STRAGE BOLOGNA: DE ANGELIS, CHIEDO SCUSA SE HO OFFESO, LE MIE ERANO RIFLESSIONI PERSONALI
(Nova) - Dopo la polemica scoppiata per le sue parole in merito alla strage di Bologna, il responsabile della comunicazione Istituzionale della Regione Lazio, Marcello De Angelis, sempre tramite Facebook, si scusa "con quelli - e sono tanti, a partire dalle persone a me piu' vicine - a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili".
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"Negli ultimi giorni ho espresso delle riflessioni personali sul mio profilo social, che sono invece diventate oggetto di una polemica che ha coinvolto tutti. Intendo scusarmi con quelli - e sono tanti, a partire dalle persone a me piu' vicine - a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili", sottolinea De Angelis.
giorgia meloni e renato de angelis foto gente
Inoltre, il responsabile della comunicazione sente "il dovere di fare chiarezza su affermazioni che possono essere fraintese per l'enfasi di un testo non ponderato, ma scritto di getto sulla spinta di una sofferenza interiore che non passa ed e' stata rinfocolata in questi mesi. I colleghi giornalisti - continua - che quotidianamente e pubblicamente mi definiscono un ex-terrorista - pur nella consapevolezza del fatto che non sono mai stato condannato per nessun atto criminale o gesto di violenza - infangano il mio onore e mi negano la dignita' di una intera vita. Perche' un terrorista e' una persona schifosa e vile".
De Angelis sottolinea di aver "servito e rappresentato le istituzioni democratiche per anni e ne ho il massimo rispetto, cosi' come per tutte le cariche dello Stato, che da parlamentare ho contributo ad eleggere e che oggi sostengo come cittadino elettore - aggiunge -. Fra queste e prima di tutte, la Presidenza della nostra repubblica.
In merito alla piu' che quarantennale ricerca della verita' sulla strage di Bologna, l'unica mia certezza e' il dubbio. Dubbio alimentato negli anni dagli interventi autorevoli di alte cariche dello Stato come Francesco Cossiga e magistrati come il giudice Priore e da decine di giornalisti, avvocati e personalita' di tutto rispetto che hanno persino animato comitati come 'E se fossero innocenti'.
Purtroppo - osserva De Angelis - sono intervenuto su una vicenda che mi ha colpito personalmente, attraverso il tentativo, fallito, di indicare mio fratello, gia' morto, come esecutore della strage. Questo episodio mi ha certamente portato ad assumere un atteggiamento guardingo nei confronti del modo in cui sono state condotte le indagini.
ARIANNA MELONI FRANCESCO ROCCA
Esprimo quindi dubbi, cosi' come molti hanno espresso dubbi sulla sentenza definitiva contro Adriano Sofri senza per questo essere considerati dei depistatori o delle persone che volessero mancare di rispetto ai familiari del commissario Calabresi". Infine, per tutte le vittime "della folle stagione dei cosiddetti anni di piombo e dei loro familiari ho il massimo rispetto - sottolinea ancora De Angelis -, vieppiu' per chi sia finito sacrificato innocentemente in eventi mostruosi come le stragi che hanno violentato il nostro popolo e insanguinato la nostra Patria massacrando indiscriminatamente".
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