Marco Grasso per il Fatto Quotidiano
Fine ottobre 2013. Alla vigilia della quarta edizione della Leopolda in un ristorante fiorentino si tiene una cena fra alcuni grandi finanziatori della Fondazione Open e Matteo Renzi.
Da un lato siedono gli imprenditori Vito Pertosa (Mermec Spa, attiva nell'hi-tech), Luigi Scordamaglia (del colosso delle carni Cremonini), Guido Ghisolfi (industriale della chimica scomparso nel 2015, in rappresentanza anche di Beniamino Gavio) e il finanziere Davide Serra. Dall'altro i facilitatori dell'incontro, Marco Carrai e l'avvocato Alberto Bianchi. Quest' ultimo ha grandi aspettative: "Il target è 100k" (100mila euro) a partecipante, scrive il 16 maggio.
davide serra matteo renzi maria elena boschi
È LA SERA DEL 22 OTTOBRE. In quel contesto, secondo la Guardia di Finanza, viene siglata un'intesa battezzata dallo stesso Bianchi "Il patto dell'Ora d'aria", dal nome del locale: un incontro segnalato dalla Guardia di Finanza che non porterà tuttavia ad alcuna contestazione di reati. L'informativa segue le tracce delle donazioni di Pertosa e di un successivo emendamento governativo, di cui avrebbero potuto beneficiare le sue società.
alberto bianchi maria elena boschi
"Matteo assicura almeno tre incontri l'anno con noi e voi - scrive Bianchi ai donatori - riservando qualche ora a un brainstorming o a specifici argomenti e ciò a prescindere dai contatti personali che ciascuno di voi avrà (...) Marco e io siamo il terminale delle vostre comunicazioni a Matteo ogni volta che non fosse possibile interloquire direttamente, siamo sempre a vostra disposizione". Pertosa versa a Open 100mila euro, in quattro tranche, fra il 2013 e il 2014.
maria elena boschi e luca lotti 5
Nel successivo biennio i suoi rapporti con il Giglio Magico decollano. È tra gli speaker della Leopolda. Incontra più volte Renzi, diventato presidente del Consiglio. Nel 2016 è tra i partecipanti a un altro pranzo di grandi contributori, all'Harry's Bar di Firenze, a cui sono presenti anche Maria Elena Boschi e Luca Lotti.
Nel 2019 la Finanza perquisisce Pertosa e gli trova un "appunto manoscritto", "relativo a un emendamento della legge di stabilità del 2016". Il pizzino contiene alcuni suggerimenti di modifica della legge, di cui viene auspicata la "cancellazione dell'ultimo periodo". In ballo ci sono le "autorizzazioni di spesa del comparto aerospaziale, settore che rientra nella sfera di operatività delle società di Pertosa": 19 milioni di fondi pubblici nel 2016, 50 nel 2017 e 30 nel 2018.
L'imprenditore vorrebbe far eliminare il riferimento "al regolamento Ue sugli aiuti di Stato", sulla base del fatto che "nelle due cordate selezionate sono presenti aziende straniere". Il biglietto contiene anche un'indicazione precisa dei dirigenti del Mef che seguono la partita, Carmine di Nuzzo e Ilaria Carboni". L'emendamento viene approvato con le modifiche.
NELLE NUOVE CARTE depositate dalla Procura di Firenze nell'ambito dell'inchiesta sul presunto finanziamento illecito di Open emerge anche l'intensa attività di lobbying portata avanti dalla società di costruzione Pizzarotti. Al centro degli accertamenti una donazione da 50mila euro ricevuta da Open nel 2014, spiegata così da Michele Pizzarotti: "Da un giovane uomo del 1975 a un giovane uomo della stessa (speriamo buona) annata per provare a cambiare in meglio questo Paese".
Pizzarotti vorrebbe soprattutto nuova linfa ai cantieri. Dopo il contributo arrivano anche proposte concrete: una lista di una decina di opere pubbliche da "sbloccare", dall'alta velocità alla metro di Roma, in cui Pizzarotti ha spesso interessi. "L'azione maggiormente concludente - annotano gli inquirenti - concerne la Brebemi" e alcuni "atti fondamentali" con cui viene il governo interviene sulla "sostenibilità finanziaria" del consorzio sull'orlo del crac, partecipato in un periodo dalla Pizzarotti.
La Finanza ha acquisito dall'impresa la bozza di un emendamento sull'autostrada Cispadana, depositato poi in fase di conversione dello Sblocca Italia nel 2014. I pm Luca Turco e Antonino Nastasi avevano indagato per corruzione Michele Pizzarotti e Luca Lotti, nei confronti dei quali hanno chiesto l'archiviazione l'8 marzo del 2022.
Dalle carte emergono anche incontri con l'ex ministro Maurizio Lupi e un appunto in cui "si desume che Michele Pizzarotti si sarebbe 'presentato a Giuseppe Conte' a una cena con 60 persone", e " gli avrebbe parlato delle attività della società nella Brescia-Verona e nella Torino-Lione".
beniamino gavio Luigi Scordamaglia