MARINE & GIORGIA, CARISSIME NEMICHE – LE DUE BIONDE MAL-DESTRE APRONO A UN’ALLEANZA IN EUROPA, DOPO ANNI IN CUI HANNO DIFFIDATO L’UNA DELL’ALTRA. LE PEN È RIMASTA SCOTTATA DALL’INGRESSO DEL RIVALE ZEMMOUR (E DELLA NIPOTINA TRADITRICE MARION MARECHAL) IN ECR, E LA MELONI TEME DI FINIRE SOTTOMESSA ALLA VALCHIRIA FRANCESE, CHE ALLE EUROPEE POTREBBE SUPERARE FRATELLI D’ITALIA. COME FARÀ L'ATLANTISTA GIORGIA A STARE CON LA FILO-PUTINIANA (EX?) MARINE – L’ACCORDO CON IL PPE, COMUNQUE, È LONTANO, E LO FA CAPIRE IL TEDESCO WEBER: “PER LA MAGGIORANZA I POPOLARI PARTIRANNO DA SOCIALISTI E LIBERALI…”

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1. WEBER, 'PER LA MAGGIORANZA PPE PARTIRÀ DA S&D E LIBERALI'

(ANSA) - "Il punto di partenza sarà la cooperazione con Socialisti e liberali. Le tre grandi famiglie politiche Ue hanno l'enorme responsabilità di stabilizzare e guidare l'Europa. Per noi, questo sarà il punto di partenza.

 

Prima ascoltiamo cosa hanno da dire gli elettori". Lo sottolinea, in un'intervista al quotidiano greco Kathimerini, il leader del Ppe Manfred Weber. Sulla candidatura di Ursula von der Leyen, Weber rimarca: "Ogni partito democratico deve rispettare il vincitore delle elezioni. Se il Ppe arriverà primo, avremo il legittimo diritto di presentare il nostro candidato principale come nuovo presidente della Commissione".

MANFRED WEBER INCONTRA GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI - 11 NOVEMBRE 2022 MANFRED WEBER INCONTRA GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI - 11 NOVEMBRE 2022

 

"Il Ppe esprime von der Leyen, che ha guidato la Commissione in modo eccellente negli ultimi cinque anni come prima donna presidente, cosa che mi rende orgoglioso. Insieme a Roberta Metsola, abbiamo due donne alla guida delle istituzioni europee, garantendo l'equilibrio di genere con due donne forti al timone, una proveniente dal più piccolo Paese dell'Ue, Malta, e l'altra dal più grande, la Germania, assicurando anche l'equilibrio geografico.

 

Alla luce di ciò, il messaggio a tutti gli oppositori e ai partner democratici è: rispettate il risultato delle elezioni. Se vinciamo, abbiamo il diritto di presentare un candidato in base al risultato", ha sottolineato Weber al quotidiano ellenico.

 

meloni le pen meloni le pen

"Il mio secondo messaggio è che dopo le elezioni, come presidente del Ppe e come candidata presidente della Commissione Ursula von der Leyen, parleremo a tutti i partiti democratici delle loro idee. Il punto di partenza sarà la cooperazione con Socialisti e liberali", ha aggiunto il capogruppo e presidente del Ppe.

 

E, sul programma, Weber ha sottolineato: "Per noi ci sono due elementi per i prossimi cinque anni. In primo luogo, fare tutto il possibile per mantenere la prosperità, rafforzare l'economia e aumentare la competitività dell'Europa. In secondo luogo, la più grande promessa dell'Europa è la pace. Non possiamo più garantirlo in tutta Europa a causa della guerra in Ucraina, ma almeno all'interno dell'Unione sì. Ecco perché abbiamo bisogno di un pilastro di difesa, per difendere il nostro continente".

