Giordano Stabile per “la Stampa”
convoglio misto curdo americano raqqa
Le truppe americane entrano a Raqqa e allargano la loro presenza nel Nord della Siria, in una strategia che sembra andare oltre la battaglia contro l' Isis. Il dispositivo conta su sette basi dotate di una pista di atterraggio nel Nord, e una al Sud, al confine con Giordania e Iraq, più piccola e adibita ai droni.
Una rete che diventa ogni giorno più capillare, concentrata nel territorio conquistato dagli alleati curdi, ma con una «testa di ponte» anche al posto di frontiera di Al-Tanf, sulla direttrice Damasco-Baghdad. Il contingente di forze speciali e marines è ancor limitato, circa mille uomini, ma il lavoro logistico sembra preparare l' arrivo di una missione più ampia, sul modello di quanto è accaduto in Iraq, dove i militari statunitensi sono seimila.
Il «build-up» serve prima di tutto a rifornire e appoggiare con «istruttori» e artiglieria pesante l' assalto dei curdi a Raqqa, ultima grande città in mano all' Isis, dove ieri è stata confermata la presenza di truppe speciali Usa. (Le unità militari, ha detto il colonnello Ryan Dillon, portavoce a stelle e strisce, «consigliano, assistono e accompagnano» i combattenti delle Forze democratiche siriane nella loro avanzata»).
isis entra a raqqa nel gennaio 2014
Ma se il Kurdistan iracheno seguirà le orme dei fratelli in Iraq, verso l' indipendenza, è chiaro che le basi saranno una rete di protezione per il dopo-Isis. Dove si potrebbe inserire sotto certe condizioni anche una missione italiana, come ha anticipato a «La Stampa» il ministro della Difesa Roberta Pinotti.
Il Pentagono, per ragioni politiche, tiene un profilo basso. Ma osservatori militari e giornalisti di media internazionali hanno notato un' attività a largo raggio. L’ultima base, dove sulla pista in terra battuta si vedono aerei da trasporto C-130 appena atterrati, è stata aperta a Qarah Qawzaqal, al confine fra le province di Aleppo e Raqqa. Il sito siro-libanese Al-Masdar, filo-Assad, ha rivendicato la pubblicazione delle prime foto della nuova base in esclusiva e denunciato la presenza di «dodici basi aeree» americane in Siria.
La cifra è probabilmente esagerata, ma un comandante dei guerriglieri dello Ypg, Sipan Hamo, ha rivelato al quotidiano saudita Asharq al-Wasat che le basi dotate di pista sono «sette»: due vicino ad Hasakah, una vicino a Qamishli, due nell' area di Al-Malekiyeh, una a Tall Abyad e infine quella di Qarah Qawzaqal. Il Centcom ha replicato che il contingente «rimane limitato», anche se ha ammesso che «l'Air Force ha allargato un base aerea nella Siria settentrionale per appoggiare la battaglia per la riconquista di Raqqa», in una fase decisiva.
Le Syrian democratic forces, costituite per l'80 per cento da guerriglieri curdi, contano su 40 mila uomini. Almeno diecimila sono coinvolti nell'assalto a Raqqa e i rifornimenti di armi, munizioni, carburante sono massicci. Ma il numero delle piste di atterraggio per i C-130 sembra comunque sovradimensionato. E ancora più controversa è l'espansione militare statunitense al Sud, dove i ribelli addestrati dal Pentagono si scontrano con l'esercito governativo.
È stato il sito specializzato Already Happened ad analizzare l'espansione in quest' area, con l'osservazione di foto satellitari. A fine giugno è apparsa una pista di atterraggio nella zona di Al-Tanf dove si incrociano i confini di Siria, Giordania e Iraq.
Troppo piccola per i C-130, ma adatta ai grandi droni d' attacco Reaper. La base sembra anche la gemella di una aperta un anno fa nel Nord della Giordania. E fa parte di un progetto molto più ampio: già nel 2013, l' Assault Zone Reconnaissance Teams from the Air Force aveva individuato 300 siti adatti a costruire basi aeree «in Medio Oriente», cioè in Iraq, Siria, Giordania.