“ZINGARETTI È ANDATO IN GIRO A BRINDARE, MA DIO C’È E HA PRESO IL COVID” - DE LUCA ORMAI È IN PIENO DELIRIO CABARET E PIAZZA LA BATTUTACCIA CHE FA INCAZZARE MEZZO PD: “FRASE SGRADEVOLE E INOPPORTUNA” - LA SPARATA A USO ELETTORALE IN CUI ELOGIA LO “STRAORDINARIO LAVORO FATTO IN CAMPANIA” MENTRE “IN LOMBARDIA C’ERANO I MORTI PER STRADA, NON IN OSPEDALE”

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Simona Brandolini per www.corriere.it

 

ZINGARETTI E DE LUCA ZINGARETTI E DE LUCA

«Quindi avete capito tutti che Crozza è un dilettante?». Anche Bruno Vespa sa che il gusto per l’iperbole, portata all’estremo, fino all’offesa o alla battuta del tutto scomposta, è la cifra del presidente Vincenzo De Luca. E così resta quasi attonito quando candidamente De Luca pronuncia la seguente frase: «Abbiamo anticipato di 20 giorni le misure prese poi dal governo, anticipato decisioni prese dal Nord con grande ritardo. Ci ricordiamo alcune frasi come “Milano non si ferma”, “Bergamo non si ferma”. Un segretario di partito, che è anche un mio amico, è andato a fare un brindisi, ma siccome Dio c’è ha beccato il Covid».

 

nicola zingaretti all'aperitivo dei giovani pd a milano nicola zingaretti all'aperitivo dei giovani pd a milano

De Luca si riferisce al suo segretario di partito, Nicola Zingaretti. Vespa senza scomporsi: «Ha fatto il malocchio a Zingaretti?». «Non gli ho fatto il malocchio, mi sono difeso con le unghie e con i denti per esempio rispetto al rientro dalla Lombardia di nostri concittadini — prosegue —. Abbiamo tenuto conto di tutti i rischi e credo che abbiamo fatto un miracolo doppio perché, anche se non se ne parla, la Regione Campania è quella che riceve meno di tutte le regioni d’Italia come riparto del fondo sanitario nazionale. Ogni anno veniamo depredati di 300 milioni di euro. I miei esimi colleghi se ne fregano, c’è un blocco di potere indifferente alla correttezza delle regole».

DE LUCA E BRUNO VESPA DE LUCA E BRUNO VESPA

 

Il segretario nazionale non risponde, ma a nome della segreteria ribatte Pietro Bussolati che oltre ad essere responsabile imprese del Pd, è anche consigliere regionale lombardo: «Caro De Luca, Nicola era venuto a portare la solidarietà a Milano e ad una comunità ferita, rispettando le regole in vigore in quel momento. La tua battuta è quindi sgradevole e inopportuna. Continuiamo così, facciamoci del male».

 

vincenzo de luca vincenzo de luca

E il suo avversario, Stefano Caldoro: «Lasciamo fuori Dio dalla campagna elettorale. Non si governa con le battute specie quelle di cattivo gusto. Perché il mio successore, invece di tirare in ballo Dio, non si confronta mai con le Regioni del Sud governate dal centrodestra, penso a Sicilia e Calabria, Basilicata Molise, Sardegna, che hanno avuto meno vittime e contagiati di Coronavirus rispetto alla Campania e tira in ballo solo la Lombardia? In tarda età, l’ex comunista riscopre Dio, ma solo per usarlo a scopi elettorali».

 

vincenzo de luca stefano caldoro vincenzo de luca stefano caldoro

L’intervista di Vespa, anzi per dirla col conduttore Rai, la «non intervista, visto che De Luca le fa senza l’incomodo delle domande, scuola Marzullo», è un mix di battute feroci e drammatizzazione. Sempre nel segno dell’esagerazione. Come quando indugia sullo «straordinario lavoro fatto in Campania» mentre «in Lombardia c’erano i morti per strada, non in ospedale». Cosa mai accaduta, tra l’altro. «Ho avuto il terrore di perdere il controllo del territorio — dice — soprattutto nell’area metropolitana di Napoli. C’è molta scioltezza, per dirla con Pasquale Turiello».

de luca meme de luca meme

 

Il palco è quello sorrentino della due giorni di Alis, l’associazione della logistica. E dunque si parla anche di porti. «Noi abbiamo un piano per le infrastrutture da 6 miliardi, 3 per le ferrovie il resto per viabilità e porti. Ma viviamo alcune contraddizioni: se c’è un campo dove la sburocratizzazione sarebbe vitale è la portualità. Per fare il dragaggio occorre il parere del ministro dell’Ambiente. Toglietemi una curiosità: perché per raccogliere un secchio di sabbia, niente di più, servono due anni? In Italia la riforma più urgente è la riapertura dei manicomi. Siamo costretti a competere col porto di Singapore e noi siamo ancora appesi al ministero dell’Ambiente».

 

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La cifra drammatica (mai ironica) è anche quella del commissario straordinario all’emergenza, Domenico Arcuri che senza mezzi termini dice, sempre a proposito delle lungaggini italiane: «Se avessi dovuto sottostare alla sfilza di soggetti che dovevano rilasciare le autorizzazioni per le mascherine e i ventilatori, saremmo tutti morti». E la cosa non è proprio confortante.

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