SUL MES MELONI E COMPAGNIA SCHERZANO CON IL FUOCO – I TENTENNAMENTI DEL GOVERNO SULLA RATIFICA DEL FONDO SALVA STATI È UN GUAIO: L’ITALIA È RIMASTA L’UNICA A NON AVER ADERITO ALLA RIFORMA, E TUTTO QUESTO NON AIUTA AD AMMORBIDIRE I TONI CON L’UE. ANZI, RENDE IL DIALOGO PRATICAMENTE IMPOSSIBILE: NON A CASO IERI È ARRIVATO IL “PIZZINO” DELLA LAGARDE, A CUI GLI ESPONENTI DEL GOVERNO HANNO RISPOSTO ALZANDO IL TIRO – IL MINISTRO DELLA DIFESA, CROSETTO: “SONO L’UNICO CHE NON VOTÒ IL MES QUANDO LO VOTÒ TUTTO IL PARLAMENTO, MI RIFIUTO DI RISPONDERE SUL TEMA…”

-

Condividi questo articolo


1. MES: CROSETTO, SONO UNICO CHE SI RIFIUTÒ DI VOTARLO

GUIDO CROSETTO E GIORGIA MELONI GUIDO CROSETTO E GIORGIA MELONI

(ANSA) – "Fra tutti quelli a cui poteva fare la domanda sul Mes, l'ha fatta a quello sbagliato, sono l'unico che non lo votò quando lo votò tutto il Parlamento, mi rifiuto di rispondere sul tema". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, al decennale di FdI, in corso a Roma.

 

Il ministro Crosetto ha poi chiarito e aggiunto: "Quando non ho votato il Mes mi incuriosiva che il Mes non fosse sottoposto ad alcun giudizio politico e che nessuna persona del Mes può essere sottoposta a controllo.

 

Cioè nessuna autorità giuridica può intervenire sul personale, come se fosse fuori dal mondo e il Meccanismo può operare indipendentemente da tutto. Almeno queste regole basilari a un'organizzazione a cui affidiamo la gestione dei debiti sovrani quando gli Stai membri vanno in crisi, dovremmo averle".

christine lagarde christine lagarde

 

2. MES: TAJANI, FAVOREVOLE A USO MA PERPLESSO SU REGOLAMENTO

(ANSA) - "Non posso cambiare la mia posizione, sull'uso del Mes sono sempre stato favorevole, ho perplessità sul regolamento del Mes, un regolamento che rende la struttura completamente libera da qualsiasi controllo democratico".

 

Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al decennale di FdI, in corso a Roma. "La signora Lagarde è costretta ad andare in Parlamento a raccontare le scelte della Bce, il direttore del Mes non deve rendere conto a nessuno.

 

GIANCARLO GIORGETTI ANTONIO TAJANI GIANCARLO GIORGETTI ANTONIO TAJANI

Io ritengo che questo regolamento non sia sufficientemente europeista, non c'è un controllo parlamentare, questa è la mia riserva, pur essendo favorevole all'utilizzo del Mes. Deve essere il Parlamento a prendere una decisione, ci sono tante riserve ma quelle sul regolamento non mettono in discussione il fatto che l'Ue sia la nostra stella polare".

 

3. LAGARDE CI SUONA LA SVEGLIA SUL MES GIORGETTI FRENA E CHIAMA LE CAMERE

Vincenzo R. Spagnolo per “Avvenire”

 

christine lagarde 1 christine lagarde 1

Suonano più come un ammonimento che come un mero auspicio, le parole della presidente della Bce Christine Lagarde. «Speriamo», incalza la governatrice della banca europea, «che l'Italia ratifichi velocemente la riforma del Meccanismo europeo di stabilità», che è parte integrante del completamento dell'unione bancaria.

 

Un ammonimento che conferma come, dopo il giudizio positivo dato al Mes da parte della Corte costituzionale, il pressing su Roma da parte delle istituzioni europee stia crescendo d'intensità. L'Italia rischia infatti di restare l'unico Stato, fra i 27, a non aver sottoscritto la riforma.

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

E la mancata ratifica - avverte Lagarde - potrebbe avere conseguenze non positive, per via della relazione fra il Mes e l'Omt (il programma di acquisto di bond della Bce ideato sotto la presidenza di Mario Draghi, che richiede la sottoscrizione di un protocollo d'intesa con il Mes), perché non consentirebbe di attivare il programma, qualora dovesse essere necessario.

 

Di fronte al pressing di Bruxelles, tuttavia, il governo guidato da Giorgia Meloni continua a temporeggiare. Il ministro leghista dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che già mercoledì aveva rivendicato la necessità di un «ampio e adeguato dibattito» delle Camere, rifacendosi a un atto parlamentare d'indirizzo, ieri ha tenuto il punto: «C'è anche il Parlamento, no? Il Parlamento ha dato un indirizzo, non è che io posso andare contro. Adesso il Parlamento si esprimerà ancora e faremo quello che dobbiamo fare».

LUCA CIRIANI LUCA CIRIANI

 

A lui, si aggiunge il titolare dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani (Fdi), che bolla il Mes come «uno strumento datato, vecchio», dicendosi «molto scettico sulla ratifica».

Il richiamo alla sovranità del Parlamento ricorre pure nelle parole di Tommaso Foti, capogruppo di Fdi alla Camera: «Siamo impegnati su legge di bilancio. Gli auspici sono legittimi. Le scelte, ancora più legittime, saranno del Parlamento italiano».

 

GUIDO CROSETTO E GIORGIA MELONI GUIDO CROSETTO E GIORGIA MELONI

Insomma, la maggioranza frena, Forza Italia compresa: «La nostra posizione è stata chiarita in una mozione parlamentare contraria ad alcuni aspetti del regolamento del Mes. Come Forza Italia manteniamo la nostra posizione e lavoriamo ad una soluzione», fa sapere il capogruppo azzurro alla Camera, Alessandro Cattaneo.

 

Un atteggiamento che fa irritare le opposizioni, che lanciano bordate: «Lagarde ha dato la sveglia al governo e al ministro Giorgetti - attacca il responsabile Economia del Pd, Antonio Misiani -. Il tempo della melina è finito. È ora che il governo si assuma le proprie responsabilità, abbandonando le posizioni ideologiche del passato e ratificando un trattato che è interesse nazionale rendere presto operativo».

 

GUIDO CROSETTO E ANTONIO TAJANI IN SERBIA GUIDO CROSETTO E ANTONIO TAJANI IN SERBIA

Gli fanno eco i parlamentari 5s, affermando che, dopo il via libera della Corte costituzionale tedesca, «è venuta meno l'ultima foglia di fico. Il governo non ha più alibi: la smetta di nascondersi e abbia il coraggio di dire qual è il suo orientamento, se ne ha uno». Anche i terzopolisti chiedono alla premier Giorgia Meloni di muoversi: «È da patrioti dire no al Mes e isolare l'Italia dall'Europa? - argomenta la presidente di Azione Mara Carfagna -. Anche la Bce invita il governo a darsi una mossa, perché siamo ormai rimasti soli in questa assurda battaglia, in cui il sovranismo lede l'interesse degli italiani. Non ci sono più scuse».

christine lagarde christine lagarde

 

E il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, twitta: «Dire no al Mes significa andare contro l'interesse degli italiani», scrive, «e chiunque abbia a che vedere con la sanità sa che i soldi del Mes sanitario», circa 37 miliardi di euro, servono come il pane. Sì al Mes, subito».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)