JOE BIDEN E L ATTENTATO A DONALD TRUMP - VIGNETTA BY ROLLI PER IL GIORNALONE - LA STAMPA.
1. SALE GRADIMENTO TRUMP,PER 61% AMERICANI BIDEN DEVE LASCIARE
(ANSA) - Il 61% degli americani vorrebbe che Joe Biden mettesse fine alla corsa alla Casa Bianca. E' quanto emerge da un sondaggio di Abc-Ipsos, secondo il quale il tasso di gradimento di Donald Trump è aumentato dopo il suo tentato assassinio. Il 40% degli americani ha infatti un'impressione favorevole dell'ex presidente, la percentuale più alta degli ultimi quattro anni.
2. FORT BIDEN
Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”
[…] Le pressioni, però, per l'uscita di scena del candidato 81enne aumentano e sono quasi 40 i democratici a Capitol Hill (su 264) ad aver chiesto a Biden di farsi da parte.
A Rehoboth, dove il presidente cura i sintomi del Covid, l'idea ha fatto breccia nella scorza di combattente del presidente, ma sino a ieri prevaleva ancora la determinazione di proseguire. Anche perché, notavano alcune fonti al New York Times, più aumentano le richieste, più Biden si irrigidisce. Il presidente si sente scaricato, tradito dai suoi storici alleati.
Ritiene Nancy Pelosi, ex Speaker della Camera, nella cricca dei congiurati anche se considera Barack Obama il «sussurratore» in capo. La deputata di San Francisco ha una lunga vicinanza con Biden, hanno servito a Capitol insieme per oltre due decenni ed è stata lei ad aiutare al presidente a forgiare e portare in porto l'agenda legislativa che ha segnato i primi due anni del mandato.
Ma Pelosi è stata anche colei che ha tolto "il tappo" ai mugugni democratici con l'intervento alla Msnbc del 10 luglio quando disse che Biden avrebbe dovuto «prendere una decisione».
SONDAGGI NEGLI USA - 21 LUGLIO 2024 JOE BIDEN DONALD TRUMP
Frase che, in realtà, era un invito a ripensare alla candidatura, poiché appena due giorni prima il presidente aveva dichiarato inequivocabilmente che aveva deciso di continuare la sua campagna. Ma l'uscita di Nancy, Speaker emerita la cui capacità di raccogliere fondi e di indirizzare il Partito è immutata anche da quando ha perso nel 2022 la presidenza della House, ha innescato un vortice di commenti e di prese di posizioni pubbliche.
Il 10 luglio Nancy Pelosi è intervenuta a un meeting a porte chiuse della delegazione californiana al Congresso. C'erano quaranta deputati ed è un appuntamento tradizionale. È stato in quell'occasione che Pelosi ha sollevato la questione che Biden ha sondaggi così negativi negli Stati chiave che non solo il percorso per raggiungere 270 voti nel Collegio elettorale è stretto, ma le sue performance rischiano di compromettere le chance dei democratici di tenere il Senato e riprendere il controllo della House.
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È un argomento che Pelosi ha utilizzato anche in una conversazione privata con il presidente, provando a convincerlo al passo indietro. Giovedì sera proprio Pelosi aveva fatto trapelare che Biden, dinanzi a questa ipotesi avrebbe aperto a valutare una sua uscita.
A spiegare il ruolo chiave di Pelosi in questo braccio di ferro dentro il Partito democratico sono anche le dichiarazioni di Zoe Lofgren, deputato vicinissimo alla Speaker e ritenuto una sorta di "portavoce" occulto del Nancy pensiero, che venerdì ha chiesto esplicitamente a Biden di farsi da parte. Poco prima di lui era stato Adam Schiff, anche egli californiano e possibile nuovo senatore dello Stato, a uscire allo scoperto.
Pelosi ha espresso un'altra preoccupazione. Ovvero cosa succede con l'uscita di Biden.
Benché amica e alleata di Kamala Harris, che come lei risiede in California (Kamala a Los Angeles, Nancy a San Francisco) la Speaker emerita ritiene che un'incoronazione dell'attuale vicepresidente alla guida del ticket presidenziale allontanerebbe gli elettori.
Vorrebbe una Convention aperta con una sorta di mini primarie che servirebbero – è il suo ragionamento – a generare entusiasmo nella base e a non stravolgere il processo decisionale democratico. Che poi in questa eventuale sfida Harris sia la candidata naturale e corra senza vere alternative è irrilevante. Per Pelosi è fondamentale mantenere un livello di rispetto della procedura della nomination.
[…] Le voci di un ritiro sono sempre più forti dentro lo staff, ma il cerchio ristretto di consiglieri è compatto attorno a Biden. Tanto che il capo della campagna O'Malley-Dillon ha tenuto venerdì sera un briefing con lo staff per motivarlo. Ha detto di non guardare troppo le tv via cavo che danno uno scenario che non corrisponde – parole sue – alla realtà sul terreno. Il New York Times ha riferito che Biden comunque non farà nessun passo indietro nel weekend. Domani a Washington arriva il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Biden non vuole uscire di scena prima, anche per non dare un'idea di debolezza a Bibi con cui i rapporti in questi mesi si sono irrigiditi e sono stati in molti casi tesi per via della gestione israeliana del conflitto a Gaza.
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