Stefano Zurlo per ''il Giornale''
Nuovi interrogatori in arrivo. L'esame dei documenti sequestrati nelle scorse ore fra Milano, Lecco e Monza.
La sensazione che presto ci saranno nuovi indagati oltre al potente assessore della giunta Fontana, Stefano Bruno Galli, sotto accusa per riciclaggio. La storia è quella dei 49 milioni di rimborsi incassati a suo tempo dalla Lega e spariti nelle affamate casse del partito. «Quei soldi non ci sono più, non ne sappiamo nulla», ripetevano in coro i dirigenti del nuovo Carroccio a trazione salviniana.
L'inchiesta della procura di Genova, nata da una costola di quella sulla truffa da 49 milioni orchestrata ai tempi di Umberto Bossi, sembra aprire un'altra partita. E fa tremare numerosi big del partito: gli investigatori hanno scoperto che un rivolo di quei 49 milioni, circa 450mila euro, è finito a suo tempo all'Associazione Maroni Presidente, guidata appunto da Galli. Non solo. È quel che accade in seguito, dal 2013 al 2018, a disegnare scenari inediti: quei soldi sulla carta servono per finanziare la vittoriosa campagna di Maroni per la conquista del Pirellone, ma qualcosa non quadra.
I denari sarebbero stati impiegati per finanziare manifesti e materiale elettorale presso due tipografie: la Nembo di Monza, oggi chiusa, e la Grafiche Boniardi che per il 25 per cento fa capo al deputato Fabio Massimo Boniardi. Ma, secondo i detective, i costi sarebbero stati gonfiati, le forniture sarebbero state modeste se non inesistenti e dunque tutte le fatture emesse devono essere controllate una a una. L'ipotesi, insomma, è che i soldi siano rimasti alla Lega e siano stati nascosti da qualche parte, in una sorta di gioco a rimpiattino con la Procura di Genova.
Certo, i versamenti vanno avanti per anni e finiscono solo ad aprile 2018, in piena era salviniana, in concomitanza con la chiusura dell'Associazione. Attiva in numerose campagne elettorali e anche in occasione del referendum sull'autonomia del 2017.
Scattano le perquisizioni, anche nelle sedi istituzionali della Regione, e i finanzieri bussano in tipografia. A questo punto Boniardi decide che quello è il suo domicilio parlamentare e blocca i finanzieri che vorrebbero portare via copia degli hard disk.
Maroni intanto prende le distanze dall'associazione, mentre emergono i nomi dei consiglieri: fra questi spicca il senatore Stefano Candiani, sottosegretario all'Interno nel passato governo gialloverde.
La caccia al tesoro, iniziata quasi due anni fa, sembra arrivata ad un tornante delicato. I possibili sviluppi potrebbero avere ripercussioni sugli equilibri della politica. Tutto questo accade mentre la Lega ha iniziato a restituire il debito in comode rate spalmate nell'arco di 80 anni. La procura segue le tracce indicate da Marco Tizzoni, un militante deluso che ha firmato un esposto e consegnato informazioni ai pm. Dopo un lungo stallo, ecco l'accelerazione. E altri interrogatori sono in programma a Genova.