UNA MANNA A CINQUE STELLE – CON IL VOTO ANTICIPATO, "LUIGINO” SI PARA IL CULO: SALTA IL LIMITE DEL DOPPIO MANDATO E PUNTA A “RIASSORBIRE” DI BATTISTA. CHE URLA: “CHI VOTA IL GOVERNO DI MATTARELLA E’ UN TRADITORE DELLA PATRIA” - A FICO UN MINISTERO

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Alessandro Trocino per il Corriere della Sera

 

alessandro di battista con sahra alessandro di battista con sahra

La campagna elettorale, in casa 5 Stelle, è già partita. Il Movimento, scottato da due mesi di tentativi a vuoto, non ci sta all' estremo appello di Sergio Mattarella: «Il governo neutrale è un governo alla Monti, non lo votiamo». Lo sostanzia, con il solito linguaggio vivace, Alessandro Di Battista: «Chi vota questo governo è un traditore della patria. Al voto subito: bivaccare è ignobile». E il voto subito è un programma comune, tra Lega e 5 Stelle. Che puntano a rivedersi presto, subito dopo le urne, senza più la presenza ingombrante di Berlusconi.

 

BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA

La mattinata comincia con l' ennesima telefonata tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. La domanda, la solita: «Che fai, lo molli Berlusconi?». La risposta, la solita: «Eh, ci sto provando. Tu prendi tempo, io vado a Palazzo Grazioli». Risultato della visita, il solito.

 

Poi il giro di consultazioni, Salvini che chiede il preincarico, Di Maio che accusa tutti di «cinismo». Ma il momento decisivo è il faccia a faccia con i leghisti Giancarlo Giorgetti e Salvini. Di Maio non usa mezzi termini: «Matteo, mi hai fatto perdere due mesi, ed è tutta colpa tua. Inutile che dai la colpa a Berlusconi». Di Maio incalza: «Dì la verità, non puoi lasciarlo perché ti ha dato soldi quando eri in difficoltà». Il leghista replica: «Ma quali soldi, sono solo bugie. È che per me è complicato chiudere, abbiamo troppo in comune».

 

luigi di maio salvini luigi di maio salvini

A nulla son serviti i mille tentativi fatti. Come la staffetta tra leader, che non dispiaceva a M5S. E a nulla è servito il passo indietro di Di Maio: «Eravamo pronti anche a un governo Salvini». E allora stop, fine di un amore mai sbocciato. Che potrebbe essere solo rimandato. Perché si progetta un futuro, che potrebbe vederli finalmente uniti. Si decide di puntare sul voto anticipato, l' 8 luglio. I 5 Stelle chiedono un decreto per anticipare al 24 giugno. Perché tanta fretta? «Prenderemo un mucchio di voti - spiega un dirigente M5S -. Per la campagna punteremo sull' astensionismo degli elettori di Pd e Forza Italia». Girano sondaggi positivi.

 

Le tendenze web, dopo il disastroso dialogo con il Pd, sono tornate positive. M5S vola al 35%. E c' è un sondaggio che dice più o meno così: «Nella prossima campagna, voteresti Di Maio o leader come Berlusconi e Renzi?». Di Maio supera il 40%. E per la campagna si useranno Berlusconi e Renzi come spauracchi. «Sarà un ballottaggio tra noi», dice Di Maio. Ma senza farsi troppo male, concordano.

roberto fico roberto fico

 

Perché il futuro è quello di incrociarsi ancora, dopo le urne. Senza più Berlusconi. E con nuovi rapporti di forze. «Il primo mese - racconta un 5 Stelle - si batterà il Nord, a caccia non tanto dei voti della Lega, che si rivolge a una classe bassa, senza istruzione. Ma in quella fascia medio-alta, di borghesia, magari ex dc».

 

La squadra? La stessa, alla faccia del limite del doppio mandato: «Ma deciderà Grillo», dice Di Maio. Tutti ricandidati, tranne reprobi, massoni e renitenti alle restituzioni. Per Roberto Fico è già pronto un posto di ministro. Di Maio resterà candidato premier. A meno che il voto non slitti troppo. Perché in quel caso, Di Battista, che aspetta il suo turno per provarci, potrebbe scendere in campo in anticipo. Nel frattempo, si fingerà di litigare un po'. Come ieri sera in assemblea, quando Di Maio annuncia «pernacchie» per Salvini, «se Berlusconi decidesse di votare un governo tecnico». E se dopo il voto ci fosse un nuovo stallo, chiedono in assemblea i senatori Ugo Grassi e Francesco Castiello? Di Maio rassicura, senza dettagli: «Non succederà».

 

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