"ALLIBISCO NEL LEGGERE LO SFORZO SPASMODICO A INDIVIDUARE UN MARCHIO DI FASCISMO IN GIORGIA MELONI O NEI SUOI CONSANGUINEI DI PARTITO, SIANO IGNAZIO LA RUSSA O MILLE ALTRI – CHE C’ENTRA IL FASCISMO CON L’ITALIA DI OGGI IN CUI LA GRANDE DIADE AVVERSATIVA NON È AFFATTO TRA POSSIBILI FASCISTI E POSSIBILI ANTIFASCISTI E BENSÌ TRA CHI LE TASSE LE EVADE (CENTO MILIARDI DI EURO DI EVASIONE FISCALE ANNUA) E CHI NO. O MI STO SBAGLIANDO?"

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Giampiero Mughini per Dagospia

 

MUGHINI MUGHINI

Caro Dago, premesso che io vivo nelle nuvole dato che nove volte su dieci scrivo di cose avvenute trenta o cinquant’anni fa o anche più, allibisco nel leggere da tante parti una sorta di sforzo spasmodico a individuare un qualche marchio di fascismo in Giorgia Meloni o nei suoi consanguinei di partito, siano Ignazio La Russa o mille altri. Eccolo lì il marchio, eccolo là, eccolo lì e là, commentano in tanti. Ne sta parlando uno che dalla diade avversativa fascismo/antifascismo è stato segnato nel profondo. Al tempo in cui un comparto della mia biblioteca era dedicato a quella contrapposizione, i miei libri sull’argomento erano 500 o 600.

 

giorgia meloni ignazio la russa sergio mattarella guido crosetto giorgia meloni ignazio la russa sergio mattarella guido crosetto

Solo che erano libri che narravano gli uomini e le cose del 1921 (nascita del fascismo mussoliniano), 1925 (delitto Matteotti e consolidamento del potere mussoliniano), 1938 (leggi razziali, il tempo in cui ai ragazzi ebrei furono chiuse le porte delle scuole), 1940-1941 (il tempo in cui l’Italia dichiarò guerra via via alla Francia, all’Urss, agli Usa), luglio 1943 (il tempo in cui il bombardamento alleato del Quartiere San Lorenzo induce il fior fiore del gruppo dirigente fascista a defenestrare Mussolini), settembre 1943-aprile 1945 (il tempo della sanguinosa guerra civile tra italiani), l’immediato dopoguerra (quando succedeva che degli antifascisti entrassero nelle case dove abitava un ex fascista e lo trascinassero via malgrado la moglie lo tenesse per i piedi a cercare di salvarlo: me ne scrisse così una donna trenta o quarant’anni fa).

 

GIAMPIERO MUGHINI GIAMPIERO MUGHINI

Che c’entra tutto questo con il mondo nostro di oggi, con il Concertone del 1° maggio, con l’appassionante lite giudiziaria tra Totti e consorte, con un palinsesto televisivo dove ogni sera vanno in onda talk show dove si esibiscono personaggi di tutti i tipi e di tutte le bassezze, con un parlamento ove comunque puoi dire la tua sino a svenirne, con le edicole dei nostri giorni dove ognuno può trovare quello che vuole, dove la gente muore di droga e non perché rapita e accoltellata alla maniera di Giacomo Matteotti.

 

Che c’entra tutto questo nostro mondo di oggi con quel 1919-1921 in cui milioni di italiani erano stati segnati per sempre dagli orrori di una guerra dove di italiani ne erano caduti 600mila e dove tutti avevano imparato a usare le maniere brusche contro gli avversari: dove a Livorno andò in frantumi il partito socialista e questo perché alcuni di loro volevano “fare come in Russia” ossia annichilire la borghesia italiana, una borghesia che certo non aveva guardato con simpatia la prolungata occupazione delle grandi fabbriche torinesi.

 

ignazio la russa sergio mattarella giorgia meloni ignazio la russa sergio mattarella giorgia meloni

Che c’entra tutto questo con un tempo in cui i giornali contavano ma rischiavano, tanto che sulla sua scrivania da direttore del Popolo d’Italia Benito Mussolini teneva una rivoltella e una bomba a mano, pronto a fargliela pagare cara a quanti avessero fatto irruzione nella sua stanza, pronti a loro volta a usare le maniere più brusche.

 

Ma che c’entra tutto questo con il nostro paesaggio di oggi, dove per fortuna il massimo di violenza possibile è in qualche “telescazzo” prontamente registrato da Dagospia a far divertire i suoi lettori a gratis; dove il nostro debito di italiani è il secondo al mondo e cresce a vista d’occhio e io ogni inizio mese mi chiedo da dove prenderà l’Inps di che pagare i soldi della mia pensione; dove di italiani ne nascono sempre meno e fra mezzo secolo il nostro Paese sarà una sorta di Lussemburgo epperò con un grande passato; dove la grande diade avversativa non è affatto tra possibili fascisti e possibili antifascisti e bensì tra chi le tasse le evade (cento miliardi di euro di evasione fiscale annua) e chi no. O mi sto sbagliando?

ignazio la russa giorgia meloni ignazio la russa giorgia meloni VIGNETTA DI ALTAN SULL MSI VIGNETTA DI ALTAN SULL MSI

 

 

GIAMPIERO MUGHINI

giampiero mughini casa museo muggenheim giampiero mughini casa museo muggenheim ORA E SEMPRE RETICENZA - IL 25 APRILE DI MELONI E LA RUSSA BY ELLEKAPPA ORA E SEMPRE RETICENZA - IL 25 APRILE DI MELONI E LA RUSSA BY ELLEKAPPA

 

 

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