Fabrizio Goria per la Stampa
Il 2022 si chiuderà meglio del previsto. Il 2023 no. E il governo mancherà gli obiettivi di bilancio. Il monito di Moody' s sull'Italia è netto e arriva come una doccia fredda per il nuovo governo a trazione Giorgia Meloni. L'agenzia di rating statunitense spiega di aver rivisto al rialzo la previsione sul Pil della penisola per il 2022 al 3,7% dal precedente 2,7 per cento.
Ma preoccupa il clima per il prossimo anno. Gli stoccaggi di gas naturale in vista dell'inverno 2023/2024 rappresentano una sfida significativa, sottolinea Moody' s, così come il mantenimento delle promesse sui conti pubblici. Il disavanzo sarà più rilevante delle stime. E il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è già in ritardo. Problemi su cui Meloni dovrà dare risposte.
Gli occhi sono puntati sull'Italia. E in particolare sull'attuazione del Recovery Fund.
GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON MEME
Il contesto non è positivo. L'esecuzione dei piani di investimento in Italia è in ritardo e la Nadef mostra che entro la fine del 2022 sarà stato speso meno dell'1% del Pil rispetto a un obiettivo iniziale dell'1,7 per cento. La "Credit opinion" di Moody' s sulla posizione italiana a proposito delle erogazioni Ue per il Pnrr non usa mezzi termini. La società di rating ricorda che Bruxelles ha erogato 21 miliardi dopo che l'Italia ha raggiunto tutti i traguardi e gli obiettivi previsti per la prima metà del 2022 con il governo Draghi. Ma con un ma: con due soli obiettivi in ritardo legati alla legge sulla concorrenza «tra cui una liberalizzazione dei prezzi al dettaglio del gas che potrebbe rivelarsi politicamente difficile nel contesto dell'attuale crisi energetica e potrebbe ritardare l'erogazione della prossima tranche», scrive Moody' s.
Il nuovo governo comunque «ha manifestato la propria disponibilità a seguire il piano disegnato dal governo Draghi, anche se è ancora possibile qualche tentativo di rinegoziazione» sul Pnrr «in particolare per tenere conto dell'aumento dei prezzi». Secco il giudizio: «Sebbene non facciano parte della nostra previsione di base, trasferimenti per il Pnrr inferiori alle attese nell'intero periodo del programma metterebbero sotto pressione gli investimenti», soprattutto in un quadro di inflazione elevata e persistente come l'attuale, spiega l'agenzia statunitense. Lo scenario è destinato a peggiorare nel corso dei prossimi dodici mesi, alla luce della mancata indipendenza energetica del Paese.
L'Italia, secondo Moody' s, «rimane vulnerabile all'attuale crisi energetica data la sua ampia dipendenza dal gas nel suo mix energetico». Mentre i livelli di stoccaggio sono quasi pieni, «i rischi per l'approvvigionamento energetico rimarranno elevati poiché i livelli di stoccaggio sono insufficienti a coprire il fabbisogno dell'Italia». Ipotizzando gli attuali livelli di stoccaggio del gas, una prosecuzione dei flussi da altri fornitori in linea con i livelli del 2021 e una fornitura aggiuntiva sulla base degli accordi siglati di recente, il Paese «avrebbe gas sufficiente per durare fino a marzo 2023 secondo le nostre stime», si legge nella nota. La sfida sarebbe poi far fronte alle richieste di fornitura per l'inverno successivo. E l'esito di questa nuova corsa al metano è tutt' altro che scontato.
giorgia meloni giancarlo giorgetti