Anais Ginori per “la Repubblica”
La risposta di François Hollande contro la minaccia terroristica si muove anche sul piano politico. Il presidente ha lanciato ieri un nuovo segnale all’elettorato di destra. «Le frontiere della Francia resteranno chiuse », ha detto il leader socialista, precisando che la sospensione di Schengen – cavallo di battaglia del Front National di Marine Le Pen – è fatta nel rispetto dei Trattati.
Hollande ha anche chiesto più controlli sui profughi in arrivo per evitare che i terroristi possano infiltrarsi tra i rifugiati. Per la prima volta, il presidente ha parlato di un rischio di attentatori nascosti tra i richiedenti asilo, proprio come da tempo ripete l’estrema destra. La Francia, ha continuato, vuole dare solidarietà, ma «chi entra sul territorio europeo non deve porre rischi per i nostri Paesi».
UN MINUTO DI SILENZIO DI HOLLANDE E VALLS ALLA SORBONA
Le stesse richieste, Parigi le farà anche al consiglio straordinario dei ministri degli Interni previsto domani. L’annuncio di Hollande per ora non è stato commentato a Bruxelles, ma Jean-Claude Juncker ha aperto a nuova flessibilità sui bilanci pubblici: gli esborsi per sicurezza e antiterrorismo non saranno conteggiati come ordinari, e quindi verranno esclusi dal Patto di Stabilità. «A spese straordinarie risposta straordinaria», ha detto il presidente della Commissione.
La svolta del governo socialista è stata abbozzata già lunedì nel discorso di Hollande al Congresso di Versailles, quando ha spiegato di voler modificare la Costituzione con una sorta di Patriot Act, come fece George Bush dopo l’attentato alle Torri Gemelle. Le misure annunciate non convincono però Nicolas Sarkozy che accusa Hollande di aver perso tempo negli ultimi dieci mesi. «Dopo l’attacco di gennaio contro Charlie Hebdo si sono tratte tutte le conseguenze necessarie? La risposta è no», ha spiegato il leader dei Républicains in un’intervista a Le Monde.
manifestazione a parigi sarkozy e hollande
«Il governo non ha calcolato l’effetto dell’intervento militare in Siria sul piano della sicurezza», mentre avrebbe invece dovuto «rafforzare il dispositivo antiterrorismo ». Sarkozy chiede anche la «creazione di una commissione di inchiesta» per far luce su quanto accaduto e trarne le conseguenze.
La sortita di Sarkozy può anche essere letta in chiave di politica interna al fronte conservatore. Da venerdì l’altro pretendente per il centrodestra alle presidenziali del 2017, Alain Juppé, si è schierato con decisione a fianco del presidente Hollande dicendo esplicitamente che adesso «la Francia ha bisogno di unità».
Il presidente può intanto contare sul sostegno dei francesi: secondo un sondaggio pubblicato ieri dal quotidiano Le Parisien il 70% dei cittadini approva la sua azione dopo gli attacchi del 13 novembre. Dato in parte rovinato dalla gaffe del suo portavoce, che lo ha rilanciato su Twitter proprio durante il blitz della polizia a Saint-Denis. E cancellato in tutta fretta, ma quando era già finito in pasto alla Rete.