Monica Ricci Sargentini per il "Corriere della Sera"
«Mi vogliono arrestare per spionaggio politico e militare. I poliziotti sono a casa mia. Sono scioccato. Sostenetemi». Così il 26 novembre su Twitter Metin Gürcan, uno dei fondatori del partito di opposizione turco Deva (Rimedio), aveva denunciato l'indagine in corso su di lui. Solo qualche giorno prima il politico, che è un ex capitano dell'esercito e un esperto di questioni di difesa, aveva duramente criticato l'accordo firmato da Ankara con gli Emirati Arabi e lo stanziamento di un fondo da dieci miliardi di dollari per sostenere gli investimenti in Turchia.
Soldi che per l'analista militare significavano concessioni ad Abu Dhabi. Per la procura di Ankara Gürcan, 45 anni, avrebbe venduto informazioni militari a Italia e Spagna, svelando «segreti» sulla Libia, la Siria e il Mediterraneo. In particolare, secondo quanto rivelato da Halk Tv, ci sarebbero stati diversi scambi di buste con un diplomatico spagnolo.
il presidente della turchia Recep Tayyip Erdogan
Ma sono fatti ammessi dallo stesso Gürcan che ha sostenuto di aver fornito a pagamento delle analisi, basate su dati conosciuti, sugli sviluppi delle vicende turche, ma anche riguardanti altri Paesi. Sarebbero invece tre gli incontri tra il politico e un diplomatico italiano, avvenuti tra gennaio e febbraio di quest' anno in un'auto nel parcheggio di un centro commerciale di Ankara. In sua difesa è sceso in campo il leader di Deva Ali Babacan, ex ministro dell'Economia e degli Esteri in diversi governi guidati da Erdogan: «Il lavoro di Gürcan si basa su informazioni note al pubblico», ha detto.