Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”
[…] Matteo Renzi […] ha schierato Iv nel centrosinistra e lanciato Elly Schlein candidata premier alle prossime Politiche. «Le difficoltà di Meloni sono evidenti», spiega il senatore di Firenze, «il voto anticipato non è più un tabù e noi dobbiamo attrezzarci per vincere, respingendo ogni ipotesi di grande coalizione o governi tecnici».
Il ritiro di Biden era inevitabile?
«[…] dopo il disastroso dibattito sulla Cnn solo un suo passo indietro poteva rimettere i democratici in partita. In una settimana Harris ha fatto invecchiare Trump di trent’anni, ha giocato la carta della legalità. Ora è lei la freschezza, l’innovazione».
GIORGIA MELONI E MATTEO RENZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
Non era meglio Michelle Obama?
«Tante volte ne abbiamo discusso con Obama e con la stessa Michelle, per esempio allo State dinner nell’ottobre 2016, ma lei ha sempre escluso questa possibilità e più netto è stato il marito. La vera alternativa a Kamala era una candidatura di un governatore del Midwest in grado di parlare ai conservatori».
Harris è troppo radicale?
«Ma no, il punto di debolezza è che non ha brillato come vicepresidente […]».
Ma come ha fatto un grande partito come quello repubblicano a ritrovarsi ostaggio di Trump?
antonio tajani giorgia meloni matteo salvini
«L’elettorato americano si è estremizzato. Al posto del vecchio mondo conservatore, liberista e no tax si è affermato un movimento arrabbiato, il Maga, che trae linfa dalla frustrazione del ceto medio che non crede più al sogno americano. La destra si è dimostrata più capace di cavalcarne la sofferenza e le paure».
È la stessa ragione per cui in Italia ha vinto Meloni?
«Sì, una parte del voto a Meloni, come a Le Pen o a Farage si spiega con l’impoverimento delle famiglie, la riduzione del potere d’acquisto, gli stipendi bassi. Salari, sicurezza e protezione sono gli elementi chiave per vincere o perdere le elezioni. Sui quali il centrosinistra dovrebbe costruire una proposta organica […]».
Sente odore di voto anticipato?
MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI NEL 2015 - FRONTE ANTI RENZI
«Nella maggioranza è in corso un regolamento di conti che potrebbe far nascere qualcosa di nuovo a destra. Ma se si rompono noi dobbiamo evitare governi tecnici o parlamentari e andare a elezioni. Nel 2022 il centrosinistra era a pezzi e loro compatti. La prossima volta deve accadere il contrario. […]».
Ma come mai ha cambiato idea?
«[…] a differenza di Letta, Schlein ha detto: non mettiamo veti. […] accade in tutta Europa quando la sinistra si unisce ai riformisti».
E l’altro fattore?
«Abbiamo tentato di creare un Terzo polo e non ce l’abbiamo fatta, per le divisioni assurde. Per cui Italia Viva sceglie di stare nel centrosinistra a tutti i livelli, fin dalle prossime regionali e dalla campagna contro l’autonomia differenziata […] se devo scegliere tra Schlein e Meloni non ho dubbi. L’Italia ha un governo imbarazzante che, con gli errori in Europa, i Lollobrigida e i Delmastro, ci sta facendo fare una figuraccia sul piano nazionale e internazionale».
Conte però dice giammai, lei non è di centrosinistra.
«Se è finita la stagione dei veti, è finita sia in entrata sia in uscita. Se Conte vuol parlare del passato, discutiamo. […]».
Ma come farete a stare insieme?
antonio tajani matteo salvini giorgia meloni
«Con un lavoro programmatico per costruire non l’opposizione ma l’alternativa […]». […]