Estratto dell’articolo di Gabriella Cerami per “la Repubblica”
elisabetta casellati giorgia meloni - foto lapresse
L’etichetta, sia pure non encomiastica, l’hanno trovata gli stessi che stanno preparando il prodotto: mini-porcellum. Il premierato ancora non c’è e non sembra marciare a passi forzati. Anche perché prima bisogna approvare una nuova legge elettorale, necessaria in quanto iper connessa con la riforma cara a Giorgia Meloni. [...]
Il ministro delle Riforme Elisabetta Casellati aveva annunciato che una proposta sarebbe arrivata entro ottobre, ma ad oggi nessun tavolo è stato ufficialmente aperto con le opposizioni. [...] L’ipotesi più accreditata, quella che circola con più insistenza tra i parlamentari, è di un sistema proporzionale che però non può definirsi puro perché i partiti, in questo caso, avrebbero l’obbligo di coalizzarsi e di indicare il candidato premier.
L’obiettivo, e sarebbe questo l’unico punto che trova d’accordo centrodestra e Pd, è approdare al bipolarismo. Come si corre? Con listini corti e bloccati. Un ritorno al passato, dunque, alla legge Calderoli che la Consulta nel 2014 aveva in parte dichiarato incostituzionale. Ad alcuni accorgimenti, per evitare di incorrere nuovamente in una bocciatura qualora questa riforma dovesse davvero prendere forma, starebbero infatti lavorando i referenti dei partiti di maggioranza. Particolarmente attivi quelli di Forza Italia.
Questa idea, negli ultimi giorni, insieme anche ad altre ipotesi meno avvalorate, è arrivata alle orecchie dell’opposizione con il tentativo di sondare il terreno prima di avviare ufficialmente il confronto. «Per adesso solo piccolezze, proposte misere», è il giudizio lapidario che fa capire quando il confronto, con questi presupposti, partirebbe in salita.
Verrebbero poi ridisegnati i collegi che dunque, a loro volta, coprirebbero delle aree più piccole rispetto a quelli attuali previsti del cosiddetto Rosatellum bis. «Niente preferenze, che la Consulta nel 2014 ha dichiarato facoltative, e meno nomi nel listino, ecco la soluzione affinché la nuova legge non sia incostituzionale. Chiamiamolo quindi un mini- porcellum», è la convinzione che circola tra i parlamentari azzurri, che prendono come riferimento il sistema elettorale per le regionali del Lazio e della Lombardia.
«Qui — spiegano — vengono presentate liste concorrenti nelle circoscrizioni, nel nostro caso ci sarebbero, nei vari collegi, listini collegati, singolarmente o in coalizione, e ognuno deve indicare il candidato premier. Nel caso delle Regionali viene invece indicato il candidato presidente. Poi l’attribuzione dei seggi avviene con metodo proporzionale». Resta da decidere se ci sarà o meno un premio di maggioranza, come nel caso delle Regionali. [...]