PIETRE SU PITRUZZELLA - IL “FATTO” FA LE PULCI AL NUOVO PRESIDENTE DELL’ANTITRUST: PIAZZATO DA SCHIFANI, È IL SUO AVVOCATO. POI LE MILLE CONSULENZE, DA CUFFARO A LOMBARDO, LA PARTECIPAZIONE NELL’ASSOCIAZIONE DI DESTRA “MAGNA CARTA” DI QUAGLIARIELLO - MA IN SUA DIFESA SI SCHIERANO MOLTI PM, TRA I QUALI SPICCA INGROIA (COMPAGNO DI SCUOLA DALLE ELEMENTARI), IVAN LO BELLO, VINCENZO VISCO, ENZO BIANCO: È UN OTTIMO COSTITUZIONALISTA - VERO, MA ALL’ANTITRUST SERVIVA UN GIURISTA CON COMPETENZE ECONOMICHE…

Condividi questo articolo


1- «PITRUZZELLA È INDIPENDENTE» LA DIFESA DEI PM SICILIANI INGROIA: È STATO MIO LEGALE, PROFESSIONISTA SERIO...
Felice Cavallaro per il "Corriere della Sera"

Giovanni PitruzzellaGiovanni Pitruzzella

Scende in campo il gotha della magistratura, a cominciare da Antonio Ingroia, si schierano tanti protagonisti dell'apparato antimafia e parlano i leader della Sicilia perbene come Ivan Lo Bello, per difendere Giovanni Pitruzzella dagli attacchi di chi si scaglia contro il neopresidente dell'Antitrust. Una lunga catena bipartisan che comprende pure gli ex ministri Enzo Bianco e Vincenzo Visco, il presidente dell'Assemblea regionale Francesco Cascio, con solidarietà in quantità per il costituzionalista succeduto ad Antonio Catricalà, subito preso di mira da Antonio Di Pietro, seguito a ruota dal più determinato opinionista antiberlusconiano, Marco Travaglio, a sua volta spesso indicato con oblique insinuazioni dai giornali vicini ad Arcore come compagno di vacanza di Ingroia.

Ma stavolta il procuratore aggiunto di Palermo fra i due preferisce schierarsi col compagno di scuola, visto che la conoscenza con Pitruzzella risale ai banchi delle elementari, prosegue alle medie e si salda nel corso di laurea in Giurisprudenza.

Giovanni PitruzzellaGiovanni Pitruzzella

Parte così la controffensiva dall'ufficio della Procura dove Ingroia sabato mattina ha ricevuto questo conteso professionista che ha anche assistito il presidente del Senato Renato Schifani proprio per una querela contro Travaglio. No, Ingroia non ci sta e non fa mistero di essere stato difeso pure lui da Pitruzzella quando alcuni magistrati gli contestarono la nomina ad aggiunto: «È stato mio legale davanti alla giustizia amministrativa nei ricorsi contro alcuni miei colleghi. Lo conosco da molti anni, avendone stima come professionista serio e profondo conoscitore del diritto costituzionale e amministrativo».

Tanto da averlo consigliato al procuratore aggiunto di Caltanissetta, Domenico Gozzo, altro tosto pm, anch'egli a difesa del presidente dell'autorità garante della concorrenza e del mercato: «Ho avuto necessità di nominare un legale e per fortuna Antonio Ingroia mi ha consigliato Pitruzzella come uno dei maggiori esperti perché effettivamente sono rimasto ampiamente soddisfatto. Ovvio che lo aspetteremo alla prova dei fatti, ma non è giusto essere prevenuti».

GIOVANNI PITRUZZELLA DA NAPOLITANOGIOVANNI PITRUZZELLA DA NAPOLITANO

È proprio la posizione del procuratore di Messina, Guido Lo Forte, altro palermitano che da trent'anni conosce Pitruzzella: «È uno dei più eminenti costituzionalisti e amministrativisti italiani, apprezzato per le sue qualità oltre che professionali, di rigore e indipendenza, qualità che saprà certamente dimostrare alla prova dei fatti, basta aspettare».

