Da "la Stampa"
«Con questi dirigenti non vinceremo mai...». Chi non ricorda la fragorosa invettiva pubblica di Nanni Moretti, passata alla storia tanto quanto le frasi più celebri dei suoi film, da «continuiamo così, facciamoci del male» a «D' Alema, di' qualcosa di sinistra»? Era il 2 febbraio 2002, e il grande regista di "Ecce bombo", "Bianca", "Aprile", "Palombella rossa" e tanti altri film che hanno segnato un' epoca, dal palco di Piazza Navona accusava così la «burokrazia» dell' Ulivo, colpevole di aver consegnato il Paese a Berlusconi. Da allora, a prescindere dalla parentesi dei Girotondi, Moretti non ha parlato quasi più di questi temi, almeno in pubblico.
Ma la passione rimane, com' è ovvio. In questi giorni di pandemia, con amici e conoscenti, parla soprattutto di cinema, il suo lavoro. Il suo "Tre piani", tratto dallo splendido romanzo di Eskol Nevo, sarà a giugno al Festival di Cannes, e pare che il regista romano sia in ansia per le modalità con cui si svolgerà la manifestazione e per la giuria presieduta da Spike Lee. E poi c' è appunto la politica. E qui, si narra, il giudizio di Nanni sul governo e sulla sua azione di contrasto al Covid non è positivo. «Sulle riaperture Draghi mi ha deluso: perché cede a Salvini?».
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Non è Piazza Navona, ma poco ci manca.
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