Carlo Bertini per la Stampa
Un incontro in forma del tutto privata, qualche giorno fa, denso però di significato, quello tra Andrea Orlando e Romano Prodi. Specie alla luce del fatto che un gruppo di esponenti molto legati al professore, guidati dalla sua portavoce, Sandra Zampa, stanno per far uscire un appello a sostenere la candidatura dello sfidante di Matteo Renzi. Appello a cui il professore non apporrà la sua firma perché preferisce rimanere fuori dalla mischia, però piuttosto indicativo.
Con Orlando Prodi ha discusso dello stato del partito e delle ragioni delle divisioni che hanno portato alla scissione. Manifestando tutte le sue ben note preoccupazioni per l' unità del partito Democratico, «l'unica cosa che non avrei mai voluto vedere è che si dividessero», ebbe a dire qualche giorno fa. Da parte del fondatore dell' Ulivo c' è infatti molta curiosità di sentire diverse voci per capire come sono andate davvero le cose dentro il Pd; e per capire che chances vi siano per una sinistra che va incontro a elezioni senza un disegno e un progetto. Almeno allo stato.
A Prodi ha chiesto un incontro anche Emiliano, ma finora il prof. si è visto solo con Orlando: facendo insieme al Guardasigilli, che conosce da tempo, una valutazione sulla situazione complessiva del centrosinistra e i gravi problemi sul tappeto. Certo, chi come Prodi ha sempre professato l' unità del centrosinistra e che ha inaugurato la stagione delle primarie con la sua consacrazione ai gazebo del 2005, di certo apprezza che questa del congresso sia una vera gara.
Così come crede che sia un disegno positivo quello che venne messo a suo tempo in cantiere del Pd. Ovvero di un partito motore del centrosinistra che ha l' ambizione di governare: e che anche in questa fase si candida a governare, raccogliendo attorno a sè un centrosinistra più largo che non vada dalla destra alla sinistra radicale. Nel frattempo, proprio nelle ore in cui si schierano le truppe sul campo, l' arruolamento delle personalità uliviste è un altro tassello della rete orlandiana.
La Zampa, che del Pd è anche vicepresidente, sta infatti preparando un documento di un gruppo ristretto, «veniamo da una tradizione ulivista e siamo molto legati a Prodi». E pure se non hanno adottato la massima coniata da Arturo Parisi «contarsi per contare», non organizzando la corrente in modo militare, certo questa adesione alla mozione Orlando dei prodiani (tra loro c' è anche Carlo Dell' Aringa, che con Prodi ha frequentato l' università), ha un suo valore. E non esclude la lettura di un appoggio indiretto a Orlando da parte dello stesso Prodi. «Ognuno dalla nostra iniziativa trarrà le debite conseguenze, ma il prof. va tenuto fuori da queste mischie». Parola della Zampa.