nicola cosentino foto gmt
Carlo Tarallo per Dagospia
Bufera in arrivo nel Pdl a Napoli? Sotto ‘o Vesuvio qualcuno afferma di essere pronto a dimostrare che il 12 gennaio scorso, il giorno del voto alla Camera sulla richiesta di arresto per Nicola Cosentino, non tutti i napoberluscones si affannarono a difendere il loro coordinatore regionale. Anzi: quel giorno, fino all'ultimo secondi utile, sarebbe andato in scena un risoluto "complotto" anti-Nick, fallito poi alla prova del voto (309 contrari alle manette chieste dalla procura di Napoli per presunto favoreggiamento ai casalesi, 298 favorevoli).
Una fonte anonima è in possesso di un documento che (al di là dei giudizi che se ne potrebbero dare e delle necessarie verifiche a cui dovrebbe essere sottoposto) se reso pubblico scatenerebbe un putiferio. Un "pizzino" choc che riguarda una conversazione tra due deputati Pdl ansiosi di vedere in manette Cosentino per "liberare il Pdl campano" nelle ore precedenti il voto alla Camera dei Deputati. Tra un "mandiamolo al fresco" e un "finalmente liberiamo il Pdl in Campania" la conversazione, se resa pubblica, sarebbe assolutamente imbarazzante per i protagonisti.
Chi ha il documento originale minaccia di renderlo presto pubblico: succederà davvero? Non si sa. Quello che si sa è che in tanti, sotto ‘o Vesuvio, avevano tentato nei giorni precedenti il voto di convincere Cosentino a fare un passo distensivo, dimettendosi da coordinatore regionale del Pdl. Una parte del Pdl campano premeva per sostituire Nick ‘o Mericano e "allentare la tensione".
Lo scajoliano Paolo Russo, presidente della Commissione Agricoltura, era stato individuato come successore di Cosentino. Il senatore Vincenzo Nespoli, ex alleato di Cosentino, suggeriva a Nicola una "exit strategy" attraverso le dimissioni. E Nunzia De Girolamo e Mara Carfagna cercavano di convincere Alfano della necessità di un "passo indietro". Alfano? Ma in quegli stessi momenti, tra un pallottoliere e l'altro, dove resisteva all'assedio Nicola Cosentino? A Palazzo Grazioli, ovviamente.
Ancora una volta scese pesantemente in campo il Patonza, a strenua difesa del soldato Nick "perseguitato dalla giustizia politicizzata": tra Bossi e Maroni scoppiò la guerra, una incredibile tarantella con il Governo dei Morti Viventi completamente oscurato per qualche giorno dal ritorno della vecchia rissa tutti contro tutti in Parlamento. Alla fine anche Bossi pronunciò il fatidico "nelle carte non c'è nulla" e si capi che Nick ‘o Mericano forse l'avrebbe sfangata.
Infranto sulla scogliera della volontà di Silvio Berlusconi e sulla retromarcia di protagonisti determinanti, il "complotto" fallito rientrò, ed è andata come è andata: dimissioni di Nick ‘o Mericano nelle mani del Banana e commissariamento by Nitto-nitto Palma.
Ma sotto il cappuccio del voto segreto quel giorno alla Camera dei Deputati i "sì" e i "no" si incrociarono, il "fuoco amico" impazzò, e adesso qualcuno minaccia di riaccendere il fuoco. E' bene precisare che i protagonisti di questo bombastico carteggio pronto a spuntare da un momento all'altro sarebbero due peones del Pdl, e nessuno degli avversari "politici" di Cosentino è direttamente protagonista della tarantella in questione.