1 - I DEM ORA PUNTANO SUI GOVERNATORI LE IPOTESI SUL FUTURO DI HARRIS
Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
HILLARY CLINTON - KAMALA HARRIS
Autopsia: parola grossa. I conduttori della rete di destra Fox News la usano gioiosamente per descrivere lo stato del partito democratico. Ma anche a sinistra c’è chi ricorre a questo termine per sottolineare la gravità di una sconfitta condita da arretramenti in tutto il Paese, Stati liberal compresi, contro un candidato bollato come impresentabile, inviso al 56% degli americani.
Tanti che hanno scelto un candidato detestato pur di non votare Kamala Harris, perdita di presa sui giovani, emorragia di afroamericani, rivolta dell’elettorato ispanico (al 45% con Donald Trump): sono tante le dimensioni del buco nero nel quale è precipitato il partito della sinistra. Come uscirne ora che è caduta l’illusione di un’evoluzione demografica (più minoranze e più giovani) strutturalmente favorevole ai dem?
il discorso della sconfitta di kamala harris
Servono nuove politiche […] Tra i papabili per il 2028, vari esponenti del «partito dei governatori»: amministratori concreti, pragmatici, magari eletti in Stati che per la Casa Bianca hanno scelto Trump. Di certo Gretchen Whitmer del Michigan conquistato da Trump: non è una radicale di sinistra, è una comunicatrice migliore di Kamala. Papabile già quest’anno se i dem avessero fatto vere primarie.
Gretchen Whitmer E LA COMUNIONE CON UNA PATATINA - 1
Poi Andy Beshear giovane governatore del Kentucky arciconservatore e Josh Stein appena eletto alla guida del North Carolina conquistato da Trump: entrambi bisognosi di tempo per farsi conoscere dagli americani. Appannata la stella di quello della Pennsylvania Josh Shapiro: non scelto come vice dalla Harris e leader di uno Stato che ha ceduto.
Dove brilla, invece, la stella del senatore John Fetterman: difficilmente candidabile per problemi di salute, ma il suo stile — abbigliamento da palestra, retorica tarata sulle attese di giovani e proletari, linguaggio diretto, sincero, fino all’autocritica feroce — possono ispirare un diverso approccio a un partito democratico troppo elitario. In Congresso, poi, potrebbe emergere la figura di Hakeem Jeffries: nero, leader dem alla Camera, se riconfermato (è probabile) sarà in prima linea per contrastare gli eccessi di Trump.
GRETCHEN WHITMER - ANDY BESHEAR - HAKEEM JEFFRIES - JOHN FETTERMAN
E la Harris? Difficile immaginare per lei un ruolo politico, nemmeno da senatore.
Un’ipotesi suggestiva circola a Washington: convincere la giudice Sotomayor, affetta da un diabete piuttosto aggressivo, a lasciare la Corte Suprema e sostituirla con Kamala (o con la giudice Michelle Childs) prima dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca. […]
2 - E NEL FUTURO DI HARRIS SPUNTA LA NOMINA ALLA CORTE SUPREMA
Estratto dell’articolo di Massimo Basile per “la Repubblica”
ultimo comizio di kamala harris prima delle elezioni philadelphia foto lapresse2
Da riformatrice della Corte Suprema a giudice supremo last minute: Kamala Harris potrebbe trovare un finale a sorpresa nella sua parabola politica, dopo la sconfitta alle presidenziali. L’ipotesi è stata sollevata durante un dibattito alla Cnn dall’avvocato e commentatore politico Bakari Sellers, secondo cui i democratici dovrebbero convincere la giudice liberal Sonia Sotomayor, 70 anni e non in buone condizioni di salute, a dimettersi subito per dare modo al presidente degli Stati Uniti Joe Biden di nominare in fretta un successore: Harris appunto.
michelle obama kamala harris 7
[…] Harris potrebbe condurre la sua battaglia sul diritto d’aborto nella sede che quel diritto ha cancellato nel 2022. I dem blinderebbero la vicepresidente da possibili vendette di Trump e […] toglierebbero dal lotto dei candidati per le presidenziali del 2028 una donna non intenzionata a tornare nell’ombra. […] La vicepresidente non avrebbe tutti i titoli per essere scelta: è stata sì procuratore distrettuale a San Francisco e procuratore generale della California, però mai giudice.
jennifer lopez kamala harris las vegas
[…] I tempi tecnici sono stretti ma non impossibili: nel 1975 il giudice John Paul Stevens venne confermato in appena diciannove giorni, dopo la nomina da parte del presidente repubblicano Gerald Ford. Fino al 3 gennaio 2025, giorno in cui si insedierà il nuovo Senato guidato dai conservatori, i dem avranno la maggiornza, 51 a 49, in teoria sufficiente per confermare la nomina a giudice, ma se qualcuno dovesse opporsi? Il posto rischierebbe di restare vacante e Trump avrebbe una chance in più per sostituire un liberal con un conservatore […]
gretchen whitmer 2 Gretchen Whitmer E LA COMUNIONE CON UNA PATATINA - 3