Lusingato dalle manifestazioni di stima, Pitruzzella, che è stato consulente della Regione sin dai tempi del primo governo a partecipazione comunista, quello di Pippo Campione, e ha poi proseguito anche con Totò Cuffaro, il governatore inguaiato per mafia, non tollera di veder ridotta la sua storia professionale quasi fosse frutto di consulenze clientelari: «Leggo perfino d'essere socio del figlio di Schifani...». E qui a smentire le imprecisioni circolate interviene il presidente dell'Ordine degli avvocati di Palermo, Francesco Greco: «Posso categoricamente escludere che tale notizia sia fondata. Per altro, l'avvocato Pitruzzella è titolare di un importante studio legale a Palermo».

Quello di via Morello da dove a volte si sgancia per raggiungere, borsa a tracolla, la vicina palestra dei fratelli Fontana, la stessa frequentata quando sono a Palermo da Angelino Alfano e dal procuratore generale di Caltanissetta Roberto Scarpinato. Frequentazioni doc. E benedizioni influenti. A cominciare da quella di Lo Bello: «Di Giovanni Pitruzzella apprezziamo, come Confindustria, la competenza e il rigore professionale».

GIANFRANCO FINI RENATO SCHIFANI - Copyright PizziGIANFRANCO FINI RENATO SCHIFANI - Copyright Pizzi

Proprio quel che pensa l'ex ministro delle Finanze Visco, lui sì nei panni di «compagno di vacanze»: «Abbiamo entrambi una casa al mare a Pantelleria, ma è stato anche mio legale. È un professore di diritto costituzionale molto stimato. Basti pensare che il suo testo della materia è tra i più adottati nelle università...». Incassa gli elogi sollevato Pitruzzella e li trasforma in una spinta per la volata, già in corsa, lui con la passione della mountain bike.


2- LE NOMINE DI SCHIFINI - UNO PIAZZA IL SUO AVVOCATO ALL'ANTITRUST, L'ALTRO DUE UOMINI NELL'AUTORITÀ DEI LAVORI PUBBLICI
Stefano Feltri per "il Fatto Quotidiano"


Sarà una coincidenza, ma quando tre nomine arrivano in un solo giorno e a deciderle sono in due, il sospetto di una spartizione, o almeno di una compensazione si diffonde. Il giorno è il 18 novembre, il primo dell'era Monti, le nomine sono le seguenti: Giovanni Pitruzzella all'autorità della Concorrenza, l'Antitrust, al posto di Antonio Catricalà diventato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Sergio Gallo e Luciano Berarducci all'autorità che vigila sui "Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture", nome in codice Avcp.

Le nomine per queste authority sono di competenza dei presidenti di Camera e Senato. E infatti i nominati sono uno, Pitruzzella, l'avvocato di fiducia del presidente del Senato Renato Schifani. Gli altri due, Gallo e Berarducci, riconducibili ad ambienti vicini al presidente della Camera Gianfranco Fini. Due contro uno? Evidentemente in queste trattative un presidente vale due commissari.

RAFFAELE LOMBARDORAFFAELE LOMBARDO

Su Pitruzzella sono stati sollevati alcuni dubbi (praticamente ignorati dalla stampa e subito dimenticati dal centrosinistra in nome della nuova coesione nazionale). La prima perplessità è sulle competenze: "Non è detto che all'Antitrust serva per forza un economista. Ma se lei mi avesse chiesto due giorni fa la lista dei primi 20 giuristi italiani adatti per l'authority della concorrenza, il nome di Pitruzzella non l'avrei fatto", dice Michele Polo, prorettore della Bocconi ed economista specializzato proprio in antitrust.

