Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Indiscreto da Le Monde. Abdelaziz al Sager, membro del Gulf Research Center saudita, ha preparato un piano per il futuro di Gaza, uno scenario per cercare di trovare una soluzione diplomatica. Ecco i punti: i principali esponenti di Hamas, come Yahya Sinwar e Mohammed Deif, vanno in esilio in Algeria; nella striscia arriva una forza di pace araba sotto l’egida dell’Onu; è creato un consiglio con la partecipazione delle fazioni palestinesi in vista di un’elezione politica, primo passo per un nuovo establishment.
[…] il progetto ha destato attenzione in quanto il Gulf Center è comunque vicino alle autorità di Riad, quindi è stato interpretato come un modo per testare le reazioni. E infatti, successivamente, al Sager ha diffuso un comunicato per precisare che si è trattata di un’iniziativa personale. Il richiamo all’Algeria non è una sorpresa. Il regime ha una tradizione di supporto a movimenti di liberazione, con una vocazione terzomondista.
Il Paese svolge un ruolo importante in tutta la regione e in passato ha favorito il dialogo tra le diverse componenti della Palestina. Uno degli alti dirigenti del Fatah, Jibril Rajoub, ha in questi giorni sottolineato l’importanza dello Stato nordafricano. Algeri ha mantenuto buoni rapporti con l’Iran, l’altro attore esterno capace di influenzare i gruppi. E, infine, un precedente storico: in passato aveva concesso ospitalità a numerosi personaggi del separatismo basco, compreso Domingo Abasolo, detto Toxim, deceduto nel 1987.