MOVIMENTO 5 SCHEGGE: OGNUNO VA PER LA SUA STRADA - CONTE VUOLE LOGORARE DRAGHI E ANDARE AL VOTO ANTICIPATO SUBITO DOPO L'ELEZIONE DEL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. MA L'AVVOCATO DI PADRE PIO, INCALZATO DA TRAVAGLIO-DIBBA-LEZZI, NON HA NEANCHE PRESO IL CONTROLLO DEL M5S - I PARLAMENTARI GRILLINI NON VOGLIONO PERDERE LA POLTRONA E POTREBBERO DECIDERE DI UCCELLARE CONTE E CASALINO (NON HANNO NEANCHE VERSATO IL CONTRIBUTO MENSILE AL PARTITO PER IL SUO "PROGETTO")

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Domenico Di Sanzo per "il Giornale"

mario draghi giuseppe conte mario draghi giuseppe conte

 

Eureka. Giuseppe Conte è convinto di aver trovato la strategia giusta per tornare protagonista. L' ex avvocato del popolo da qualche giorno si è ringalluzzito. E, nonostante i problemi con Davide Casaleggio, ha ricominciato a dettare l'agenda. Il suo scopo, a lungo termine, è quello di arrivare al voto anticipato subito dopo il semestre bianco. Per farlo, l'unica strada è quella di logorare il governo Draghi. Un gioco che però espone l'avvocato al rischio di difficoltà interne: nessuno dei parlamentari Cinque Stelle vuole andare a casa prima del tempo.

rocco casalino e giuseppe conte rocco casalino e giuseppe conte

 

Insomma, Conte potrebbe essere logorato a sua volta dall' ostruzionismo dei gruppi parlamentari grillini. Comunque, a riprova del rinnovato dinamismo contiano citiamo le voci, riportate da alcuni giornali, che vedrebbero un M5s tentato dall' azzardo di mollare Mario Draghi da un momento all' altro. Una fonte parlamentare di primo livello con il Giornale smentisce le tentazioni da parte di big ed eletti: «Nel Movimento solo uno vuole lasciare Draghi e non sta in Parlamento». Si tratta, naturalmente, del leader grillino in pectore.

GIUSEPPE CONTE MARIO DRAGHI GIUSEPPE CONTE MARIO DRAGHI

 

L' ex premier brama la rivincita dopo l' operazione politica che lo ha fatto traslocare da Palazzo Chigi. Tra i 5s c' è chi sostiene che il suo unico scopo sia quello di tornare a Chigi. Sogno difficile da realizzare stando ai sondaggi.

 

Più realistico pensare che Conte voglia tornare al governo, magari come ministro. Senza fretta, ma senza tregua, il percorso che ha nella testa il neo leader del Movimento dovrebbe portare a un ritorno sulla scena che conta. In un quadro del genere, lo scettro di capo politico del partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sarebbe più che altro funzionale alla scalata del potere. Perciò in tanti scommettono che all' indomani della ratifica della sua leadership, Conte farà partire l'operazione di logoramento della maggioranza che sostiene l'ex governatore della Bce.

 

MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE

Il primo appuntamento per marcare i distinguo sarà la riforma della giustizia. Un antipasto della determinazione dell'avvocato di Volturara l'abbiamo avuto con la precisazione sulle scuse garantiste di Luigi Di Maio all' ex sindaco di Lodi Simone Uggetti. Conte ha tracciato la linea che lo separa dalla conversione - o maturazione - del ministro degli Esteri.

Garantisti sì, ma non troppo. A partire dal 3 agosto, inizio del semestre bianco, ci saranno sei mesi per dipanare la strategia. In modo da farsi trovare pronti a febbraio del 2022.

 

conte di maio conte di maio

Quando il nuovo inquilino del Quirinale potrà sciogliere le Camere. Con Draghi sul Colle più alto, l'operazione della chiamata alle urne sarebbe più semplice. Con uno schema diverso, bisognerà forzare la mano. In mezzo ci sono le comunali nelle grandi città, su cui Conte non vuole mettere il cappello, e la risoluzione della diatriba con Davide Casaleggio. Con il voto anticipato, Conte plasmerebbe il suo M5s. Le liste sarebbero piene zeppe di fedelissimi, mentre una deroga al limite dei due mandati salverebbe solo qualche super-big.

 

ELISABETTA TRENTA ELISABETTA TRENTA

Come tutti i piani ambiziosi, anche quello del prossimo capo politico ha le sue trappole. Un ostacolo non indifferente sono i gruppi parlamentari, riluttanti anche a pagare il nuovo contributo mensile al partito. Se il neo leader provasse a logorare Draghi, deputati e senatori logorerebbero Conte.

 

«Nessuno vuole andare a casa prima», tagliano corto dal M5s. E poi c' è lo sfarinamento continuo: di ieri sera la defezione dell' ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta, ch eha ringraziato Di Maio ma ha aggiunto di non riconoscersi più in un M5s che «non è più la casa della trasparenza». Continuerà a fare politica. Dove? Altrove.

 

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