Pitruzzella, oltre che avvocato è un costituzionalista, non certo uno specialista di concorrenza: "Se uno ha bisogno di un cardiologo, non va dall'ortopedico", sintetizza Polo che pochi mesi fa aveva firmato con duecento economisti un appello (inascoltato) al capo dello Stato, a Fini e a Schifani perché il nuovo controllore della concorrenza venisse scelto tra le personalità con "profonde competenze economiche, oltre che giuridiche, necessarie per decidere questioni complesse sul funzionamento dei mercati, ed essere nella posizione di agire in piena e totale indipendenza da qualunque interesse di parte, economico e politico".

Pitruzzella, invece, firmava appelli in difesa della costituzionalità del lodo Alfano (poi dichiarato incostituzionale dalla Consulta) che salvava Silvio Berlusconi dai processi, e il giurista siciliano aderiva anche all'associazione "Viene prima l'articolo 15", contro le intercettazioni telefoniche e difendeva la legge elettorale del Porcellum. Il tutto con l'interfaccia politica del senatore Pdl Gaetano Quagliariello, che presiede la Fondazione Magna Charta nel cui comitato scientifico siede Pitruzzella. Come pure altri due membri dell'attuale Antitrust, Salvatore Rebecchini e Antonio Pilati.

È chiaro che una nomina così connotata come quella di Pitruzzella, nel bilancino della politica può necessitare qualche contropartita. Fini e Schifani, in teoria, ormai stanno su sponde politiche opposte, Fli e Pdl, in tregua provvisoria. E quindi ecco le due nomine in quota del presidente della Camera (che si guarda bene dal dimettersi, pur essendo leader di partito, visti i poteri che riserva lo scranno più alto di Montecitorio).

TOTO CUFFARO - COPYRIGHT PIZZITOTO CUFFARO - COPYRIGHT PIZZI

Sergio Gallo è un magistrato napoletano, stimato da molti. È stato capo di gabinetto del sindaco di Roma Gianni Alemanno per meno di due anni, poi i rapporti tra i due si sono logorati. E non stupisce quindi troppo ritrovarlo ora più affine all'altro polo della destra ex An, non più con Alemanno ma in quota Fini.

In quel periodo nello staff di Gallo, che ha fama di magistrato anti camorra serio, c'era il sindaco di Pignataro Maggiore (Avellino), Giorgio Magliocca, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e arrestato nel marzo 2011. Pasqualino Lombardi, il geometra che creava relazioni nella rete della P3, dal carcere nel 2010 si vantava del fatto che "Sergio è una mia creatura". Gallo ha subito smentito di averlo mai conosciuto e ha annunciato querela. Cercato dal Fatto, Gallo non ha risposto al telefono.

Luciano Berarducci è un manager di lunghissimo corso nel settore delle grandi opere pubbliche. Ha guidato il consorzio Iricav 1 che dal 1991 ha avuto le grandi commesse dell'Alta velocità ferroviaria sulla linea Roma Napoli, consorzio di cui faceva parte Condotte d'Acqua, la società guidata proprio da Berarducci. Un'opera i cui costi sono lievitati ben oltre ogni pessimistica previsione, ma il meccanismo dei general contractor che operano senza appalti ha permesso alle imprese di accollare tutti i nuovi oneri allo Stato.

Antonio IngroiaAntonio Ingroia

Qualcuno potrebbe obiettare che non è il caso di mettere a vigilare sui contratti con i privati uno che viene dal mondo dei vigilati. Ma c'è una spiegazione plausibile: Berarducci siede da sempre nel consiglio dell'Istituto di ricerche sociali Eurispes, dove si incrociano molti ex-An. Dentro ci sono Gianni Alemanno, l'avvocato Donato Bruno, gli ex finiani Silvano Moffa e Renata Polverini.

Nel 2002 Berarducci prese le difese del presidente Giovanni Maria Fara, coinvolto in un'inchiesta per peculato, causa corsi di formazione regionali gestiti dall'istituto in cui i formatori guadagnavano fino a un milione di lire all'ora (ed erano fondi pubblici). Ma questa è una storia vecchia. Oggi Berarducci è all'autorità che vigila sugli appalti pubblici, come Gallo. E Pitruzzella all'Antitrust, che dovrebbe vigilare sui conflitti di interesse, a cominciare da quelli di Berlusconi. Chissà che ne pensa il presidente del Consiglio Mario Monti.

