Paolo Conti per www.corriere.it
Oggi è, almeno sulla carta, il giorno di svolta nel complesso scacchiere delle nomine Rai. Il governo dovrebbe indicare il nome del nuovo direttore generale che, dalla riforma renziana del dicembre 2015, ha i pieni poteri di amministratore delegato.
Il totonomine ha appassionato fino all’ultimo i dipendenti di Viale Mazzini. Il nome più accreditato è quello di Fabrizio Salini, un passato ai vertici de La7 e di Fox International Channels Italy.
Dunque, un uomo di prodotto che conosce il mestiere, apprezzato in area M5S. Altro nome circolato spesso: Eleonora «Tinni» Andreatta, da anni a capo di Rai Fiction, una delle macchine della tv pubblica che funzionano meglio in qualità e in ascolti.
Il direttore generale News di Rcs Alessandro Bompieri ha fatto sapere di non essere interessato alla posizione. Resta il nodo del compenso che, per legge, non può superare i 240 mila euro: ostacolo che ha impedito una possibile soluzione con Fabio Vaccarono, ad di Google Italia, e con Vittorio Colao, ex ceo di Vodafone.
Oggi dovrebbe essere sciolto in parallelo anche il nodo della presidenza, con la nomina dei due consiglieri Rai ancora mancanti, e che spetta sempre al governo: tra loro il futuro titolare della presidenza.
La Lega, su quella poltrona ora occupata da Monica Maggioni, vorrebbe Giovanna Bianchi Clerici, dal 2005 al 2012 nel cda Rai e ora impegnata nell’Autorità per la Privacy. Ma per lei potrebbe esserci l’ostacolo del voto in Vigilanza Rai: occorre il sì dei due terzi e il risultato non è affatto scontato perché Forza Italia ha sottolineato il ruolo di garanzia e di imparzialità che dovrebbe assicurare una presidenza. Oggi si capirà come, e se, il nodo Rai si scioglierà.