Estratto dell’articolo di Matteo Macor per https://genova.repubblica.it/
Non è servita, la lunga notte di trattative al tavolo del campo largo (fu) larghissimo sul caso Liguria. Dopo gli strappi in serie della settimana, prima quello tra Pd e M5s sul voto in Parlamento sul cda della Rai, poi (anche) di riflesso quello che ha portato al passo di lato di Italia Viva dalla coalizione progressista in corsa per le Regionali liguri di fine ottobre, l’incidente di percorso non è rientrato.
A decidere dell’esclusione dei renziani dal campo largo costruito a sostegno di Andrea Orlando, di fatto, è stato l’ultimatum grillino sui candidato di Iv in coalizione, ma con l’avvallo del Nazareno. Con il risultato che i livelli di crisi (ri)aperti sul campo, al momento, sono anche più di uno. Quella nei rapporti tra dem e grillini, quella tra Pd e Iv, e quella all’interno dello stesso Pd. Perché – è il messaggio che arriva dalla Liguria – “è inaccettabile che un accordo costruito a livello locale salti come niente fosse a livello nazionale”.
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Al posto del ritiro degli otto candidati renziani richiesto dal M5s, che in Iv ieri si definiva senza mezzi termini “lista di proscrizione”, il compromesso raggiunto avrebbe dovuto essere quello di eliminare dalla lista chi era stato eletto nelle istituzioni in liste di centrodestra (come Arianna Viscogliosi, ex assessora comunale a Genova con Marco Bucci, oggi candidato presidente del centrodestra alla Regionali), e lasciare chi invece era stato eletto con liste di centrosinistra.
Probabilmente con una “sospensione” da IV (per i pochi iscritti a IV in lista) per i trenta giorni di campagna elettorale, una formula già sperimentata a Genova dai candidati di Azione e Italia Viva nelle liste civiche di Bucci, ai tempi dell’ultima campagna elettorale comunale.
GIUSEPPE CONTE ALLA FESTA DI TPI - FOTO LAPRESSE
Se a confermare la divisione sarà lo stesso Matteo Renzi in mattinata ("È una rottura definitiva, siamo fuori dalla campagna elettorale, che perda il peggiore"), i (vani) “estremi tentativi di mediazione” – vengono definiti ora in quota dem – sono finiti contro la decisione delle segreterie nazionali, da Campo Marzio ma insieme dal Nazareno, e l’ulteriore richiesta di verifica dei trascorsi politici dei candidati delle altre liste civiche a sostegno di Orlando. “Se vogliono andare a fare lo screening del tasso di renzismo nel sangue di ogni candidato, noi non ci stiamo”, è stata l’ultima parola in quota dem. Ma da Roma è arrivato lo stop definitivo.
Gli incaricati dello staff di Orlando, in tribunale da metà mattinata, hanno consegnato la distinta di sole sei liste a sostegno della sua candidatura, non sette come previsto. Ci saranno quelle di Pd, M5s, Avs, la lista del presidente, la civica dei moderati centristi (guidata da Azione) e un’altra civica composta da piccoli amministratori del territorio, ma non quella dei “Riformisti Uniti”. Saltata, e con lei, oltre la partecipazione di Iv alla corsa di Orlando, anche quella di +Europa e Psi.
"Le tensioni che si sono accumulate a livello nazionale si sono scaricate purtroppo sulla Liguria – è la spiegazione dello stesso Orlando, che ieri aveva fatto un appello ai leader nazionali a non sottovalutare il caso ligure – Ho lavorato in queste settimane per comporre un campo di forze alternativo alla destra con un progetto di rigenerazione della regione, con un programma condiviso da tutti per una sanità pubblica, per la reindustrializzazione sostenibile, per salari migliori e lavoro di qualità. Oggi siamo qua". [...]
matteo renzi in vacanza 1 foto di chi renzi schlein GIUSEPPE CONTE ALLA FESTA DEL FATTO QUOTIDIANO - FOTO LAPRESSE