Salvatore Cannavò per il Fatto Quotidiano
È l' Italia che va, con le sue motociclette a noleggio, le valigie pesanti e l' orario dei voli perduto nella borsa. Quella che non sa tornare e chiede aiuto allo Stato.
Anzi, lo subissa di richieste, di email, di sms, di telefonate invocando l' intervento del proprio Paese, di cui finalmente ricorda l' importanza.
È l' Italia del circo bloccato in Grecia, dei motociclisti di ritorno dal Safari in Africa, dei genitori con i figli bloccati in qualche paese o di quelli che sono restati in India accorgendosi solo all' ultimo che quel paese ha ormai chiuso tutto. La Farnesina è in questi giorni destinataria di lettere, messaggi e richieste di ogni tipo.
Chi chiede di farsi prenotare il volo, chi di farsi spedire la motocicletta e chi, ancora, vorrebbe un pullman speciale perché il figlio viaggia con troppe valigie.
L' altra sera, durante la trasmissione Otto e mezzo, il ministro Di Maio ha lasciato intendere di vivere a contatto con situazioni a volte serie e preoccupanti, ma spesso anche surreali. E ha buttato lì l' allusione ai reduci del Safari. Si tratta in effetti di due ventenni che dopo un lungo viaggio in Africa, dal quale non hanno ritenuto di tornare in tempo, sono bloccati a Patrasso, in Grecia, anche perché non riescono a spedire le moto prese a noleggio. Hanno ben pensato di chiedere al governo di attivarsi per spedire le due motociclette e anche per questo motivo non riescono a imbarcarsi.
Il circo Zavatta è invece bloccato a Filippiada, sempre in Grecia. La polizia di Atene ha deciso qualche giorno fa di rimuovere il suo sito e di collocare i circensi in un campeggio a Igoumenitsa. I circensi, però, non vogliono lasciare la Grecia fino a quando non sarà possibile tornare a organizzare spettacoli e chiedono all' Ambasciata di essere sostenuti economicamente.
I diplomatici italiani hanno raccomandato diverse soluzioni per il rientro, compreso un volo speciale dell' Alitalia, ma l' invito non è stato accolto. È stata poi attivata la Caritas, tramite il Coasit di Atene, ma per quanto riguarda il rientro ancora non c' è una soluzione Richieste sono giunte anche dagli italiani in gita che, evidentemente, si sono accorti in ritardo, per disattenzione o per impossibilità, dell' esplosione planetaria del contagio.
Solo quattro giorni fa, un gruppo di italiani presente a Goa, la costa indiana che affaccia sul Mar Arabico, ha telefonato e scritto per chiedere dei mezzi di rientro. La richiesta coincide con il lockdown proclamato dall' India e segnalazioni analoghe arrivano dal Marocco e dalla Tunisia dove diversi turisti si sono attivati solo il 23 marzo per rientrare in Italia.
Non ci sono voli disponibili e certamente la Farnesina non può attivare dei voli di Stato per ogni richiesta.
Ci sono gli italiani che dal 22 marzo hanno deciso di rientrare da Bulgaria e Ungheria nonostante l' Italia si fosse attivata il 12 marzo per un volo Alitalia rientrato con ben 40 posti vuoti e nonostante la possibilità di rientrare via Lufthansa tramite Monaco o Francoforte.
luigi di maio da sorbillo con l'ambasciatore francese masset
Ci sono i genitori ansiosi per i figli, ma l' ansia si spinge fino a non poter accettare troppi scali per un viaggio di ritorno dalla Spagna, lamentando le tappe tra Roma, Firenze e Pistoia e chiedendo la disponibilità di un pulmino per il figlio in viaggio con valigie molto pesanti.
È l' Italia che va.