Enrico Ferro per “la Repubblica” - Estratti
Antonio Tajani sceglie la giornata conclusiva del maxi raduno degli scout Agesci per dire che alle prossime regionali Forza Italia proverà a prendersi il Veneto e che il candidato presidente è Flavio Tosi. Ed è il suggello di una campagna palesemente in contrasto con la Lega, che nessuno ormai cerca neanche più di nascondere. I fronti aperti sono numerosi e ciò che complica la situazione è che non si tratta di una partita a due. Tutt’altro.
Luca Zaia, governatore leghista dalle percentuali bulgare (76% all’ultima tornata elettorale), si avvia a concludere quello che al momento sembra essere il suo ultimo mandato. Tra un anno, massimo un anno e mezzo, saranno indette nuove elezioni per la presidenza di una delle regioni locomotiva d’Italia. La corsa per la successione si è già aperta, ma chi pensava che la partita fosse solamente tra Lega e Fratelli d’Italia è stato smentito dai fatti.
È piombata infatti Forza Italia con Tosi come dirigente regionale, ingaggiato da Silvio Berlusconi circa un anno prima di morire. L’ex leghista, che nel curriculum vanta anche due mandati come sindaco di Verona e uno come assessore regionale alla Sanità, ha una serie di conti in sospeso con quelli che un tempo erano i suoi compagni di partito.
Primo tra tutti Luca Zaia, colui che lascia libera una casella così importante perché il limite dei mandati gli impedisce di proseguire. «Faremo di tutto per tenerci il Veneto», promette il giovane segretario regionale Alberto Stefani, uno dei possibili nomi spendibili per questa candidatura. Uno ma non l’unico. Anche il sindaco di Treviso Mario Conte è un nome spendibile, anche se non fa parte della “scuderia” di Matteo Salvini.
All’orgoglio leghista si contrappongono le mire espansionistiche di FdI, che alle ultime europee in Veneto ha segnato addirittura un 37,6%, percentuale più alta d’Italia.
Nell’ottica di uno scacchiere nazionale, con la Lega già presente al vertice in Lombardia e Friuli Venezia Giulia e Forza Italia ben salda in Piemonte con Cirio, i Fratelli recriminano quote al Nord. «Più di un veneto su tre ha messo la croce sul nostro simbolo che rappresenta una comunità politica con molte personalità che hanno esperienza e capacità per vincere e ben governare la Regione », si affretta a dire Raffaele Speranzon, veneziano, senatore di FdI e soprattutto molto vicino a Giorgia Meloni.
Ma Tosi ribatte sicuro: «Il vicepremier Tajani sta facendo fare un salto di qualità al partito, la crescita è costante, siamo la seconda forza del centrodestra a livello nazionale: abbiamo il diritto di avanzare le nostre proposte».
Dunque con la Lega che non vuole mollare, Forza Italia che preme e Fratelli d’Italia che stavolta ci crede davvero, come trovare la quadra?
C’è chi ipotizza possa essere siglato un accordo che prevede lo scambio tra i partiti del centrodestra. La Lega potrebbe cedere la Regione Veneto a FdI in cambio del Comune di Venezia, con Luca Zaia candidato ad amministrare la città unica al mondo dopo Luigi Brugnaro. E Forza Italia, invece, potrebbe strappare un accordo analogo per prossime elezioni amministrative a Verona (per cui però mancano ancora tre anni), con Tosi candidato in pectore
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