Marco Antonellis per Dagospia
Che le cose non andassero bene tra il Capitano e il Cavaliere lo si sapeva già. Non per niente l'altra sera a casa Salvini c'è stato un solo in "incontro informale" (come ha ben specificato la successiva nota stampa ufficiale) alla presenza di Antonio Tajani e Licia Ronzulli, Giorgia Meloni e Ignazio La Russa e non un vero e proprio vertice come qualcuno aveva voluto far credere.
Insomma, l'altra sera si è trattato solo di un rapido scambio di vedute affinché poi si potesse riferire al Cavaliere. Che non è stato affatto contento di quanto gli è stato riferito sia per i contenuti dell'incontro sia per la location: a casa Salvini che manco a farlo apposta sta proprio dietro Palazzo Grazioli storica sede romana del Cavalier Silvio.
Il rischio, per Berlusconi, è che al di là della pochezza della riunione in sè ("buono il caffè" ha detto La Russa) l'incontro possa però avere un grande valore dal punto di vista simbolico ed il sospetto è che il Matteo nazionale l'abbia fatto proprio per questo: per la prima volta a capotavola non c'è più Silvione, il padre fondatore del centrodestra italiano, ma il giovane leader leghista.
E si sa che in politica i simboli contano eccome. Ma oltre a questo, Berlusconi è rimasto del tutto insoddisfatto anche dei contenuti della riunione tanto da far trapelare nelle ore successive tutta la sua irritazione: o il Piemonte o il centrodestra rischia definitivamente di saltare. Che tradotto significa: i patti vanno rispettati. Ed i patti prevedono che candidato governatore nella regione sabauda sia un uomo di Berlusconi. Ma Salvini non ci sente e rilancia: voglio Paolo Damilano (anzichè Cirio gradito al Cavaliere).
In poche parole Berlusconi vuole impedire che Matteo si pappi tutte le regioni del nord, che faccia bingo, considerando poi che in Forza Italia il ligure Toti lo considerano ormai alla stregua di un leghista. Il timore è che se Salvini conquistasse tutto il nord un secondo dopo scatterebbe l'Opa del Capitano su Forza Italia: e per Berlusconi sarebbe la fine politica.
Ma c'è anche un altro motivo se il Capitano vuole a tutti i costi un suo uomo a governatore del Piemonte: i sondaggi riservati in mano a via Bellerio che ormai vedono la Lega superare di gran lunga Forza Italia. La Lega vale stabilmente il 30% in Piemonte mentre il partito del Cavaliere è ridotto al lumicino, ben al di sotto del 10%. E' evidente a questo punto che Salvini batterà i pugni sul tavolo per imporre il suo candidato.
A proposito del Capitano: se lo incontrate in Parlamento o per un selfie (nel week end sarà in Basilicata) ditegli che ai 5 Stelle è andata di traverso la sua cena con Denis Verdini.