Estratto dell’articolo di Laura Berlinghieri per www.lastampa.it
Fuori dal partito, per avere definito il segretario Salvini un «cretino», da cacciare da via Bellerio. Ma rendendolo così un martire della frangia dei lighisti veneti, in rotta totale con il "capitano”. Potrebbe essere una mossa studiata a tavolino, quella di Giantantonio Da Re - per tutti, semplicemente “Toni” - ex segretario della Lega veneta, ex sindaco a Conegliano Veneto (nella Marca trevigiana, roccaforte del partito più nostalgico), europarlamentare con nessuna possibilità di conferma a Bruxelles.
Alcuni giorni fa, la sua definizione di Salvini è apparsa nero su bianco su un quotidiano, non passando inosservata agli occhi della segreteria leghista. Che, a tre mesi dalle elezioni europee e nel pieno di una guerra intestina, di tutto aveva bisogno che dell’occasione per rinvigorire proprio l’ala dei non salviniani. [...]
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Ma chissà, appunto, che quella di “Toni” non sia stata un’uscita «a orologeria», per svegliare la base. Del resto, in un’intervista al Mattino di Padova, è stato lui stesso a dire: «Con Salvini, il partito ha perso principi, valori e riferimenti. Ora mi chiamano da tutto il Nord, ma io lo dico da quasi quattro anni. E a chi mi dice “hai ragione, siamo tutti con te, ma sbagli i modi”, rispondo: ma cosa aspettate ancora?».
In ogni caso, il Consiglio direttivo regionale del Carroccio è stato convocato per questa sera, 7 marzo, dal giovane segretario Alberto Stefani, nella sede di Noventa Padovana, per votare il provvedimento di espulsione. Ventuno votanti, tra i quali il presidente Zaia, sicuro assente, e lo stesso Da Re, che a sua volta non si dovrebbe presentare.
Stando ai nostri “sondaggi”, la vittoria dei favorevoli all’espulsione dovrebbe essere schiacciante; salvo interventi esterni (da via Bellerio), che potrebbero suggerire il perdono, proprio per evitare di fare il gioco di Da Re. Ma è un'ipotesi marginale: troppo grave l'affronto al "capitano".
Va detto che il voto sarà palese ed esprimersi contro il provvedimento sarà letto come votare contro il segretario, ma comunque si attende una discussione tutt’altro che pacata. «Venderemo cara la pelle e sono assolutamente convinto che porteremo a casa il risultato», il commento di uno dei votanti, tanto per intendersi. Si tratta di Marcello Bano, sindaco di Noventa Padovana, uno di quelli che non hanno paura di ribellarsi a Salvini.
E le voci fuori dal coro cantano anche fuori dal direttivo. Come quella del capogruppo in Consiglio regionale Alberto Villanova, che premette «Da Re ha sbagliato», ma poi aggiunge «spero si riesca comunque a ricucire». Oppure quella di Fabiano Barbisan, militante storico della Lega, al quale però è stato impedito di votare al congresso regionale. Espulso pure lui dal partito tre mesi fa, ma poi reintegrato, e pure con il ruolo di coordinatore delle elezioni nel Veneto orientale: si tratta del più ricco tra i consiglieri regionali, con un bacino di voti troppo ghiotto per essere lasciato al macero. [...]
Quesiti ai quali i dissidenti della Lega potrebbero inchiodare i “lumbard” che si sono presi in mano il partito, in caso di cacciata del loro capopopolo. E c’è già chi, pensando al settembre prossimo, immagina Toni Da Re sul palco di Pontida con una scopa in mano, all’inno di «Pulizia, pulizia, pulizia».
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