Valeria Di Corrado per “il Tempo”
Le ministre Federica Guidi e Maria Elena Boschi alla Camera
È finita con un buco nell' acqua l' indagine della Procura di Potenza sul «quartierino romano» accusato di aver messo le mani sul business delle navi e del petrolio. Lo scorso 30 marzo il gip del Tribunale di Roma ha archiviato il fascicolo sul porto di Augusta. Stralciato dal filone principale dell' inchiesta sul sito petrolifero lucano di Tempa Rossa, era passato lo scorso giugno alla Procura di Roma, per competenza territoriale. Poi, il 5 dicembre il pm Roberto Felici aveva chiesto l' archiviazione delle posizioni di tutti gli indagati, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, abuso d' ufficio e traffico di influenze illecite.
Il primo a finire nell' occhio del ciclone giudiziario è stato l' imprenditore Gianluca Gemelli, compagno dell' ex ministro allo Sviluppo economico Federica Guidi. Tanto che quest' ultima, alla fine di marzo 2016, decise di fare un passo indietro, con il beneplacito dell' allora premier Matteo Renzi. Gli investigatori, infatti, avevano messo nero su bianco «le continue richieste avanzate da Gemelli alla propria compagna, in relazione a questioni che attengono la sfera dei suoi rapporti con terzi soggetti, sia di natura personale che commerciale».
federica guidi e gianluca gemelli
Famosa l' intercettazione del 4 novembre 2014 nella quale la Guidi chiama Gemelli e gli dice: «...E poi dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se... è d' accordo anche Maria Elena... quell' emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di notte...! Rimetterlo dentro alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa... ehm... dall' altra parte si muove tutto!». Sentita sul punto dai pm lucani, l' allora ministro Maria Elena Boschi aveva chiarito: «È un' istruttoria che è nella responsabilità dal ministero dei Rapporti con il Parlamento. Per questo forse la Guidi ha citato me».
Per la Procura di Roma, «Gemelli spende con una certa spregiudicatezza, anche millantando, la possibilità di trarre vantaggi dalla sua condizione» di essere il compagno della Guidi, «tuttavia- si legge nella richiesta di archiviazione - non emerge che egli abbia mai richiesto compensi per interagire con esponenti della compagine governativa».
L' altro personaggio illustre travolto dall' inchiesta ora archiviata è l' ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ex capo di Stato maggiore della Marina militare. Nelle intercettazioni si parlava dell' organizzazione di un incontro ufficiale tra lui e il ministro Guidi, per far decollare la legge navale, finanziata grazie a un tesoretto creato dal governo Monti, che in origine sembrava destinato all' Aeronautica militare e che poi invece venne trasferito alla Marina.
«Il senso -spiegano gli investigatori -era quello di ufficializzare ciò che sino a quel momento era avvenuto solo per vie informali, grazie alla mediazione di personaggi (quali appunto Gemelli) che nessun interesse diretto avevano nei confronti di quell' iter legislativo, se non di riflesso. Accontentati infatti i vertici della Marina, avrebbero in cambio ottenuto il trasferimento dell' ammiraglio Roberto Camerini e un occhio di riguardo nell' iter di concessione del pontile consortile di Augusta». Dalle intercettazioni emerge infatti che il pontile è strumentale al progetto dello stoccaggio del petrolio che proviene dalla Basilicata, via Taranto.
Gemelli lo spiega bene ad Alberto Cozzo, commissario straordinario dell' Autorità portuale di Augusta, l' 8 maggio 2015: «...cioè hai capito? Quest' area la rivaluti, ne abbiamo bisogno come il pane». Secondo la ricostruzione dei pm di Potenza, la «cricca», in cambio, era riuscita a far ottenere a Cozzo la proroga dell' incarico, arrivando a chiedere l' intervento di Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria, sul ministro ai Trasporti Graziano Delrio.
Quest' ultimo, però, ha spiegato ai magistrati «di non aver subito alcuna pressione o lusinga». «Pure in questo caso - conclude la richiesta di archiviazione, accolta dal gip- non risulta che Lo Bello abbia ottenuto ovvero richiesto compensi per sollecitare il ministro Delrio a confermare Cozzo».