1. ANM, NON DECIDIAMO IN BASE ALLE NECESSITÀ DEL GOVERNO
(ANSA) - "L'Associazione nazionale magistrati chiede con forza che la giurisdizione sia rispettata come esercizio di una funzione del tutto autonoma ed indipendente. Non può attendersi dalla magistratura che assuma decisioni ispirate dalla necessità di collaborazione con il governo di turno. Se agisse facendosi carico delle attese della politica, la magistratura tradirebbe il mandato costituzionale".
Così la Giunta esecutiva centrale dell'Associazione nazionale magistrati in una nota. "I magistrati esprimono fondata preoccupazione quando il dileggio prende luogo della critica e il dissenso dei più alti esponenti del governo viene affidato ad accuse di pregiudizialità ideologica, di abnormità o di esondazione nella sfera riservata alla politica", prosegue l'Anm.
Per la Giunta esecutiva centrale dell'Associazione nazionale magistrati "è sorprendente che questa elementare evidenza democratica debba essere riaffermata per rispondere alle aspre e strumentali polemiche che si sono scatenate all'indomani delle ordinanze con cui la sezione specializzata del tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento di alcuni richiedenti asilo allocati nel centro sito in territorio albanese.
I provvedimenti giudiziari possono certo essere criticati. I magistrati italiani non sono chiusi alla critica anche severa ma rispettosa del loro ruolo". L'Anm ha anche parlato di "manifestazioni di dichiarata insofferenza nei confronti di una funzione che risponde soltanto alla legge e in alcune materie, come l'immigrazione, prioritariamente al diritto sovranazionale ed europeo in particolare.
L'auspicio - conclude la nota - è che si prenda tutti consapevolezza che primo interesse della collettività intera è la salvaguardia della credibilità delle sue Istituzioni. Le ricorrenti accuse di politicizzazione in danno di quei magistrati che assumono decisioni sgradite alla Politica offendono, prima ancora che i magistrati e la Magistratura, il Paese e il suo assetto democratico".
2. "NOI MAGISTRATI NON STAREMO ZITTI IL RISCHIO È FINIRE COME L'UNGHERIA"
Estratto dell’articolo di Grazia Longo per “La Stampa”
«Questo è un governo sovranista che non rispetta le leggi europee e punta a zittire la magistratura. Non resteremo in silenzio e difenderemo la nostra autonomia e indipendenza. Non vogliamo fare la fine di Ungheria e Polonia».
Stefano Musolino, procuratore aggiunto a Reggio Calabria e segretario nazionale di Magistratura Democratica, assicura che non faranno sconti ai mille attacchi del governo.
In che modo potrete reagire?
«È nostro dovere fare moral suasion per spiegare ai cittadini gli interessi in gioco anche in virtù di una certa stampa che […] fa […] solo l'interesse del governo, come chi ha pubblicato le email della chat di Anm, documenti riservati che sono stati strumentalizzati».
Si riferisce alla email del sostituto procuratore della Cassazione Marco Patarnello dove la premier Meloni veniva definita «un pericolo più forte di Berlusconi»?
«Quella frase è stata estrapolata da un contesto più ampio e più approfondito dove il collega ribadiva peraltro che noi magistrati "non dobbiamo fare opposizione politica". Ma queste parole non sono state riprese dalla presidente del consiglio ed è emersa una verità distorta. Non dovrebbe accadere che da un'email si prendano solo alcune frasi e si costruisca una narrazione diversa dal testo completo».
Il vicepremier Matteo Salvini sostiene che Patarnello dovrebbe essere licenziato.
«Purtroppo non è la prima volta che Salvini anziché discutere di temi a lui sgraditi attacca le persone. […] Ora si scaglia contro chi difende i giudici di Roma che si sono espressi contro il rimpatrio dei 12 migranti dall'Albania all'Egitto e al Bangladesh. Paesi che la Corte di giustizia europea ritiene non sicuri. Ma Salvini, da buon sovranista, è allergico all'Europa».
Anche Giorgia Meloni è stata dura. Ha detto che i giudici stanno all'opposizione.
«Trovo ancor più grave l'affermazione che i giudici non collaborano con il governo. C'è un errore di fondo nell'idea di Meloni in merito ai rapporti istituzionali, lei vuole una magistratura servente. Dovrebbe invece tenere conto della separazione dei poteri garantita dalla Costituzione».
Anche il presidente del Senato Ignazio La Russa è pronto a cambiare la Costituzione a sfavore della separazione dei poteri. Cosa ne pensa?
«Secondo La Russa quando il governo vuole applicare una norma la magistratura deve stare zitta. Non lo faremo, perché un Paese con una magistratura non indipendente è un Paese più povero. L'esecutivo vuole indebolirci anche con la separazione delle carriere che rientra nel più vasto progetto del premierato».
meloni la russa LA MAIL DI MARCO PATARNELLO GIORGIA MELONI E LA MAGISTRATURA BY ALTAN MAGISTRATI