1. UE, MELONI PRENDE TEMPO SU FITTO PER NEGOZIARE CON VON DER LEYEN
Estratto dell’articolo di Emanuele Bonini e Federico Capurso per “La Stampa”
Giorgia Meloni è ancora in vacanza, immersa nelle campagne della valle d'Itria, in Puglia. Sa che entro il 30 agosto dovrà formalizzare a Bruxelles la candidatura di Raffaele Fitto come commissario europeo italiano, eppure, nonostante i via libera già arrivati da Matto Salvini e Antonio Tajani, lei vuole prendere altro tempo.
C'è una data cerchiata in rosso, quella del 27 agosto, quando si riunirà il primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva. Lì si chiuderà formalmente la partita. A tre giorni, quindi, dalla scadenza fissata dall'Ue. «Senza che ce ne sia necessità. La stiamo tirando troppo per le lunghe», sbuffano dai piani alti di Forza Italia.
GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN AL G7
Questo tergiversare ostinato, mentre gli altri grandi Paesi hanno già espresso un loro candidato, inizia a provocare un certo nervosismo tra i forzisti, che vorrebbero vedere, sostanzialmente, un'altra postura dell'Italia ai tavoli europei.
Ma quella di Meloni «è una strategia», continuano a ripetere fonti di Palazzo Chigi. La premier vuole aspettare fino all'ultimo, nella convinzione di poter strappare qualcosa di più nella trattativa con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sulle deleghe e le vicepresidenze esecutive. Ricorda un po' la tattica utilizzata dopo le Europee, quando a Bruxelles si dovevano decidere i vertici istituzionali dell'Unione.
In quell'occasione non andò benissimo, con Meloni esclusa dagli accordi sulla presidenza del Consiglio europeo. Ecco, anche alla luce di questa negativa esperienza, nel partito di Tajani - che in Europa siede tra i Popolari europei, lo stesso partito di von der Leyen - ci si chiede che senso abbia essere tra gli ultimi a formalizzare un nome, quello di Fitto, che per altro era stato già ampiamente concordato con la presidente della Commissione Ue.
[…] Allo stato attuale sono rimaste solo Bulgaria, Romania, Belgio, Lussemburgo, Lituania e Italia a non avere un nome definito. Parigi ha indicato con ampio anticipo Thierry Breton, l'attuale commissario per il Mercato interno, per un portafoglio di peso di natura economico-industriale, mentre Madrid gioca la carta Teresa Ribera, ministra per la Transizione a caccia del portafoglio energetico.
Gli olandesi confermano Woepke Hoekstra, attuale commissario per il Clima e un passato da ministro delle Finanze utile a rivendicare incarichi economici. Le altre capitali hanno insomma un negoziato ben avviato e avanzato, a differenza di un'Italia ancora in tempo, ma comunque indietro.
A Bruxelles si continua a ripetere che si attendono le indicazioni di Roma sul nome da inserire nel nuovo team von der Leyen, e sulla base di questo si può avviare il ragionamento sulle competenze. Da Palazzo Chigi, invece, rispondono che, informalmente, si è comunque già iniziato a trattare. […]
Sembra sfumare definitivamente, quindi, l'ipotesi che, insieme a Fitto, Meloni giochi la carta di Elisabetta Belloni, diplomatica di grande esperienza, ora alla guida del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. In questo contesto la priorità è avere una squadra, quindi ben venga anche un solo nome. Purché Roma lo formalizzi.
2. CON FITTO DESTINATO ALLA UE L’IPOTESI DI UN MINISTRO TECNICO «DEL CALIBRO DI CINGOLANI»
Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
[…] L’idea, che ha cominciato a rimbalzare dalla masseria Beneficio ai telefoni di ministri e dirigenti di FdI, è quella di affidare una parte delle deleghe di governo di cui attualmente si occupa Raffaele Fitto a una personalità esterna alla famiglia politica di Fratelli d’Italia.
Un profilo tecnico, che un esponente del governo definisce «di chiara fama», azzardando un nome «del calibro di Roberto Cingolani». Una scelta che consentirebbe alla premier di tenere a bada gli appetiti dei partiti. Quanto ai dossier ora in carico al ministro Fitto, ai piani alti del governo si ragiona sulla possibilità di «spacchettarli» in due blocchi di competenze.
giulio terzi di sant agata foto di bacco
Da una parte gli Affari europei, di cui la stessa Giorgia Meloni potrebbe assumere l’interim o che potrebbe affidare a un meloniano sui generis come Giulio Terzi di Sant’Agata, già ministro degli Esteri nel governo Monti.
Dall’altra parte il blocco Pnrr-Coesione-Sud: l’ipotesi di dividerne responsabilità sui tavoli di Palazzo Chigi è stata a lungo soppesata, ma i due sottosegretari alla presidenza, Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, si dicono entrambi troppo oberati di lavoro.
Sulla designazione del commissario italiano Meloni farà un passaggio formale nel primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva, che potrebbe tenersi il 28 agosto. […]
giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa
Meloni non si accontenta di un portafoglio che includa Bilancio, Pnrr e Coesione e vuole ottenere per il dirigente di FdI anche una vicepresidenza esecutiva. Due gli ostacoli. Allo stesso obiettivo puntano Francia, Spagna e Polonia e non è nemmeno detto che Ursula von der Leyen voglia riproporre lo schema del suo primo mandato, quando nominò sei vice, di cui tre esecutivi. Ma la premier intende far capire alla presidente della Commissione che darla ad altri Paesi e non all’Italia «sarebbe per noi un problema».
Un altro problema non piccolo nell’orizzonte del governo Meloni è la terza legge finanziaria, da varare quest’anno con le nuove regole del patto di Stabilità europeo. La manovra sarà al centro del vertice del 30 agosto tra la premier e i suoi vice, Tajani e Salvini. […]