Francesco Semprini e Alberto Simoni per “la Stampa”
VLADIMIR PUTIN JOE BIDEN - ILLUSTRAZIONE TPI
Riattivare le esportazioni di grano attraverso canali umanitari per impedire che la crisi alimentare assuma dimensioni macroregionali e affrontare altre questioni "tecniche", dai corridoi umanitari sino al controllo dei porti e altre quasi residuali nel grande puzzle ucraino: sono questi gli elementi attorno ai quali canali di dialogo sono attivi fra Usa e Russia. Il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price ha anche precisato che «non ci sono contatti ad alto livello» e che la linea americana poggia su due pilastri, sostegno economico e militare all'Ucraina e imposizione di costi massicci.
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La combinazione di questi due elementi - ha ragionato Price - «speriamo generino le condizioni per il dialogo». L'Amministrazione Usa ha un appoggio molto forte anche al Congresso dove il capo dei repubblicani Mitch McConnell ha detto di sostenere l'invio di nuove armi, «anche più letali». Domani a Washington arriveranno il presidente finlandese Sauli Niinisto e la premier svedese Magdalena Andersson.
Il primo punto di contatto con Mosca avviene comunque sul tema degli aiuti umanitari e sull'export del grano bloccato nei porti ucraini. Di questo parleranno oggi e domani all'Onu, Blinken, il ministro degli Esteri Luigi di Maio e altri leader.
«Ci sono discussioni in corso in questo momento per sbloccare i corridoi umanitari alimentari - spiega Linda Thomas-Greenfield rispondendo a una domanda de La Stampa -. Sappiamo che i russi hanno minato i tratti costieri del Mar Nero impedendo alle navi di procedere in entrata o uscita, questo è un tema che il segretario generale Guterres ha affrontato con Mosca, ragionando al contempo su come si possa lavorare per portare sul mercato parte del prodotto disponibile in Ucraina».
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La situazione alimentare in Ucraina si sta deteriorando, i civili fanno la fila per il pane, «e questo non è qualcosa di normale per loro. Ci stiamo adoperando affinché si eviti il collasso della loro economia e dei loro mercati».
L'Ucraina era la «riserva del pane» per i Paesi in via di sviluppo, con il Programma alimentare mondiale (Pam) che acquistava il 50% del grano dall'Ucraina «ma da quando la Russia ha iniziato a bloccare l'accesso ai porti strategici distruggendo le infrastrutture civili e i silos di grano, la situazione alimentare in Africa e in Medio Oriente sta diventando ancora più grave», ha detto Thomas-Greenfield.
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La crisi alimentare è uno dei punti su cui ci potrà essere un dialogo tra Stati Uniti e Russia, che tuttavia rimane «circoscritto e limitato» a quell'argomento come ad altri ricompresi soprattutto nello spettro delle questioni umanitarie, spiegano fonti Onu. Secondo cui un conto è il dialogo mirato e circoscritto, un altro è un negoziato tra Usa e Russia per la pace in Ucraina.
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Anche la telefonata tra i ministri delle Difesa, Austin e Shoigu, che peraltro deve essere letta dal prisma del monito più che dell'apertura, rientra in una routine che vede i due apparati in contatto «per evitare gravi incidenti». Dal Pentagono fanno sapere che i russi hanno accettato l'idea di tenere altri incontri sempre in questa cornice. Ciò non esclude tuttavia che, partendo dal dialogo che si svolgerà nelle prossime ore all'Onu, potrebbero aprirsi opportunità di contatto. Ned Price ha sottolineato che qualsiasi discussione sul futuro assetto ucraino spetta a Kiev decidere come e se tenerla, sottolineando che il primo obiettivo ora è porre fine «a un bagno di sangue causato da una non provocata e brutale aggressione». -
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