OBAMA ROBOT - SE È RIUSCITO A FIRMARE DALLE HAWAII IL DOCUMENTO UFFICIALE A WASHINGTON CHE EVITAVA IL FISCAL CLIFF, NON È PERCHÉ HA IL DONO DELL’UBIQUITÀ, MA È GRAZIE ALLA “ROBOT PEN”, VERSIONE MODERNA DELLA “AUTOPEN” UTILIZZATA GIÀ AI PRIMI DEL 1800 - UN MARCHINGEGNO IN GRADO DI RIPRODURRE LA FIRMA DEL PRESIDENTE CHE OBAMA HA GIÀ UTILIZZATA TRE VOLTE...

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Maurizio Molinari per "la Stampa"

FIRMA OBAMAFIRMA OBAMA

Mercoledì sera il presidente americano Barack Obama ha firmato la legge che scongiura il «fiscal cliff» per l'economia nazionale pur trovandosi a 7.676 km dal documento ufficiale. A consentirgli di risolvere il problema della distanza fra l'arcipelago delle Hawaii, dov'era in vacanza con la famiglia, e Washington, dove si trovava il testo della legge approvata dal Congresso, è stata la «Robot Pen», l'ultima e più tecnologicamente avanzata versione della «Autopen» che gli inquilini della Casa Bianca usano dal 1804, quando nello Studio Ovale sedeva Thomas Jefferson.

FIRMA OBAMA CON ROBOT PENFIRMA OBAMA CON ROBOT PEN

Il prototipo, realizzato nel 1803 dal britannico John Isaac Hawkins, consentiva di duplicare la firma del presidente in maniera artigianale - usando una puntina simile a quella di un giradischi - e rimase alla Casa Bianca fino alla fine degli Anni 30, quando fu sostituita dalla prima «Robot Pen». Tradizione vuole che Harry Truman la usasse per rispondere alle lettere e firmare gli assegni, ma fu Gerald Ford, insediatosi dopo il Watergate che aveva travolto Nixon, il primo presidente ad ammettere di adoperarla per siglare documenti ufficiali. Si pose allora un problema di legalità per l'«Autopen», che duplica la firma del presidente su sua autorizzazione, ripetendo in maniera indistinguibile la grafia originale che ha memorizzato.

AUTOPEN DEL milleottocentoAUTOPEN DEL milleottocento

Il dubbio giuridico è stato sciolto nel 2005 da un parere legale del Dipartimento della Giustizia, che confermò il diritto del presidente di ricorrere all'«Autopen» per firmare e promulgare le leggi, motivandolo con la necessità di slegare il presidente dall'obbligo di essere sempre a Washington per promulgare le leggi - al fine di facilitare la gestione della sua agenda sempre più globale - e con l'estrema sicurezza che circonda l'«Autopen».

ROBOT PENROBOT PEN

Non a caso Jack Shock, che nella Casa Bianca di Bill Clinton era il responsabile della corrispondenza presidenziale, assicura che «dopo il presidente la cosa che viene più protetta dal servizio segreto è l'Autopen» perché di fatto è un surrogato dell'uomo più potente del pianeta.

Obama è stato il primo presidente a usufruire di tale nuovo potere quando, nel maggio 2011, durante il summit del G8 che si svolgeva in Francia, firmò a distanza la proroga del «Patriot Act», ripetendo poi l'operazione nel novembre seguente, quando si trovava in Indonesia, per promulgare una legge di spesa particolarmente urgente.

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Con il «fiscal cliff» è la terza volta che la firma a distanza consente a Obama di essere ubiquo, potendo far coincidere gli obblighi pubblici con le responsabilità private, da un lato coronando la vittoria politica nella battaglia con i repubblicani e dall'altro rimanendo a fianco di Michelle e delle figlie, Sasha e Malia, che aveva dovuto abbandonare alla vigilia di Capodanno per dedicarsi alla maratona negoziale a Capitol Hill.

 

 

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