Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera"
«Se andiamo avanti così ci ritroveremo con la legge Renzi-Salvini invece della Zan e a quel punto dovremo pure votarla»: i senatori dem sono preoccupati. I numeri dell'Aula di ieri parlano chiaro. E se Italia viva, cosa che né il capogruppo Davide Faraone né il leader Matteo Renzi escludono, martedì prossimo presenterà degli emendamenti, tutto potrebbe cambiare.
La legge, modificata, potrebbe andare alla Camera ed essere approvata lì nella nuova versione, perché difficilmente i dem a quel punto potrebbero prendersi l'onere di votare contro, affondandola. Equivarrebbe a dire che per l'ennesima volta il Parlamento italiano non è stato in grado di approvare una legge contro l'omofobia. Dunque, i senatori del Pd sono in fibrillazione perenne.
Chiedono da giorni un'assemblea sulla legge Zan con Enrico Letta: alla fine la ottengono, sarà oggi, ma il segretario, salvo sorprese dell'ultim' ora, non sarà presente. I 14 grillini assenti rinfocolano i timori dei parlamentari del Pd. Anche perché all'appello mancavano «contiani» di peso come Vito Crimi e Paola Taverna. E come se non bastasse l'ex premier non ha speso una parola sulla legge Zan. «I numeri di oggi - dice Valeria Fedeli - sono un segnale.
Tante assenze nel Movimento per turbolenze interne e per cultura politica». Ma non ci sono solo le assenze. Ci sono anche i voti a favore della sospensiva proposta dalla Lega. I senatori delle Autonomie presenti, Meinhard Durnwalder e Dieter Steger che non si esprimono contro. Eppure nel pallottoliere del Pd quella pattuglia veniva data per acquisita. Nel Gruppo misto impera la confusione: gli ex 5 Stelle Mattia Crucioli, Saverio De Bonis, Gregorio De Falco, Gianluigi Paragone, Rosa Silvana Abate sono per la sospensiva. E segue il loro esempio anche Raffaele Fantetti, il senatore che lasciò Forza Italia per indossare i panni del «costruttore» di quel Conte ter, che, come è noto, non ha mai visto la luce.
Andrea Cangini, ala FI dialogante, passeggia per i corridoi del Senato e confida: «Tutti quelli del Pd con cui parlo sono perplessi per questa linea». Evidentemente Cangini non ha parlato con Monica Cirinnà, che si dice pronta a immolarsi per la legge Zan: «Sì, voglio morire in battaglia, insieme a gay, trans, bambini libellula. Ha ragione Piero Ignazi, la qualità del combattente si vede nella sconfitta. Del resto, in questo contesto politico non abbiamo altre possibilità».
Qualche collega dem che passa di lì fa gli scongiuri. Qualche altro, più malizioso, ricorda: «Non è stato un caso se Renzi abbia deciso di toglierle la pratica delle unioni civili. Fosse stato per lei sarebbe morta anche quella legge». Nel frattempo Iv aspetta che si apra uno spiraglio di dialogo nel Pd: se non dovesse accadere è probabile che il partito di Renzi presenti i suoi emendamenti. Ma è veramente molto difficile che i dem riescano a cambiare linea. Il pressing su Letta è fortissimo e non coinvolge solo i senatori, però il segretario appare irremovibile:
MATTEO RENZI ENRICO LETTA MEME
«Trattare ora significa farlo con Salvini - spiega ai senatori - e in otto mesi il leader della Lega ha dimostrato di essere del tutto inaffidabile. Orbán e Duda non sono compatibili con una legge di civiltà. Martedì si presenteranno gli emendamenti, che così avranno un nome e cognome e tutti capiranno».
LA STRETTA DI MANO TRA ENRICO LETTA E MATTEO RENZI RENZI LETTA