Lorenzo De Cicco per la Repubblica - Estratti
«Macché feudo, i voti “miei” sono tre: mia moglie e i miei due figli!». Claudio Scajola, non faccia il modesto… «Allora, sicuramente si può dire che nella provincia di Genova è andato meglio lo schieramento di Orlando e che i 16mila voti di scarto della provincia di Imperia sono stati decisivi, per compensare».
Decisivo Scajola lo è stato, sicuro, per salvare la destra da una disfatta che due mesi fa pareva certa. E invece l’ha spuntata Marco Bucci (e dunque Giorgia Meloni) grazie a questo ex diccì, ex berlusconiano, sopravvissuto alla prima e alla seconda repubblica, un paio di arresti alle spalle, un mucchio di indagini (ma da quasi tutte è uscito prosciolto, assolto o prescritto), e che è ancora su piazza: sindaco di Imperia a 76 anni, dal 2018, un ritorno, perché la prima volta con la fascia tricolore, ricorda adesso, «era il 1982».
Meloni l’ha ringraziato, al telefono, la sera dello spoglio, rivela.
«Appena è uscita la mia dichiarazione in cui dicevo: “Ha vinto Bucci”, squilla il cellulare, è Antonio Tajani. Mi mette in vivavoce e c’è anche Giorgia Meloni». Che le ha detto la premier? «Ci siamo rallegrati di avere scelto la persona giusta ». Ma l’ha scelto lei o Meloni, Bucci? «Io mi sono impegnato in tutti i modi, prima per convincere Bucci a candidarsi e poi perché tutti ne fossero convinti: serviva un tecnico, un esterno, non uno di FdI o altri. Ma certamente è stata fondamentale l’opera di Meloni. Diciamo che io ho fatto la mia parte ».
Con Toti i rapporti si erano guastati, a un certo punto. «Burrascosi », li definisce ora lui, ma le cose, prima dell’arresto dell’ex governatore, erano migliorate: «Avevamo fatto pace? No, ma avevamo trovato il modo di capirci meglio». Con questo credito politico nel taschino del gessato, Scajola giura che non vuole giocare da presidente ombra, in regione, anche se si fa fatica a credergli.
Dissimula così: «Bucci ha vinto perché i liguri hanno capito che è un uomo del fare.
In questo mi assomiglia». Però, la sua Imperia, fa capire, conterà di più rispetto all’era Toti: «Bucci è ben consapevole che sì, Genova ha metà degli abitanti della Liguria, ma anche che a Ponente qualche malumore c’è e si chiede più attenzione dalla Regione». Al neo presidente, aggiunge sibillino, «non disdegnerò di dare consigli, quando saranno richiesti». Insomma, chiamerà, al momento giusto.
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SCAJOLA
Andrea Bulleri per il Messaggero - Estratti
È stato il primo a "chiamare" la vittoria quando ancora Orlando era in leggero vantaggio nello spoglio, e al comitato Bucci in piazza Corvetto le bocche restavano cucite. E a pronosticare il risultato finale con uno scarto millimetrico. «Che vuole sorride lui il giorno dopo una certa esperienza sul campo, in tutti questi anni, me la sono fatta». Claudio Scajola, quattro volte ministro e tre sindaco di Imperia, a 76 anni (dopo un esordio nella Dc poco più che ventenne, per poi approdare nelle file di Forza Italia) è ancora sulla cresta dell'onda: senza i consensi del suo "feudo", il Ponente ligure, Bucci non ce l'avrebbe fatta.
Scajola, questa vittoria è anche un po' sua.
«La vittoria è di Bucci. Il miglior candidato possibile, un uomo del fare che con la vicenda del ponte Morandi ha dimostrato che le cose si possono realizzare bene e in tempi celeri. I liguri hanno apprezzato».
Si dice che sia stato lei a insistere per schierare in campo il sindaco di Genova. È così?
«Il merito è di Giorgia Meloni, che lo ha convinto. Io ho fatto la mia piccola parte, insistendo perché si raggiungesse l'accordo su una candidatura civica e suggerendo quello che era il profilo migliore possibile. E ho lavorato affinché Bucci potesse decidere di candidarsi».
Non tanto piccola, in realtà: i consensi arrivati dalla sua Imperia sono stati decisivi.
«Bucci ha vinto in Liguria con un distacco di circa 8.500 voti su Orlando. Neanche così pochi come è stato detto da qualcuno. A Genova ha perso per settemila voti, a La Spezia per 3.500. A Savona, invece, ha vinto per tremila schede, mentre a Imperia per 16mila.
Quindi il buon risultato del Ponente è stato determinante nel supplire alla carenza che c'era nel Genovese e nello Spezzino».
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Vi siete parlati nelle ultime ore?
«Ieri (due giorni fa, ndr) ci siamo sentiti costantemente. Durante lo spoglio gli ho mandato molti messaggini per tranquillizzarlo, anche quando nei dati reali Orlando sembrava avanti. Proprio per i motivi che le ho detto. Poi a mezzanotte ci siamo parlati, gli ho fatto i complimenti».
E della giunta avete parlato? Gli darà qualche consiglio?
«Adesso Bucci si riposi per un paio di giorni e metta insieme con calma le sue idee. Poi, come sempre, se saranno richieste gli offrirò le mie valutazioni. Ma solo, voglio sottolinearlo, se saranno richieste».
Suo nipote Marco Scajola è stato il più votato in Regione. Sarà di nuovo assessore?
«Di questo io non voglio parlare. Il mio obiettivo era dare una mano per evitare che la Regione finisse in mano a una sinistra radicale che non avrebbe lavorato per lo sviluppo di cui abbiamo bisogno. E ho lavorato perché i partiti di centro fossero maggioritari. Così è stato: Forza Italia sommata alle due liste civiche di Bucci rappresentano la maggioranza, nel centrodestra. Dunque i moderati sono il primo partito in Regione. Il successo di mio nipote è conseguenza del suo buon lavoro di questi anni, che gli è stato riconosciuto».
claudio scajola mangia da ciampini 2 SCAJOLA
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