNI LETTA…

DAGOREPORT – QUANDO IL NOVELLO SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO, MARK RUTTE, DICE: “CONTINUEREMO A ESSERE A FIANCO DELL’UCRAINA”, LO SA CHE IL PRIMO ''AZIONISTA'' DELLA NATO DA GENNAIO SARÀ TRUMP? - E TRUMP HA GIA' ANNUNCIATO CHE VUOLE CHIUDERE SUBITO LA GUERRA CEDENDO A PUTIN IL DONBASS E CRIMEA E COSTRINGENDO ZELENSKY ALLA PACE, MINACCIANDO DI TOGLIERGLI ARMI E SOLDI - A QUEL PUNTO, CHE FARÀ L’UNIONE EUROPEA? E LA TURBO-FAN DI KIEV GIORGIA MELONI, DA BRAVA CAMALEONTE, S’ADEGUERÀ ALLA NUOVA LINEA TRUMPIANA O RIMARRÀ ABBRACCIATA A ZELENSKY?

DAGOREPORT – DITE ADDIO ALLA MELONI BIDENIZZATA: ARRIVA TRUMPONE E LA DUCETTA CAMALEONTE SI TRASFORMERÀ NELLA PIÙ FEDELE FAN DEL CIUFFO ARANCIONE DI MAR-A-LAGO – GRAZIE AI BUONI UFFICI DI ELON MUSK, CON CUI “COLTIVA LA SUA RELAZIONE” (“LE MONDE” DIXIT), LA PREMIER AVRÀ GIOCO FACILISSIMO PER RIENTRARE NEL CUORE DEL TYCOON. CHE FINIRÀ PER PRIVILEGIARE IL RAPPORTO CON “I AM GIORGIA”, A DISPETTO DI QUELLO COL SUO FOLLOWER ITALIANO NUMERO UNO, MATTEO SALVINI - QUESTIONE DI POTERE: LA MELONI È PREMIER E PUÒ ESSERE UN CAVALLO DI TROIA UTILE IN UE. IL "PATRIOTA" SALVINI A BRUXELLES NON CONTA UN CAZZO...