IVANHOE LO BELLOIVANHOE LO BELLO


3- SCHIFANI E L'ANTITRUST DI FAMIGLIA - A VIGILARE SUL CONFLITTO DI INTERESSI DEL CAIMANO ARRIVA IL FIDO PITRUZZELLA
Carlo Tecce per "il Fatto Quotidiano"


L'avvocato Giovanni Pitruzzella, 52 anni di Palermo, è il nuovo presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, meglio conosciuta come Antitrust. È il successore di Antonio Catricalà, andato a Palazzo Chigi come sottosegretario di Mario Monti. L'investitura è ufficiale: scelta, come da regolamento, dei presidenti Renato Schifani (Senato) e Gianfranco Fini (Camera), stretta di mano, ampi sorrisi e fotografie istituzionali al Quirinale. Non male per il governo Monti di larghe intese. L'uomo che dovrebbe tra le altre cose vigilare sul conflitto d'interessi di Silvio Berlusconi e di numerosi emuli italiani è un amico di Schifani al cubo: consigliere, avvocato, socio di famiglia.

CONSULENZE A RAFFICA
Forse il governo Monti crede che per gestire il conflitto d'interessi sia necessario incarnarlo. Per conto di Schifani, offeso per una battuta di Marco Travaglio a Che tempo che fa, Pitruzzella ha chiesto al giornalista un milione e 750 mila euro, ottenendo dal giudice 16 mila euro. L'atto di citazione fu firmato da Pitruzzella e da Giuseppe Pinelli. Pinelli è il figlio di Nunzio Pinelli, che assieme al padre è socio di uno studio legale di rampolli con Roberto Schifani.

MARCO TRAVAGLIOMARCO TRAVAGLIO

Pitruzzella è un concentrato di consulenze perché insegna Diritto costituzionale a Palermo. È consulente giuridico di Raffaele Lombardo, governatore siciliano. Per Lombardo ha curato un parere su nove assunzioni in Regione ricevendo un compenso di 31 mila euro. E per la Regione Sicilia vanta un mucchio di incarichi: presidente in Commissione paritetica, consulente per la riforma dello Statuto speciale, consulente in Commissione bicamerale per le questioni regionali del Parlamento italiano.

Non finisce qui. Fino a pochi giorni fa, Pitruzzella era consulente giuridico anche per il ministero della Salute di Ferruccio Fazio: incarico dal 14 gennaio 2010, 60 mila euro. E soprattutto, in carriera per gradoni, dal settembre 2009 è presidente di garanzia per la Commissione scioperi, ovviamente scelto dalla coppia Schifani-Fini. Prima di diventare presidente, tanto per cominciare, mentre il governo di B. si scioglieva, nel 2006 debuttò nella Commissione scioperi con una nomina last minute accompagnata dalle proteste dei sindacati: "Giudichiamo la scelta del tutto discutibile".

L'ONORE DI CUFFARO
A parte l'amicizia di Schifani, l'avvocato in Cassazione è stato per anni consulente del governatore Salvatore "Totò" Cuffaro, attualmente in carcere per i suoi rapporti con la mafia. Non si limitava a suggerire leggi e riforme, ha anche scritto un libro con Totò che pensava di candidarlo per le provinciali. Pitruzella&Cuffaro hanno dato alle stampe Il coraggio della politica. Mezzogiorno, federalismo e democrazia.

VINCENZO VISCOVINCENZO VISCO

Non è mancato coraggio a Schifani e Fini per indicare Pitruzzella, adorato a destra, apprezzato a sinistra. È stato anche l'avvocato in Sicilia di Vincenzo Visco, temuto ministro delle Finanze di Romano Prodi. Quando la Finanziaria nazionale obbligava i consiglieri palermitani di circoscrizione a ridursi il gettone - da 1.200 euro ai più modesti 500 - l'avvocato Pitruzzella è intervenuto con un mega-esposto per 67 di loro.

