a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)
1 - LA COSTITUZIONE DI FATTO DI UN PAESE DI ABUSIVI
Non dite che non era (quasi) tutto scritto nei manuali. Oltre alla Costituzione formale, quella divisa in 138 articoli numerati, si insegna che c'è anche la Costituzione materiale, ovvero quell'insieme di principi e valori fondamentali espressi dai gruppi politici dominanti (la definizione si deve a Costantino Mortati).
Un uso spregiudicato e sostanzialmente poco onesto del concetto di "Costituzione materiale" ha giustificato in questi anni forzature di ogni tipo come l'estensione massima dei poteri del Quirinale, la storiella del premier "scelto direttamente dal popolo" e la super-balla dei sedicenti "governatori".
Oggi siamo costretti a rilevare che c'è anche la Costituzione di fatto. I parlamentari non rappresentano più la nazione senza vincolo di mandato, ma sono semplici portavoce e meri esecutori di leader extraparlamentari (Grillomao, Berlusca, Renzie).
Le Camere sono libere di legiferare a vanvera sull'onda di presunte emergenze mediatiche ("sicurezza", droga, immigrazione) o di smaccati interessi personali (falso in bilancio, prescrizione, lodi Alfano).
Il presidente della Repubblica, che per altro interviene normalmente su tutti i ministeri convocando, perorando e correggendo, poi invece timbra e firma qualunque legge in attesa che la Corte Costituzionale - spesso a babbo morto - le dichiari illegittime e le faccia a pezzi.
Il capo dello Stato forma maggioranze e governi secondo libere alchimie, nel costante sforzo di stupire e amareggiare quel 60% di italiani che ancora va a votare. Il presidente del Consiglio viene sostituito sulla base dell'esito delle primarie del Pd.
Si stanno spartendo per l'ennesima volta in pochi anni una piazza soffocata dalle macchine e dalle bancarelle. Si scambiano i berretti, ma restano parcheggiatori abusivi.
2 - AVANTI IL PROSSIMO!
Una staffetta con il testimone avvolto nel filo spinato. Ecco che si prepara nel laboratorio di drammaturgia in streaming del Nazareno. "Renzi non cede, Letta verso le dimissioni", titola in prima la Repubblica dei renziani. Dentro, spazio alle durezze del Rottam'attore ("Lui non è lì per meriti suoi, ce lo ha messo il Pd") ma anche alle moine: "Lascia, entrerai nel nuovo governo'. Renzi: ‘Il Pd dirà che hai svolto un buon lavoro, ma è arrivato il tempo di una nuova fase" (pp. 3-4). E naturalmente non poteva mancare neppure "il rischio scissione", con "il timore che il premier possa mettersi a capo di una nuova forza politica" (p. 6).
Il Corriere delle banche risponde alla vera domanda che circola nel Palazzo in queste ore: quali oscuri consiglieri hanno spinto Renzie (e il Corriere stesso) a tradire Lettanipote e marciare subito sul governo, senza passare dal voto delle plebi? Lo svela Aldo Cazzullo in prima pagina: "Più che dal finanziere Davide Serra e dalle Cayman, per entrare nel mondo di Renzi bisogna passare dal parrucchiere Tony Salvi e dal suo salone di bellezza, via Sant'Agostino 20, Oltrarno. Qui, nel quartiere fiorentino che preferisce, il sindaco viene tre volte la settimana". Gli pettinano il ciuffo, gli fanno una lampada e poi via, avanti con la rottamazione delle élite.
RENZI E LETTAL'ennesimo psicodramma di un partito che si è già illustrato nelle votazioni per il Quirinale viene raccontato da Carlo Bertini per la Stampa: "E nel Pd scatta l'incubo peggiore. Votare in Aula la sfiducia al premier. L'amarezza di Fioroni: ‘Perché mandiamo le due maggiori risorse del partito a sfracellarsi a 300 all'ora?" (p. 5).
Assai crudo il Cetriolo Quotidiano: "Partito Distrutto. La resa dei conti per Palazzo Chigi manda in frantumi il Pd. L'incontro Letta-Renzi finisce a pesci in faccia, con il giallo delle dimissioni poi ritirate. Il premier non molla e accusa: ‘Vuoi il mio posto? Dillo'. E presenta un programma di legislatura. Il segretario furioso ribatte: ‘Non sei Andreatta, al massimo un Andreotti in miniatura. Ti aspetto in direzione'. Lì oggi il Nipote sarà sfiduciato".