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2. LA “MADRINA” CHE SOGNA L’ELISEO DIVENTA PENDOLO TRA LE DUE DESTRE

Estratto dell’articolo di Anais Ginori e Emanuele Lauria per “la Repubblica”

 

L’architrave della destra europea: un progetto comune, per Marine Le Pen che mira all’Eliseo e per Giorgia Meloni che in queste ore si smarca dai principali partiti che governano l’Europa e fa un azzardo elettorale.

 

Matteo Salvini, che aveva già escluso Afd dalla convention di Id a Roma del 21 marzo, si accoda. Con la prospettiva di un nuovo gruppo unitario assieme ad Orban e l’obiettivo, piuttosto ambizioso, di diventare tutti insieme determinanti per la costruzione di una nuova maggioranza a Bruxelles. Ecco cosa c’è dietro le mosse di ieri che isolano Afd: c’è un cantiere aperto. Che si anima fra mille incognite. A partire dalla distanza che il Ppe continua a tenere da quest’operazione.

 

MELONI LE PEN 2 MELONI LE PEN 2

Nel quartier generale del Rasssemblement National viene spiegato che il divorzio con gli alleati tedeschi era nell’aria: la decisione è stata precipitata dall’intervista a Repubblica di Maximilian Krah, spitzenkandidat di Id, l’eurogruppo di Le Pen e Matteo Salvini.

 

Impossibile per la leader francese, che sta tentando di cancellare qualsiasi macchia dal suo «vestito presidenziale » ritrovarsi con un politico che relativizza i crimini delle Ss. Le Pen e Meloni potrebbero portare Strasburgo più di sessanta deputati. «Sarebbe un binomio cruciale per l’equilibrio europeo », osserva Thibaut François, lo stratega di Le Pen per le alleanze.

 

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L’idea di riavvicinarle, domenica a Madrid, è stata di Santiago Abascal, il leader di Vox: «Le Pen e Abascal si conoscono sin dalla fondazione del partito spagnolo». Il rapporto fra la figlia di Jean-Marie e la premier italiana è ancora più antico. «Andavamo ai suoi comizi quando Fratelli d’Italia era al 2,5 per cento», ricorda Louis Alliot, già vicepresidente del Rassemblement National.

 

L’indifferenza mostrata da Meloni per i fratelli francesi dopo il suo arrivo a Palazzo Chigi ha deluso i lepenisti, poi scioccati quando FdI ha scelto il rivale francese Reconquête di Eric Zemmour nel gruppo Ecr. Le Pen si era vendicata con un messaggio al veleno nel raduno di Salvini.

 

Manfred Weber e Ursula von der leyen Manfred Weber e Ursula von der leyen

Cos’è cambiato? «A Meloni non sarà sfuggito che Le Pen potrebbe andare al potere nel 2027, quando lei dovrebbe essere ancora alla guida del governo italiano», è la convinzione dello stratega della leader Rn. Le distanze su tanti temi — a cominciare da Nato e Ucraina — sono superabili, prosegue François. «Il governo di coalizione italiano, con un’unione delle destre, dimostra che è possibile». Il lepenista già lavora a un’ipotesi di scioglimento di Id per creare un grande gruppo al parlamento europeo dei partiti sovranisti.

 

SELFIE GIORGIA MELONI E MARINE LE PEN SELFIE GIORGIA MELONI E MARINE LE PEN

[…] La coppia Marine e Giorgia, giurano negli ambienti della destra francese, avrebbe un effetto dirompente. «Sarebbe una svolta storica», dice François. L’altra opzione di Le Pen è una forza d’urto composta tra 130 e 160 eurodeputati di diversi gruppi, che potrebbero convergere su alcuni temi, influenzare o contrastare decisioni.

 

Uno dei primi obiettivi di questa «forza d’urto» è affossare nel voto in parlamento la candidatura di Ursula von der Leyen. E nel mirino dei lepenisti c’è anche Mario Draghi. «Non contate su di noi per votarlo. È un riciclo del sistema», commenta François.

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