1 - LA FRANCIA BACCHETTA L’ITALIA: RIACCOGLIE SOLO 1 MIGRANTE SU 10 LA UE ACCELERA SUL NUOVO PATTO
Estratto dell'articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
il naufragio del barcone di migranti a canneto di cutro visto dall'alto
La strada stretta che porta all’accordo sul nuovo Patto per la migrazione e l’asilo, presentato nel settembre del 2020 dalla Commissione Ue e ancora sotto negoziato tra gli Stati (poi ci sarà la trattativa con il Parlamento Ue), passa dall’applicazione delle norme attuali del Regolamento di Dublino, che attribuisce al Paese di primo ingresso — come l’Italia — la responsabilità di registrare i migranti che arrivano e di trattare la loro domanda d’asilo.
È la base per creare quel clima di «fiducia» reciproca per fare progressi, ha spiegato la ministra svedese dell’Immigrazione Maria Malmer Stenergard, al termine del consiglio Affari interni, aggiungendo che tutti i Paesi Ue sono concordi.
[…] La ministra svedese ha sottolineato che anche se il negoziato proseguirà spedito «ci vorranno ancora alcuni anni prima che il nuovo sistema sia operativo: durante questo periodo è fondamentale che l’attuale sistema funzioni in modo adeguato».
[…] «Un miglioramento del sistema attuale, nell’ottica della condivisione di responsabilità, solidarietà e sincera cooperazione nell’applicazione delle regole esistenti può aiutare a creare la fiducia reciproca» per arrivare alla «riforma strutturale del problema», scrivono Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania e Olanda, oltre alla Svizzera […]
emmanuel macron giorgia meloni xavier bettel roberta metsola
Nel testo non viene mai menzionata l’Italia in modo esplicito. Ma il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin, al suo arrivo al Consiglio, ha osservato che «il regolamento di Dublino è ora molto complesso. Non funziona quasi più con alcuni Paesi, in particolare l’Italia». Il ministro Darmanin ha spiegato che al tempo della crisi Ocean Vicking «l’Italia riprendeva 1 persona su 10». «È chiaro che su questo punto si deve migliorare — ha detto — ad esempio attraverso gli accordi bilaterali tra Paesi, che funzionano, e penso a quello tra Francia e Germania». […]
2 - UE, PROCESSO ALL’ITALIA
Estratto dell'articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”
emmanuel macron giorgia meloni by edoardo baraldi
«Solo il 10% dei richiedenti asilo che arrivano nel nostro Paese sono stati registrati nel sistema di Dublino. Ma non sono certo sbarcati all'aeroporto di Schiphol e nemmeno al porto di Rotterdam. La rotta che li ha portati qui è diversa: Italia-Austria-Germania oppure Italia-Svizzera-Germania...».
Eric van der Burg è il ministro per l'immigrazione dei Paesi Bassi. Il suo governo è stato il promotore della lettera planata ieri sul tavolo del Consiglio Affari Interni dell'Ue, sottoscritta dai ministri di Germania, Francia, Austria, Belgio, Danimarca e anche dalla Svizzera (Paese extra-Ue che partecipa alle riunioni).
Lamentano il fatto che l'Italia non sta più rispettando il regolamento di Dublino, che impone ai Paesi di primo ingresso di registrare tutti i migranti e di riprendersi quelli che poi si trasferiscono in altri Stati attraverso i cosiddetti «movimenti secondari».
Al termine dell'incontro, il ministro olandese ha spiegato a La Stampa che il sistema di accoglienza dei Paesi Bassi è ai limiti e presto andrà oltre: «Attualmente abbiamo 33 mila posti letto, ma entro fine anno ce ne serviranno 80 mila.
Tra un mese non avremo abbastanza posti e ci ritroveremo come il Belgio, dove più di 200 persone dormono per strada».
naufragio di migranti a steccato di cutro, crotone 2
A suo modo di vedere, non sarebbe l'Italia ad avere bisogno della solidarietà Ue: «Se guardiamo ai numeri reali, ci accorgiamo che il vero carico non è sull'Italia o sulla Grecia, ma su Austria, Belgio, Germania, Paesi Bassi. Per questo che credo che bisognerebbe far funzionare Dublino. Che non è una semplice promessa, ma è una legge. E le leggi vanno rispettate. Se fai un accordo e a un certo punto l'accordo non ti va bene, cerchi di migliorarlo. Ma fino a quel momento l'accordo va rispettato».
[…] «L'Italia deve fare di più – ha scandito il francese Gérald Darmanin, che spera di negoziare con Roma un accordo bilaterale –. Noi c'eravamo impegnati sulla ridistribuzione, ma l'accoglienza al momento non si è manifestata per le ragioni di attualità (lo scontro sull'Ocean Viking, ndr), ma anche per la mancanza di passi avanti sul fronte della responsabilità». Tradotto: fino a quando l'Italia non si riprenderà i migranti che si sono spostati oltre frontiera, la Francia continuerà a non rispettare l'accordo (su base volontaria) per la ridistribuzione. Durante il loro intervento, quasi tutti i ministri hanno citato la strage di Cutro. […]
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