Maria Elena BoschiChe Lettanipote non sia Andreatta si capisce anche da come ha fatto i conti su "Impegno Italia". Impietoso il Giornale: "Letta punta i piedi e s'inventa 32 miliardi che non esistono. Per restar in sella il premier annuncia risorse non contabilizzate nella legge di Stabilità" (p. 2).
3 - E RIPARTE POLTRONISSIMA!
Che stress per i lobbisti quest'Italia che cambia continuamente governo. Per il Corriere, "Il totoministri procede: in crescita Boschi e Giachetti. Sarebbero confermati Delrio e Bonino. Bini Smaghi o Guerra all'Industria, Epifani al Lavoro. Spunta anche il nome della Reichlin" (p. 5). Anche la Stampa punta sulla figlia del mitico Alfredo: "Squadra in rosa, all'Economia Reichlin in pole position. Bonino resterebbe, Boschi alle Riforme al posto di Quagliariello
4 - AGENZIA MASTIKAZZI
Paginone della Stampa: "La madre di Matteo sospira: ‘L'ho affidato alla Madonna" (p. 7)
5 - MA FACCE RIDE!
"Passera: è pronto il mio piano per l'Italia" (Corriere, p. 10). Deve averlo preparato mentre faceva il ministro, perché altrimenti non si capisce che cosa abbia fatto in quell'anno e mezzo.
6 - BANANA RELOADED
Seduto in poltrona davanti alla tv, c'è un gigante (del pensiero) diversamente alto che si gode lo spettacolo insieme al suo cane. Per il Foglio, "Cavaliere al balcone. Già si fa di conto per il futuro, e si sta a guardare se Renzi ce la fa. Dubbi sopiti. Alfano ri-tradisce" (p. 1).
Secondo il Corriere, "Forza Italia divisa: Verdini tifa Renzi, il no delle colombe. Il Cavaliere predica calma, ma è convinto che il sindaco pagherà cara la sua mossa. Toti assicura: ‘La nostra sarà opposizione, ma terremo fede al patto sottoscritto su legge elettorale e riforme" (p. 6).
Gli unici pensieri arrivano dal fronte giudiziario: "B. e la compravendita 2011. I pm indagano sui bonifici. Fascicolo della Procura di Roma sui pagamenti al ‘libdem' Tanoni e Melchiorre" (Cetriolo Quotidiano, p. 9).
Piero Fassino Alfredo Reichlin6 - E ALLO SVUOTA-CARCERI CI PENSA LA CORTE COSTITUZIONALE
"La Consulta boccia la Fini-Giovanardi. ‘E ora in 10mila usciranno dal carcere'. Incostituzionale equiparare droghe pesanti e leggere. La destra: regalo agli spacciatori". "Il flop di una legge sbagliata. 25mila detenuti per droga, ma appena 250 sono boss. E tra i giovani il consumo di cannabis è aumentato" (Repubblica, pp. 12-13). La prende con la consueta maturità l'appuntato Giovanardi: "Poi non lamentatevi se si spaccia a scuola" (Stampa, p. 9).
7 - NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN
Hanno una fretta pazzesca le maggiori banche europee. Quasi la stessa fretta che hanno Renzie e Prodi di insediarsi al posto di Lettanipote e Re Giorgio. Lo si capisce dalla partita in corso tra Bruxelles e Francoforte: "Un paracadute per il fondo salva-banche'. Draghi in pressing sull'Ue: il meccanismo anti-crac deve entrare in funzione tra cinque anni, dieci sono troppi. Il numero uno della Banca centrale europea a Bruxelles: ritrovare la competitività per ridurre la frammentazione finanziaria. Mercoledì il vertice tra ministri economici. Sul tavolo lo stop dell'Europarlamento" (Stampa, p. 20).
8 - NUOVI NANI E VECCHI PALLINI
Dopo l'elegante scambio dialettico Della Valle-Elkann, il Giornale va a sbirciare in casa Tod's e racconta: "Ora la ‘nana' Tod's divide il mercato e diventa una preda. I numeri del bilancio non giustificano più certe valutazioni. Il gruppo è forte ma è a un bivio: o cresce o arriva un compratore. Per gli analisti, manca un piano per la successione. Il rischio di un altro caso Bulgari" (p. 21).
9 - ULTIME DA UN POST-PAESE
"Alitalia: operazione tracollo". Sul Foglio (p. 3), Alberto Brambilla racconta: "Così una classe imprenditoriale fallimentare e senza spiccioli fa rimpiangere lo Stato padrone. Anziché portare i libri in tribunale, i ‘capitani coraggiosi' hanno lanciato il definitivo ‘myday' al periclitante Letta. L'ex compagnia di bandiera è in predicato di tornare in mani pubbliche - straniere - quelle degli arabi del colosso Etihad".