Francesco Olivo per “La Stampa” - Estratti
La partita in Emilia-Romagna sembra chiusa, ma va giocata per vincerne un'altra: nessuno davvero nel centrodestra pensa di poter vincere le Regionali. Eppure lo scontro dell'ultima settimana prima del voto si concentra tutto su Bologna.
Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini saranno oggi nel capoluogo emiliano, senza alcuna seria ambizione di strappare la Regione al centrosinistra, ma con un occhio all'altro territorio al voto di domenica e lunedì prossimi: l'Umbria.
Anche così si spiega l'escalation verbale degli esponenti del centrodestra, che ha scaldato la domenica.
I leader della coalizione, dopo la tappa bolognese organizzata in tono minore in un hotel della periferia, saranno giovedì prossimo a Perugia per la chiusura della campagna elettorale di Donatella Tesei, la governatrice leghista che sembrava lontana dalla riconferma ma che, negli ultimi mesi, è risalita nei sondaggi. Vincere in Umbria significherebbe per il governo ribaltare i peggiori auspici dei mesi scorsi, quando l'opposizione sperava in un "cappotto" , 3-0, alle Regionali (Liguria, Emilia-Romagna e Umbria). Dopo il successo dell'ex sindaco di Genova Marco Bucci, la maggioranza ora spera di vincere in due Regioni su tre, un 2-1 che rafforzerebbe la coalizione, nel difficile momento della manovra.
scontrI A BOLOGNA tra collettivi antifascisti e polizia
Oggi è il giorno di Bologna. L'atmosfera in città, dopo gli scontri di sabato, è tranquilla, ma ci sono segnali di allarme, come i manifesti con i volti insanguinati di Meloni e della ministra (bolognese) dell'Università Anna Maria Bernini, che annunciano uno "sciopero studentesco" per venerdì prossimo, ribattezzato "No Meloni day".
Con discrezione, le autorità chiedono a tutte le forze politiche di abbassare i toni.
manifestazione e contromanifestazione in centro a bologna
Il video nel quale Salvini ha attaccato i manifestanti con un linguaggio durissimo, inedito persino per lui, definendoli «zecche rosse, comunisti delinquenti, criminali», dimostra che il leader della Lega ha deciso di alzare il livello dello scontro. In molti hanno notato che la proposta di chiudere i centri sociali viene fatta proprio alla vigilia del comizio dei leader nazionali, quando lo stesso Salvini sarà in città.
scontrI A BOLOGNA tra collettivi antifascisti e polizia
Fratelli d'Italia ha evitato di seguire il ministro dei Trasporti su questo terreno. Gli esponenti meloniani sono intervenuti in sequenza per condannare le affissioni macabre su Meloni e Bernini («manifesti infami», dice il capogruppo alla Camera Tommaso Foti), ma senza coinvolgere negli attacchi il sindaco di Bologna, Matteo Lepore.
I vertici dei partiti ammettono in privato la debolezza della candidata civica Elena Ugolini, che ha deluso tutti in campagna elettorale, arrivando a dichiarare, nel corso di un confronto con l'avversario Michele De Pascale organizzato da Open, di non aver votato alle ultime Europee. Una gaffe a cui ne è seguita un'altra, quando Ugolini, in un incontro a Faenza con gli alluvionati, aveva parlato di «migliaia di documenti» ricevuti dal generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario del governo alla ricostruzione in Emilia-Romagna.
scontrI A BOLOGNA tra collettivi antifascisti e polizia
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