Selvaggia Lucarelli per il “Fatto quotidiano”
Corrado Passera, fino a qualche anno fa, sembrava una personcina sobria. Uscito dal loden di Mario Monti, pareva il signore educato che si alza sul tram per far sedere la donna incinta. Pareva il marito abitudinario che prima di addormentarsi legge Dipiù tv in vestaglia per sapere quando danno Il commissario Rex in replica.
Pareva uno di quei signori metodici che ogni settimana aspettano l' uscita in edicola di "Costruisci il tuo veliero". Poi non si sa come e perché ha sbroccato. O meglio, si sa pure (gli è venuta la fregola, dopo il suo ministero, di continuare a fare politica) solo che ha sempre l' aria di quello che stava in pattine sul terrazzo a innaffiare i gerani quando qualcuno gli ha detto: "Vèstiti che devi salvare il mondo".
All' inizio fu il bavaglio davanti a Montecitorio. Protestava contro la riforma della legge elettorale, ma pareva più ostaggio di un rapinatore nella sua villa a Sabaudia. Nessuno dei suoi collaboratori, delle persone che gli vogliono bene o una zia saggia ha avuto il cuore di dirgli che nel vedere le sue foto conciato così, tutti quelli che negli anni avevano partecipato con lui a consigli di amministrazione e conference call con soci cinesi e americani si stavano rotolando dalle risate.
Poi la geniale idea della candidatura a sindaco di Milano. Qui qualcuno che l' ha consigliato c' è stato. Il problema è che deve avergli detto qualcosa come: "Corrado, visto che devi parlare ai giovani e con quella faccia tu che parli ai giovani è tipo Razzi che parla ad un aborigeno, devi fare una campagna gggiovane".
E fu così che ebbe inizio l' esilarante campagna social di Passera costellata di slogan, foto e video che mi hanno fatto seriamente rivalutare la figura del social media manager di Gasparri. L' esordio è stato profetico: a dicembre Passera annuncia la sua candidatura a sindaco di Milano, fa il suo bel discorso pubblico, qualcuno lo riprende e lui (o il social media manager) pubblica il video sulla sua pagina ufficiale.
Sarebbe tutto molto bello se non fosse che il video era al contrario, quindi nel giro di 5 minuti, da candidato sindaco è diventato candidato zimbello 2015/2016 sul web con Flavia Vento e Mariastella Gelmini. E poi insomma, uno che promette di far andare tutto nel verso giusto a Milano e non riesce neanche a postare un video nel verso giusto, non so a voi, ma a me fa paura.
A quel punto pensavo sarebbe diventato più prudente. Pensavo avrebbe dato una strigliata ai suoi collaboratori. Pensavo avrebbe maneggiato con più prudenza la svolta gggiovane e invece la situazione è andata degenerando. Intanto a partire dagli slogan che sono catalogabili come "criptici", "lapalissiani" o "autentiche minchiate" a seconda dei casi specifici. Partirei con l' ultimo in ordine temporale che recita così: "Tutto libero tranne quello che è vietato!".
Attendiamo il seguito che ad occhio e croce dovrebbe essere "I cani sono belli ma i gatti sono più indipendenti.". Poi si passa a un altro slogan a effetto: "Dalla cultura della procedura a quella del risultato con riconoscimento del merito", che è proprio il classico claim sintetico da manifesto, quello che leggi sfrecciando in macchina. Roba che se vuoi arrivare alla fine della frase e tentare pure di capirne il senso come minimo tamponi il tir davanti. Un altro suo slogan: "Una nuova metropolitana circolare che connetta le linee esistenti".
Certo. Magari sopraelevata come quella di Tokyo così apriamo un bel cantiere che terminerà i lavori quando Passera sarà ancora sindaco. Magari Corradino Passera junior, un suo pronipote nel 2078.
Interessante anche lo slogan: "Incentivare le aziende che creano asili per i propri dipendenti", che messa così pare voglia incentivare le aziende che sfruttano il lavoro minorile. Meraviglioso anche il claim: "Dobbiamo smetterla di darci una pacca sulla spalla pensando che tanto Roma è messa peggio di noi.". Capito milanesi?
Smettetela di darvi pacche sulle spalle esclamando "Tanto a Roma stanno peggio di noi!" quando agli apericena finiscono i wurstel sul bancone. Bella anche la sua foto con claim "Corrado per Milano" con venti scooter parcheggiati sul marciapiede sullo sfondo.
O il video col suo camper sul quale campeggia la scritta "Sicurezza" che fa inversione a U sulle rotaie del tram e in prossimità di un incrocio.
Sandro Gozi Corrado Passera Romano Prodi
E poi, avendo cinque figli, gli piace continuamente autodefinirsi "pentapapà". Siamo passati dai pentastellati ai pentapapà, andiamo bene. Scrive saggiamente un suo commentatore proprio sulla sua pagina:
"Sono abbastanza certo che un miliardo di scimmie che battono a caso su una tastiera non possano comporre Shakespeare, ma dovrebbero bastare per gli slogan elettorali di Passera". Ecco, un appello a chi gli vuole bene: Passera partecipò alla cordata per salvare Alitalia, ora fate una cordata per salvare lui.