Giuseppe Sarcina per il Corriere della Sera
Una dichiarazione da presidente degli Stati Uniti e un tweet da capo del clan famigliare. Innanzitutto: che nessuno tocchi Ivanka. La catena di distribuzione Nordstrom ha ritirato la linea di abbigliamento creata dalla figlia prediletta del presidente. Papà Donald ha reagito così: «Mia figlia Ivanka ha ricevuto un trattamento così ingiusto da Nordstrom. Ivanka è una persona fantastica, che mi spinge sempre a fare le cose giuste. Terribile!».
la mitica buonanima di joan rivers donald trump con ivanka all inaugurazione del negozio
Ne è nato subito un caso politico, aperto dal senatore democratico Bob Casey: il presidente non può usare il suo account per attaccare un' azienda privata. Il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, ci ha messo il carico, sostenendo che Trump abbia il diritto di difendere i suoi famigliari e che la decisione di Nordstrom sia una ritorsione contro le politiche del nuovo leader americano. L' azienda, sede a Seattle e 350 negozi tra Stati Uniti e Canada, il 4 febbraio ha annunciato il ritiro dei prodotti firmati Ivanka, perché non si vendevano.
La secondogenita del presidente potrebbe essere investita anche da un' altra polemica. Il Financial Times scrive che Ivanka, 36 anni, fa parte della fiduciaria che amministra le azioni possedute da Grace e Chloe nel gruppo fondato dal padre Rupert Murdoch. Un ruolo che conferma lo stretto legame tra i Trump e il proprietario, tra l' altro, della tv conservatrice Fox, ma che può prefigurare un altro conflitto di interessi.
donald ivanka trump con il cappotto della sua linea
Nello stesso tempo il presidente segue l' accidentato percorso del bando temporaneo nei confronti dei profughi e dei viaggiatori provenienti da 7 Paesi musulmani: Iran, Iraq, Libia, Siria, Somalia, Sudan, Yemen. L' impatto con la Corte d' Appello di San Francisco è stato duro. Tanto che l' avvocato della Casa Bianca, August Flentje, per lunghi tratti in apnea durante la seduta, è apparso scoraggiato: «Non credo di averli convinti».
Trump è intervenuto in modo aggressivo, parlando ai capi della polizia in un hotel di Washington: «Non voglio dire che la Corte di San Francisco abbia un pregiudizio, ma le Corti sono così politicizzate. Oggi è un giorno triste. La nostra sicurezza è a rischio».
Infine l' attacco diretto, personale: «Anche un pessimo studente delle superiori ci darebbe ragione».
Certo, i giudici federali vengono nominati dai presidenti e poi confermati dal Senato. Ma occorre cautela anche con questo schematismo. A volte non funziona: il magistrato di Seattle, James Robart, il primo a bloccare l' ordine esecutivo, il 3 febbraio scorso, è stato designato dal repubblicano George W. Bush. Vedremo come si orienterà il collegio di San Francisco, che è composto da tre togati: uno di matrice repubblicana, Richard Clifton, anche lui indicato da Bush; due di provenienza democratica, William Canby, voluto da Jimmy Carter e Michelle Friedland, da Barack Obama.
ivanka trump vende le sue scarpe
L' udienza dell' altra sera è stata intensa. Sono emersi tre argomenti principali: due contrari alla legittimità del provvedimento, uno a favore. Il giudice Canby ha chiesto al legale della Casa Bianca: «Ma secondo lei il Presidente può disporre semplicemente: i musulmani non devono entrare nel Paese?».
Lunga pausa di Flentje, avvocato della Casa Bianca: «Ci sono certamente limiti costituzionali, ma qui stiamo valutando un rischio». La giudice Michelle Friedland, invece, ha notato che «ci sono seri dubbi sui requisiti di urgenza o di emergenza di questo provvedimento».
Le tesi di Trump sono state incoraggiate, invece, da questa considerazione del giudice Clifton: «Non credo si possa parlare di discriminazione su base religiosa. Esiste un nesso evidente tra i terroristi e la setta dell' islamismo radicale» .
ivanka quasi first lady ivanka con donald e west