Il professore è in costante viaggio fra Palermo e Roma, amici politici di là, amici politici di qua. È socio di Magna Carta, la fondazione del senatore Gaetano Quagliariello (Pdl). Ed è proprio Quagliariello a vincere la corsa ai complimenti&congralutazioni, precedendo di un attimo Enrico La Loggia. Seguono a ruota: Confindustria, Regione Sicilia, Pdl, Api ma anche il Pd.

INDIPENDENZA CERCASI
Soltanto l'ex ministro Paolo Gentiloni si lascia sfuggire un dubbio: "Mi auguro che abbiano fatto la scelta più opportuna anche sotto il profilo dei requisiti necessari per un incarico così rilevante". Siamo sicuri? La legge che istituisce l'Autorità (n. 287 del 1990) prevede che il presidente sia "scelto tra persone di notoria indipendenza che abbiano ricoperto incarichi istituzionali di grande responsabilità e rilievo" . Non parliamo della "notoria indipendenza".

GAETANO QUAGLIARIELLOGAETANO QUAGLIARIELLO

Escluse le consulenze, il curriculum di Pitruzzella è quello che è. Sarà il successore di Francesco Saja, ex presidente della Corte costituzionale; di Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio; Giuseppe Tesauro, ex avvocato generale presso la Corte di giustizia europea. Proprio Tesauro concluse un'indagine sul dominio televisivo di Mediaset, prontamente dimenticata da Catricalà. Chissà se Pitruzzella aprirà quel cassetto.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VENETO DI PASSIONE PER SALVINI – IL “CAPITONE” PROVA AD ALZARE LA CRESTA E USCIRE DALL’ANGOLO: “CHIEDEREMO IL VENETO E IL TERZO MANDATO PER ZAIA”. MA SA BENE CHE IL DESTINO DELLA REGIONE, VERO FORTINO E CASSAFORTE DEL CARROCCIO, È SEGNATO: GIORGIA MELONI VUOLE METTERE LE MANI SUL NORD-EST. E COME DARLE TORTO? FORZA ITALIA CON L'8% GOVERNA PIEMONTE, SICILIA, BASILICATA E CALABRIA. LA LEGA, CON UNA PERCENTUALE SIMILE, HA IN MANO VENETO, LOMBARDIA E FRIULI. PERCHE' LEI, CHE GUIDA IL PARTITO DI MAGGIORANZA RELATIVA, DOVREBBE ACCONTENTARSI DI LAZIO, ABRUZZO E MARCHE? - LO PSICODRAMMA NEL CARROCCIO È INIZIATO DOPO CHE IL MITE LUCA ZAIA È USCITO ALLO SCOPERTO (“SE PERDIAMO QUI VA TUTTO A ROTOLI”). A VENEZIA SI PREPARA LA SCISSIONE, CON UNA “LISTA ZAIA”...

DAGOREPORT - COME MAI TRUMP NON HA FATTO GRAN CASINO SULLA FORNITURA DI ARMI ALL’UCRAINA (MISSILI A LUNGO RAGGIO E MINE ANTI-UOMO) DECISA DAL PRESIDENTE USCENTE JOE BIDEN? SECONDO FONTI AUTOREVOLI DI WASHINGTON, TRA I DUE C’È STATO UN ACCORDO, CHE PERMETTERÀ POI A TRUMP DI NEGOZIARE CON PIÙ FORZA UNA PACE CON PUTIN. COSÌ, DA UNA PARTE, IL TYCOON COL CIUFFO A PENZOLONI SI E' LIMITATO A UN MISERO TWEET. DALL’ALTRA A PUTIN NON CONVIENE DI FARE ORA IL DOTTOR STRANAMORE PER DUE BUONI MOTIVI…