Gianni Riotta per "la Repubblica" - Estratti
jd vance e donald trump discorso della vittoria
«Mio nonno era un ubriacone, mia nonna gli dava da mangiare spazzatura, mia mamma era drogata di psicofarmaci ed eroina, cambiava un compagno al giorno, con papà divorziarono subito, la povertà era eterna in famiglia »: queste le prime memorie di J.D. Vance, 40 anni, senatore dell’Ohio, ex caporale dei Marines in Iraq, ora vice di Trump, e con lo sguardo alla nomination 2028.
Vance è nato in miseria in Ohio, ha scritto il best seller “Elegia Americana”, sugli schermi con il regista Ron Howard, si laurea in legge alla Yale University, dove nessuno dei “cafoni hillbilly” sogna di studiare, grazie ai sacrifici della nonna, «dura come un serpente».
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Tornato a casa, avvocato, lavora per Peter Thiel, ricco trumpiano di Silicon Valley persuaso che «libertà e democrazia non siano compatibili » e serva un’oligarchia tecnologica. Il giovane Vance, registrato democratico fino al 2014, non crede nel 2016 a Trump, lo combatte scrivendo sul Guardian «sono un repubblicano ma mai con Trump. Trump è droga, eroina culturale, seduce la classe operaia e la corrompe».
Ad avvicinare Trump e Vance è Thiel: quando J.D. si candida al Senato, nel 2022, Trump dimentica gli insulti, fatto raro, concedendogli l’agognato endorsement. Da allora i due sono inseparabili, con il figlio del tycoon, Donald jr, a far da tramite e il presidente a gongolare «che occhi blu irresistibili ha J.D.».
Brillante, aspro sui social, pronto a ribattere alla sinistra «voi parlate di poveri, io son stato povero, voi date sussidi ai poveri, io dico diamogli lavoro e scuola», Vance offre a Trump, figlio di un ricco, un vicepresidente che si è fatto da solo, in pace e in guerra, e conosce le sofferenze delle famiglie bianche senza laurea, base formidabile trumpiana.
Il 23 aprile, quando il Senato vota 61 miliardi di aiuti militari all’Ucraina nella guerra contro la Russia, Vance obietta che non c’è soluzione militare al conflitto. «Nel 2003 — dice commosso — ho commesso l’errore di sostenere la guerra in Iraq, arruolandomi nei Marines. Ho servito il mio Paese con onore, ma in Iraq ho capito che mi hanno mentito: le promesse della classe dirigente sulla politica estera sono una balla colossale».
Il presidente ucraino Zelensky ha in Vance un nemico giurato, scettico sull’internazionalismo, isolazionista, ostile alle guerre, freddo sull’Europa, vedremo sulla Nato. Il sovranismo neutralista, categoria strategica che fa proseliti in Italia e Ue, da sinistra a destra, la delusione per Iraq e Afghanistan, faranno del caporale vicepresidente Vance un partner ispido per von der Leyen, affabile per Putin.
Duro sull’emigrazione irregolare, Vance ha sposato una studentessa di legge indiana, immigrata, Usha Chilukuri, con cui ha tre figli. Da poco convertito alla fede cattolica romana, Vance vede nel Vaticano la forza della tradizione che lo lega al passato, frequenta prelati critici di Papa Francesco, riporta Dio, Patria, Famiglia al centro della politica.
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