1. IL CORPO "UMANO" DI PANNELLA
Massimiliano Lenzi per “Il Tempo”
Il corpo di Marco Pannella. C'è qualcosa di profondamente cristiano nell'uso, da laico, che Pannella ha fatto per decenni del proprio corpo. Come Cristo (ma senza fare miracoli), come Gandhi, come Giovanni Paolo II, lo ha usato per comunicare un messaggio, per rivendicare libertà, smagrendolo con i digiuni, portandolo nelle piazze, nelle carceri, imbavagliando la bocca quando nelle televisioni dell'Italia democristiana i radicali ed i loro temi non entravano.
Il divorzio, l'aborto, il garantismo, le lotte pannelliane sono state una miriade ma soprattutto un corpo, il suo. Oggi, malato di cancro, con il viavai di politici e di personalità che lo vanno a trovare, si siedono al suo tavolo, quel corpo conduce una nuova battaglia: quella contro il virtuale.
BERLUSCONI GIANNI LETTA PAOLO ROMANI VISITANO MARCO PANNELLA -4
Non è mai stato un selfie Marco Pannella ma sangue e cervello, umano, troppo umano per finire in 150 caratteri su Twitter. Oggi, che persino il Papa è su Instagram, Marco Pannella ci ricorda con il suo corpo che la politica, i diritti, son fatti di carne. Certo, "un sublime, atroce porco, il corpo", come rimava il cantante livornese Piero Ciampi, ma capace di ideali. Soprattutto, di realtà.
2.IL «PATRIMONIO» DI MARCO
Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”
«I nuovi radicali, chi sono, da dove vengono e dove vanno», recitava un libro del 1977 scritto da Massimo Teodori, Piero Ignazi e Angelo Panebianco. A distanza di quasi 40 anni la domanda finale si pone e non ha una risposta semplice. Perché l' essenza radicale è tanto concreta quanto spesso inafferrabile, proprio perché lontana da manicheismi e schemi ideologici.
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E perché negli ultimi anni, ai leader storici - Marco Pannella e Emma Bonino - si è aggiunta, e non di rado contrapposta, una generazione più giovane, con Mario Staderini, Marco Cappato, Filomena Gallo, Valerio Federico e Riccardo Magi, segretario dei Radicali italiani.
Fermo restando che tutti si professano «filo pannelliani», in omaggio a un grande della politica, gravemente malato che in questi giorni sta ricevendo l' omaggio di molti leader, il rischio di una spaccatura, di una «balcanizzazione», è concreto.
walter veltroni e marco pannella
Anche se i radicali ci hanno abituati a continue metamorfosi e improvvise palingenesi. La questione politica si intreccia con quella giuridica. Il partito Radicale, dal '98, è diventato Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito. Ma è finito su un binario morto.
Il segretario è Demba Traoré, avvocato del Mali, esperto di kung fu: nominato ministro, è sparito e non è stato sostituito. Il Prntt non fa un congresso dal 2011 (si dovrebbe tenere ogni due anni).
«Non l' abbiamo fatto perché non abbiamo soldi», spiega il tesoriere Maurizio Turco. Pannella, finora, è stato il «signore della galassia» radicale: dominus, garante e padre nobile (con una tendenza a divorare i figli, come il dio greco Kronos).
La rosa nel pugno, concessa da François Mitterand, fa capo dal 2011 all'«Associazione politica lista Marco Pannella», presieduta da Pannella e composta da Turco, Rita Bernardini, Aurelio Candido e Laura Arconti.
«Torre Argentina servizi» è titolare della sede, «Centro di produzione Spa» di Radio Radicale. Le quote di maggioranza di entrambe sono dell' associazione Pannella. E per statuto è previsto che le decisioni dipendano dal presidente: Pannella, appunto.
Dunque, lo storico leader è a capo di tutto, insieme a un pugno di fedelissimi, tra cui Turco, Bernardini e Matteo Angioli, che ha con lui «un rapporto socratico». Un tempo c' era anche Emma Bonino, ma i rapporti si sono deteriorati: la Bonino ha diradato la sua presenza, Pannella ha riempito il suo canestro di parole poco affettuose.
matteo angioli e marco pannella
La frattura è anche generazionale. I «vecchi» gestiscono la memoria e tengono ad alcune battaglie, come «lo stato di diritto» e il «diritto alla conoscenza», che si vorrebbe codificare all' Onu. Gli altri scalpitano per tornare nell' agone politico, sui temi concreti (eutanasia e cannabis, per esempio). Magi è chiaro: «Il diritto alla conoscenza è importante, ma finora è stato uno slogan».
Si dice che lo stesso Pannella, prima di entrare nella fase più grave della malattia, abbia avallato la possibilità di un cambio di assetto, con un passaggio del simbolo e dei beni, per evitare guerre sull' eredità.
Ma la spaccatura c' è, a sentire Turco: «Magi? Non è neanche iscritto al partito. Oggi si è tenuta la 359esima riunione quotidiana e qui non si è mai parlato di nessun cambiamento di assetto, né di linea politica. Dopo Pannella? Non succederà proprio nulla, c' è una continuità giuridica. Forse ci sarà qualche bacio di Giuda». Venti di guerra.
Eppure, che un cambio di assetto proprietario sia necessario, lo aveva spiegato già nel 2014 il tesoriere Valerio Federico: «Questo assetto ha avuto dei meriti, ma si è sacrificata chiarezza politica e di gestione del patrimonio materiale». I «giovani» di certo non ambiscono ai soldi, ma all' agibilità politica.
I Radicali italiani hanno un bilancio annuale di circa 200 mila euro, senza rimborsi, e lavorano in totale militanza, finanziandosi con gli iscritti (che sono un migliaio). Le uniche fonti di finanziamento dei radicali sono la radio e il 5 per mille dell' Associazione Luca Coscioni. E anche qui, una crepa: lo scorso anno è nato un doppione, per iniziativa di Turco e della Coscioni, l' Istituto Luca Coscioni.
I radicali sono a una svolta anche politica. Bernardini e Turco sono entrati nel comitato del renziano Giachetti, a Roma. I maligni insinuano che sia per due motivi, oltre che per l' appoggio a un ex radicale: per dare un segnale al giovane Magi, che non ha deciso ancora se candidarsi (sono in molti a spingerlo e hanno coniato lo slogan «Datemi Magi o voto Raggi!»).
marco pannella fermato dai commessi
E per aprire un' interlocuzione con Renzi: è pur sempre il governo a rinnovare la concessione della radio. Archiviate le ultime derive a destra, e l' accordo con Berlusconi, i radicali si sono avvicinati al Pd, ma restano critici.
Spiega Magi: «Renzi sta facendo molte delle cose di cui parliamo da anni. Solo che le sta facendo male». Che fare dunque? «Serve una forza radicale sui diritti civili e liberale contro i monopoli. In Spagna ci sta provando Ciudadanos, in Italia tocca a noi».