Marco Galluzzo per il Corriere della Sera
«Stamattina ho letto i giornali e mi sono pentito di quello che ho detto ieri, io ho fatto riferimento al fisiologico timore soprattutto delle aziende con concessioni governative come la televisione delle possibili iniziative di chi è al potere. Per avere tre reti io dovetti far vincere un referendum. Capisco Boccia e gli industriali che devono essere governativi, ma molti amici miei sono per il No».
Silvio Berlusconi fa marcia indietro. Aveva denunciato il rischio che il governo in carica, dunque Matteo Renzi, in caso di vittoria del No, potesse fare delle ritorsioni sulle sue aziende: un rischio che avrebbe giustificato un atteggiamento «morbido» delle sue tv nella partita referendaria. Ieri ha spiegato meglio e corretto: il mio, ha detto, era una ragionamento basato su alcune dinamiche «fisiologiche».
L' ex premier ha anche dovuto precisare il suo atteggiamento nei confronti del referendum: se un pezzo non secondario del suo management , compresi i vertici aziendali, sono schierati per il Sì, lui è comunque convinto del No: «C' è qualcuno che mette in giro apposta la storia del "Ni". Il mio è un No deciso e responsabile», ha affermato nel corso della trasmissione Matrix .
Berlusconi parla anche del dopo, di cosa succederà dopo il voto, e se vincerà il No, come lui spera, «è indispensabile sedersi al tavolo per fare una nuova riforma e una nuova legge elettorale». Uno scenario di cui si discute anche nel Partito democratico, vista l' incertezza elettorale. Mentre nel suo ultimo colloquio con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, «abbiamo parlato della situazione italiana e se vince il No non cambia nulla, non succederà nulla e si apre la possibilità di una riforma della Costituzione molto diversa e positiva».
Berlusconi spazia su tutto, da Beppe Grillo alla propria convalescenza, dopo l' ultima operazione al cuore. «Mi piace parlare delle persone quando posso parlarne bene, se ne devo parlare malissimo evito», dice del leader dei grillini. Sul capo del governo anche una battuta: «Renzi è molto cattivo ed io troppo buono? Tutte e due i giudizi sono veri».
Sul Milan: «Ci sarà il closing il 13 dicembre, se non ci sarà dovrò riprendermi il Milan con molto piacere e cambierò strategia. Sarà un Milan tutto italiano e molto giovane».
Sul conduttore televisivo Michele Santoro: «È fazioso ma lui lo dice e i suoi sono ottimi programmi, umanamente si comporta in modo molto simpatico ed è nata tra noi una reciproca simpatia».
Infine sul suo stato di salute dopo l' operazione: «Sono andato a letto presto, sono stato circondato dall' affetto dei miei figli, mi è arrivato il decimo nipotino e questo è stato molto importante e poi ho seguito le indicazioni dei medici e mi sono fatto i muscoli di una volta. Nuoto un' ora al giorno, cammino, corro, faccio molta ginnastica in acqua, mi sento molto bene». Parte della convalescenza l' ha trascorsa a New York: «I grattacieli mi intimidiscono, sembri un granello di sabbia e la torre di Trump si inserisce molto bene, dà un senso di stabilità».
E anche, spera il leader di Forza Italia, il proprietario della torre: «Il Financial Times e gli altri giornali americani non ne hanno indovinata una, erano tutti per il no alla Brexit per non parlare di Trump, non hanno capito che era un volto familiare, che era diventato uno di famiglia per gli americani, più di Clinton. Poi lui ha saputo parlare a quel ceto medio che è spolpato dal fisco e ha paura del futuro. Penso che avremo delle buone sorprese dal suo modo di governare, sull' economia è tornato alla politica liberale di Reagan».