MAI DIRE MAY - “LA BREXIT SARA’ IL 29 MARZO 2019 ALLE ORE 23 IN PUNTO”: LONDRA CONFERMA LA DATA PER L’USCITA DALLA UE ED È GIA’ TENSIONE CON BRUXELLES - GLI ULTIMI SONDAGGI RIVELANO CHE AUMENTA LA PERCENTUALE DEGLI SCETTICI MA QUALCUNO E’ CERTO CHE LA DECISIONE “POTRÀ ESSERE RITIRATA SE I BRITANNICI CAMBIERANNO IDEA…

-

Condividi questo articolo


Cristina Marconi per il Messaggero

 

THERESA MAY THERESA MAY

Quando il Big Ben avrà suonato le 23 in punto la sera del venerdì 29 marzo 2019, il Regno Unito sarà fuori dall' Unione europea. Proprio come anticipato all' evento del Messaggero giovedì scorso. Lo ha promesso la premier Theresa May, decisa a inserire la data e l' ora nel testo legislativo con cui il governo punta a rinazionalizzare tutte le leggi europee in modo da dare un messaggio conciliante a quel 52% dell' elettorato, e a quella consistente fetta del suo spaccatissimo partito, che un anno e mezzo fa ha votato per divorziare da Bruxelles.

 

«La Brexit sta avvenendo» ha assicurato la May, cercando di tenere la barra dritta in un contesto politico in vertiginosa evoluzione e precisando che l' emendamento al testo, che tornerà in aula la settimana prossima, non dovrà fornire l' occasione per nuovi tentativi di dirottare il processo. Ma i contorni della Brexit restano confusi e la scadenza più incombente resta quella fissata dal capo negoziatore Ue Michel Barnier tra due settimane sul conto del divorzio, sul trattamento dei cittadini europei che vivono nel Regno Unito e sull' annosa questione dell' Irlanda del Nord.

 

THERESA MAY THERESA MAY

L' ipotesi che la parte britannica dell' isola resti nel mercato interno e nell' unione doganale per evitare che si debba ricorrere ad una frontiera fisica con la repubblica d' Irlanda, alterando un delicato equilibrio geopolitico, non piace al ministro per la Brexit David Davis, secondo cui non si può mettere a repentaglio «l' integrità territoriale e costituzionale» del paese.

 

Ma i tempi stringono e i sondaggi dicono che aumenta la percentuale di chi pensa che la Brexit sia una cattiva idea, tanto che uno degli autori dell' articolo 50 del Trattato di Lisbona, Lord Kerr, che tra il 2002 e il 2003 fu segretario generale della Convenzione sul futuro dell' Europa, ha voluto chiarire in un discorso che la lettera con cui il 29 marzo la May ha avviato i due anni di negoziato per l' uscita del paese dalla Ue «potrà essere ritirata se i britannici cambieranno idea».

 

BREXIT BREXIT

In un dibattito sull' Unione europea che certo non ha brillato né per la chiarezza, né per l' affidabilità delle informazioni date agli elettori, Lord Kerr ha voluto far presente che il pubblico «non deve essere portato a pensare di non poter» fare un passo indietro, se lo vuole. E un altro intervento nella direzione di un eventuale ripensamento è venuto dall' ex premier laburista Gordon Brown, secondo cui il processo della Brexit arriverà ad un «punto di crisi» intorno all' estate prossima, quando i pro-Brexit capiranno di non poter ottenere quello che vogliono.

Gordon Brown Gordon Brown

 

«Non proverei a dire alla gente che aveva torto» né a pensare ad un secondo referendum, ha spiegato Brown. Per il momento la May, che l' opinione pubblica sta vedendo con inaspettato favore in un momento di scandali e instabilità - nelle ultime due settimane due ministri si sono dimessi, uno, Michael Fallon, per lo scandalo delle molestie e l' altra, Priti Patel, per aver avuto incontri di alto livello in Israele all' insaputa del suo governo - cerca di andare avanti con il suo mandato.

BREXIT I GIORNALI INGLESI BREXIT I GIORNALI INGLESI

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)