Estratto dell’articolo di Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera”
I segnali di un’offensiva erano stati numerosi negli ultimi tempi. Ora però è il segretario in persona, Antonio Tajani, ad affermare che «l’Autonomia non è un dogma». Una prudenza ribadita durante un confronto in Consiglio dei ministri con Roberto Calderoli, padre della riforma. Sembra proprio quella scossa al governo che Pier Silvio Berlusconi aveva chiesto a Forza Italia di imprimere, parlando di un necessario passaggio «da un partito di resistenza a uno più di sfida».
GIORGIA MELONI - ANTONIO TAJANI - PATRIZIA SCURTI
Dopo le numerose critiche rivolte da una parte degli Azzurri, e in particolare dal governatore calabrese Roberto Occhiuto, al provvedimento bandiera della Lega, Tajani prende una posizione più netta del passato. Serrando i ranghi anche rispetto a una fronda interna — di cui la battaglia in nome del Sud condotta appunto da Occhiuto è un esempio — che potrebbe riprendere vigore dopo le sollecitazioni di Berlusconi al segretario.
ROBERTO CALDEROLI MATTEO SALVINI
«L’Autonomia differenziata — dice il segretario e vicepremier — non è un dogma di fede, è una riforma voluta dalla sinistra nel 2001 e spinta dalla Regione Emilia-Romagna: ora vigiliamo sull’applicazione. Vigilare non vuol dire mettersi di traverso ma fare le cose fatte bene».
Quindi l’apertura alla posizione di Occhiuto: «Comprendo le preoccupazioni delle regioni del Sud, la riforma deve essere a vantaggio di ogni cittadino italiano». Non mette in discussione, il vicepremier, «l’impegno preso da FI» con gli alleati, però chiarisce che non ci sono assegni in bianco: «Serve un’ulteriore riflessione». […] Il segretario insomma, detta un nuovo ritmo a Forza Italia il cui ruolo, dentro il governo, appare più dialettico, di pungolo. Prima della sua, c’erano state le prese di distanza di altri dirigenti e non solo sull’Autonomia. Licia Ronzulli […] ha criticato il decreto sulle liste d’attesa appena convertito: «Una misura tampone, ma insufficiente».
Un fronte aperto è quello del dl Carceri: il compromesso raggiunto dalla maggioranza ha sacrificato ben 7 emendamenti forzisti su 9. La linea che si è affermata è quindi quella securitaria di FdI e Lega che nega anche la semilibertà per chi ha ancora 4 anni da scontare. […] lunedì sarà illustrata l’iniziativa comune di FI con i Radicali per affrontare «la questione penitenziaria». Infine giorni fa fonti forziste hanno sbarrato la strada alla proposta della Lega di aumentare la raccolta pubblicitaria Rai per abbassare il canone: «Non è nel programma». […]