Francesco Grignetti per "la Stampa"
Due soltanto sono i punti fermi. Primo, oggi il presidente della commissione Giustizia, il leghista Andrea Ostellari, presenterà una sua riscrittura del ddl Zan sulla base degli emendamenti di Italia viva, Forza Italia e Lega; proporrà di ripartire da lì, per verificare se questa nuova versione (sostanzialmente ha cassato il riferimento all' identità di genere, tanto contestata; cancellata ogni ipotesi di reato d' opinione; e smussato l' obbligo per le scuole, statali o parificate, di organizzare iniziative contro la cultura dell' odio omofobo e transfobo) può avere una più larga maggioranza.
matteo salvini e giorgia meloni
In teoria potrebbe votarlo pure Giorgia Meloni. Da parte del Pd, M5S e Leu però gli verrà risposto che il testo non si tocca e che secondo loro bisogna andare avanti con il ddl Zan come approvato già alla Camera. Secondo punto, concatenato al primo: subito dopo la questione Ostellari, la maggioranza sarà chiamata a votare in Aula il calendario delle prossime sedute, e i partiti di cui sopra insisteranno che il 13 luglio si deve iniziare l' esame del ddl Zan; questo calendario sarà votato anche da Iv, non dalla Lega, e di conseguenza martedì prossimo al Senato si parte. Tutto il resto è puro caos.
Matteo Renzi e i renziani insistono che nel muro contro muro sarà impossibile approvare alcunché. Per questo motivo si sono fatti protagonisti di una mediazione. Ma i toni si sono infiammati. E a sinistra si grida al tradimento. Peggio, alla collusione con Salvini. «Sulla vicenda Zan - replica Renzi - sta accadendo la stessa cosa di sei mesi fa sul Conte-Draghi: i social ci massacrano senza sapere di che cosa stanno parlando.
Chi va ControCorrente (citando il suo libro in uscita, ndr) fa politica e ottiene risultati. A distanza di mesi, ci stanno dando ragione su Draghi. Ma anche su molto altro». E comunque il clima si è fatto pesante. «Sto ricevendo - dice ancora Renzi - insulti, minacce, auguri di morte. Questo in nome della tolleranza. La tolleranza degli intolleranti, per recuperare un concetto di Pasolini. Io ho firmato la legge sulle Unioni Civili, mettendo la fiducia dopo che gli altri avevano solo fatto convegni e progetti a vuoto.
Non prendo lezioni da chi usa i diritti come bandierine, senza ottenere risultati: io i diritti li allargo, davvero. Ma servono le riforme, non i tweet».
Gli «altri» a cui accenna, sono forse Enrico Letta e i dirigenti attuali del Pd? Il rapporto tra i due è tornato ai minimi. Dice Letta, ospite di Concita De Gregorio e David Parenzo su La 7: «Si dice che queste battaglie identitarie non portano consenso? Ma se facessi le cose perché voglio lo 0,2% nei sondaggi del pomeriggio, farei uno sbaglio. Gli italiani daranno un giudizio alla fine, quando si voterà, sulla serietà.
Per esempio, sul fare dell' Italia un Paese completamente europeo quanto al rispetto e tolleranza, che punisce severamente i reati d' odio. Ripeto: il giudizio si vedrà alla fine, e la coerenza sarà molto importante».
Matteo Salvini a questo punto fiuta ormai il successo: «Spero che non si ostinino a andare fino in fondo. Se la legge viene affossata, il signor Letta se ne prende la responsablità». E insiste: «Quello che non va nel ddl Zan - dice il leghista, intervistato a Radio Radio - è la parte ideologica. Che è contestata non solo da Salvini, ma dal Santo Padre, da associazioni di femministe, di gay e lesbiche, da costituzionalisti. Un' ideologia che prevede reati di opinione e carcere per chi ha una certa idea di famiglia, che non pretendo sia quella giusta, ma che deve avere la libertà di confrontarsi con altri».
matteo salvini mateusz morawiecki viktor orban
Ripete invece Letta: «Salvini non vuole questa legge; l' ha sempre detto. Il suo alleato principale in Europa è Orban, e lo stanno sanzionando per i passi indietro su questo tema. Ma la Lega è stata coerente. Non capisco la posizione di Italia viva: alla Camera hanno fatto un lavoro importantissimo, e poi improvvisamente hanno cambiato posizione. Nel momento in cui Renzi si sfila e si copre dietro il problema del voto segreto, io dico: il Pd non chiederà mai il voto segreto».