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DAGOREPORT
Il ‘caso Boccia’, che ha costretto alle dimissioni Gennaro Sangiuliano, si sta sviluppando in una sorta di metastasi, quel fenomeno con cui le cellule tumorali si spostano dalla zona in cui si sono formate a un'altra parte del corpo.
Uno per tutti: i titoli di oggi sugli usi e abusi di Sergio Castellitto al Centro Sperimentale di Cinematografia di Cinecittà, una delle tante nomine scervellate dell’ex ministro in calore della Cultura, fatta seguendo il consiglio di Pupi Avati.
Quando Giorgia Meloni s’introna a Palazzo Chigi e memore delle affettuose attenzioni dell’allora direttore del Tg2, transfuga da una Lega in caduta libera alla corte di Fratelli d’Italia, si impunta sul nome di Sangiuliano a capo di un dicastero di prima fascia come i Beni Culturali (si stima che l’Italia concentri dal 60% al 75% di tutti i beni artistici esistenti in ogni continente), il sottosegretario “genio” Fazzolari, espresse apertamente il suo disaccordo. Ci possiamo fidare di uno nomignolato “Tarzan” per essere saltato da una liana all’altra, afferrando e abbandonando ben 9 tra partiti e movimenti?
Alla fine la neo premier convince Fazzolari: uno come Gennarino, vedrai, è affidabile come un cagnolino e farà tutto ciò che noi vogliamo. Punto. Del resto, tutti gli altri nomi di papabili sul tavolo, da Giordano Bruno Guerri a Marcello Veneziani, erano etichettati come “incontrollabili”.
Dalla prima nomina di un museo, Alessandro Giuli al Maxxi alla presidenza di Pietrangelo Buttafuoco alla più importante manifestazione internazionale italiana d’arte, la Biennale veneziana, Sangiuliano esegue come un soldatino i desiderata di Palazzo Chigi, malgrado temesse la ambizione dei due tipini (Giuli già un anno fa annunciava agli amici a tavola che lui al Maxxi era solo di transizione perché sarebbe asceso alla prima poltrona del Collegio Romano, come è poi avvenuto).
Anche quando Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri suggeriscono al ministro esordiente di prendersi come capo di gabinetto Francesco Giglioli, un altro debuttante assoluto in quel ruolo apicale (è il funzionario che collabora con il ministro nello svolgimento dei propri compiti istituzionali, istruisce ed esamina gli atti, coordina l'intera attività di tutti gli uffici), il Bombolo del Golfo non fa una piega.
Il curriculum di Giglioli sgrana una carriera di consigliere parlamentare dal 2006, che ha poi ricoperto il ruolo di capo ufficio della segreteria della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Ma esperienza di capo gabinetto, zero.
MARIA ROSARIA BOCCIA E GENNARO SANGIULIANO AL FESTIVAL DEL LIBRO POSSIBILE POLIGNANO A MARE 1
A capo della segreteria tecnica del ministero il buon Fazzolari, per la serie: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, spedisce il suo fedele Emanuele Merlino. Per ricoprire il ruolo di portavoce Sangiuliano fa la prima scelta personale: il capo dell’ufficio stampa e comunicazione del ministero della Cultura, il giornalista Andrea Petrella, è una sua vecchia conoscenza napoletana dei tempi Rai, anche lui al suo debutto in un ministero, avendo come esperienza di aver curato nel 2005 l’ufficio stampa del Comune di Acerra.
La seconda nomina fiduciaria è il capo della segreteria, Antonio Di Maio, ex finanziere, legato da un antico rapporto di fiducia e amicizia con Genny. E’ il suo “portaborse” a cui assegna un ruolo di massima delicatezza e importanza perché ha in mano l’agenda del ministro, quindi deve conoscere e proteggere tutti i suoi spostamenti sia pubblici che privati.
Alle dipendenze di Di Maio, ci sono almeno sei segretarie, impegnate a rispondere alle telefonate e prendere appunti. Tra queste brilla l’affascinante Narda Frisoni, una signora di Bellaria, Rimini, che però risulta completamente distante dall’orbita di Sangiuliano, avendo ricoperto per tutta la sua carriera il ruolo di ufficio stampa della Lega alla Regione Lombardia.
E’ al Pirellone che avviene l’incontro fatale con il leghista Massimo Garavaglia, all’epoca assessore. Quando nel 2021 Garavaglia, nominato ministro del turismo, sceglie Frisoni come portavoce, succede qualcosa: perché dopo quattro settimane si scioglie il rapporto.
Malgrado l’aperta ostilità nei suoi confronti degli ambienti del Carroccio, al tempo del governo Draghi, la bella Narda trova una occupazione sempre da ufficio stampa con il sottosegretario leghista Tiziana Nisini, nel 2021 sottosegretario al Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
MARIA ROSARIA BOCCIA GENNARO SANGIULIANO
Quando Narda Frisoni nel febbraio 2023 viene nominata a capo della segreteria sostituendo Di Maio spostato a segretario particolare di Genny, tra le stanze e i corridoi del ministero tutti si domandano: come è possibile che una addetta a rispondere al telefono e a prendere appuntamenti, che non ha mai avuti precedentemente alcun tipo di rapporto col ministro, riesca a conquistare un ruolo così apicale nell’organigramma di Sangiuliano?
La leggenda vuole che il debutto della segretaria Frisoni, laureata in Scienze politiche e giornalista pubblicista, a capo della segreteria tecnica di Genny il Caldo, sia stato caldeggiato dal ministro Giancarlo Giorgetti, persona che lei, con i colleghi del Collegio Romano, non ha mai nascosto di conoscerlo. E bene.
beatrice venezi marvi de angelis narda frisoni a Venezia per la mostra del cinema
Il nome della Frisoni compare in molti dei documenti mostrati nei giorni scorsi da Maria Rosaria Boccia, l’imprenditrice 41enne campana con cui Sangiuliano ha ammesso di aver avuto una relazione, compresa la mail (datata 15 luglio) inviata a lei dalla Frisoni, con i biglietti aerei e la carta d’imbarco per un viaggio con Sangiuliano.
Il suo destino è segnato, al pari di altri collaboratori di Sangiuliano che verranno fatti fuori da Giuli al termine del G7 della Cultura. Ma vedendola alla recente Mostra del Cinema a Venezia dove si è fatta fotografare, splendida splendente, in compagnia di Beatrice Venezi e di una nota addetta alla moda, Marvi De Angelis, Narda non sembra per nulla preoccupata del suo futuro. Anzi…
giancarlo giorgetti in conferenza stampa 1 marvi de angelis LA RUSSA GASPARRI narda frisoni 7