Giacomo Amadori per “la Verità”
Il senatore Matteo Renzi è ormai una macchina da soldi. Infatti al suo stipendio da senatore (che lo stesso ex premier ha quantificato in 10.000 euro) aggiunge le numerose entrate che gli derivano da consulenze, conferenze e cause civili per diffamazione. Per la sua attività di conferenziere globe trotter sta firmando contratti anche a cinque zeri. Un filone così remunerativo per cui avrebbe fondato una società ad hoc, la Digistart.
MARCO TRAVAGLIO CON CARTA IGIENICA GRIFFATA RENZI
Ma anche le citazioni in tribunale di giornalisti e avversari vari si stanno dimostrando un esercizio altamente redditizio. Ad aprile aveva annunciato cause contro personaggi come il cantante Piero Pelù (che lo aveva definito «boy scout di Licio Gelli»), lo chef Gianfranco Vissani, il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio e altri, compresa una vecchietta inviperita con lui per il cosiddetto decreto Salvabanche.
Sembra che con qualche volto noto Renzi abbia già chiuso la pratica incassando ricche transazioni, mentre con altri la guerra continua. Per esempio ieri il suo ufficio stampa ha comunicato che l' ex Rottamatore ha incaricato i propri legali di procedere con un' azione civile contro Il Fatto Quotidiano per gli articoli firmati da Carlo Tecce e Tomaso Montanari il 25 settembre.
MATTEO RENZI A L'ARIA CHE TIRA
Il primo servizio si intitolava «Politico e oratore: Renzi (ri)organizza le sue casse» e faceva i conti in tasca al leader di Italia viva; il secondo aveva invece questo incipit: «L' imbarazzante fuga di Matteo Renzi dal Partito democratico non è solo l' occasione per capire una volta per tutte la vera natura di questo piccolo imprenditore del proprio potere, personale e di clan (inseparabile dallo "stantio odore di massoneria" captato per tempo da Ferruccio de Bortoli)».
E deve essere stata propria quest' ultima citazione a far infuriare il fu Rottamatore.
MATTEO RENZI A L'ARIA CHE TIRA
Infatti la settimana scorsa l' avvocato fiorentino Lorenzo Pellegrini ha depositato una richiesta di risarcimento danni da 100.000 euro per diffamazione contro l' ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli e una richiesta di mediazione all' Organo di conciliazione di Firenze per le «plurime espressioni offensive» che avrebbero leso la reputazione di Renzi.
Tra le frasi contestate c' è proprio quella sulla «massoneria», vergata nel 2014: «Il patto del Nazareno finirà per eleggere anche il nuovo presidente della Repubblica, forse a inizio 2015. Sarebbe opportuno conoscerne tutti i reali contenuti. Liberandolo da vari sospetti (riguarda anche la Rai?) e, non ultimo, dallo stantio odore di massoneria». Nel 2015, sempre de Bortoli, è tornato alla carica: «Del giovane caudillo Renzi che dire? Un maleducato di talento», dove l' accostamento a Francisco Franco o comunque a un dittatore è stato ritenuto dall' ex premier diffamatorio. Infine l' avvocato Pellegrini contesta un capitolo del libro di de Bortoli Poteri forti (o quasi), in cui, nel 2017, l' autore avrebbe riportato «falsamente» un episodio che si sarebbe verificato a Forte dei Marmi nell' estate del 2014. Nell' occasione, secondo de Bortoli, l' allora premier avrebbe intimidito in hotel l' inviato Marco Galluzzo del Corriere, accusandolo di violare la sua privacy.
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