GLI ESTRATTI DEL DOCUMENTO SU TRUMP E LE PIOGGE DORATE A MOSCA
1.TRUMP: PUTIN, COMMITTENTI 'FAKE' PEGGIO DI PROSTITUTE
(ANSA) - "I committenti delle notizie false" sul presidente eletto americano Donald Trump, "che le fabbricano, le usano nella lotta politica, sono peggio delle prostitute" e "non hanno alcun limite morale": lo ha dichiarato il leader del Cremlino, Vladimir Putin, citato da Interfax. Secondo Putin, "difficilmente si può immaginare" che Trump abbia incontrato "le ragazze con un livello basso di moralità" poiché in Russia si occupava dell'organizzazione di un concorso di bellezza.
2.PUTIN,'FAKE' SU TRUMP RISPECCHIANO DEGRADO ELITE OCCIDENTALI
(ANSA) - "Che metodi del genere vengano usati contro il presidente eletto americano è senza'altro un caso unico, non è mai successa una cosa così: rispecchia un notevole degrado delle elite politiche a Occidente e in particolare negli Usa". Così il presidente russo Vladimir Putin.
Per quanto riguarda il dossier sui presunti dati compromettenti su Trump in mano a Mosca, Putin ha dichiarato che il presidente eletto americano è "una persona adulta" e che "da molti anni si occupava dell'organizzazione di concorsi di bellezza": "Comunicava con le donne più belle del mondo - ha spiegato il leader del Cremlino - e mi è difficile immaginare che sia corso in hotel a vedere le nostre ragazze dalla bassa responsabilità sociale. Anche se sono senz'altro ottime persone".
3.PUTIN,CON TRUMP RAPPORTI RUSSIA-USA SI NORMALIZZERANNO
(ANSA) - Il presidente russo Vladimir Putin si dice sicuro che le relazioni tra la Russia e gli Stati Uniti "si normalizzeranno" e che ciò sarà in sintonia con "gli interessi sia delle nazioni europee sia di quelle americana e russa" e favorirà "lo sviluppo dell'economia mondiale, la stabilità nel mondo e una maggiore sicurezza". Lo riporta l'agenzia Interfax.
4.TRUMP: PUTIN, 'NON LO CONOSCO NÉ HO MOTIVI PER DIFENDERLO'
(ANSA) - Vladimir Putin dice di non conoscere Donald Trump e di non avere quindi "nessun motivo né per attaccarlo né per criticarlo né per difenderlo". Poi bolla come "evidentemente false" le notizie secondo le quali i servizi segreti russi avrebbero spiato il tycoon americano quando si trovava a Mosca e la Russia avrebbe quindi dati compromettenti sul suo conto.
"Io - ha detto Putin durante una conferenza stampa - non conosco il signor Trump, non l'ho mai incontrato, non so cosa farà in ambito internazionale, perciò non ho nessun motivo né per attaccarlo né per criticarlo né per difenderlo in alcun modo. Non ci rivolgeremo neanche al comitato del premio Nobel perché sia insignito del premio Nobel per la Matematica, per la Fisica o per qualsiasi altra materia, non ne ho ragione".
Il leader del Cremlino ha quindi ricordato che quando è arrivato a Mosca, Trump "non era affatto un politico" ma "solo un imprenditore, uno dei ricchi americani": "Possibile - ha proseguito - che qualcuno pensi che da noi i servizi seguano ogni miliardario americano? E' semplicemente un totale delirio".
5.TRUMP: PUTIN, AMMINISTRAZIONE OBAMA PRONTA A 'MAIDAN USA'
(ANSA) - "Mi pare che loro, avendo fatto pratica a Kiev, siano pronti a organizzare un Maidan a Washington soltanto per impedire a Trump di entrare in carica": lo ha dichiarato il leader del Cremlino, Vladimir Putin, puntando il dito contro l'amministrazione Obama. Dopo un incontro a Mosca con il presidente moldavo Igor Dodon, Putin ha accusato l'amministrazione presidenziale americana uscente di voler "legare le mani e i piedi" a Trump e ostacolare "la realizzazione delle proposte da lui fatte in campagna elettorale al popolo americano sia all'interno del paese sia nell'area internazionale".
"Ma immaginatevi - ha proseguito Putin - come si puo' fare qualcosa per migliorare i rapporti russo-americani se vengono lanciate tali bufale come l'intromissione di qualche hacker nel corso della campagna elettorale". Il presidente russo ha poi ribadito la sua posizione sui presunti attacchi degli hacker russi contro il partito democratico: "Gli hacker - ha dichiarato - non hanno composto niente, non hanno inventato niente, chiunque fossero hanno soltanto portato a galla i materiali".
6.WOODWARD CONTRO IL “DOSSIER TRUMP”
Giampaolo Rossi per www.gliocchidellaguerra.it
Bob Woodward è una leggenda del giornalismo americano e internazionale. Fu lui, insieme al suo collega Carl Bernstein, a tirare fuori lo scandalo Watergate che segnò la fine della Presidenza Nixon; era il 1972 e Woodward aveva appena 29 anni.
Quello scandalo segnò il punto di non ritorno della storia del giornalismo d’inchiesta mondiale. Robert Redford lo impersonò in “Tutti gli uomini del Presidente”, il film che vinse quattro premi Oscar, tratto dal best seller che i due giornalisti scrissero nel 1974.
Woodward ha vinto due premi Pulitzer (uno per il Watergate ed un altro per i suoi reportage sull’11 Settembre) e innumerevoli altri premi giornalistici.
Certo, come tutte le carriere grandiose, anche la sua ha avuto degli inciampi: appoggiò la guerra in Iraq di George Bush convinto che le armi chimiche ci fossero veramente, salvo poi pentirsi anni dopo ammettendo l’errore. Ma Woodward rappresenta la storia del giornalismo migliore; e soprattutto lui, a 74 anni, è uno dei massimi esperti di questioni d’intelligence in America.
Bene, parlando del dossier della Cia contro Trump su Fox News, Woodward non ha usato mezzi termini e lo ha definito: “garbage”, cioè “spazzatura”. Poi ha continuato: “Ho vissuto 45 anni in questo mondo dove si ottengono prove e si fanno accuse (…) e questo documento mai avrebbe dovuto essere presentato come parte di un briefing dell’intelligence. Trump ha tutto il diritto di essere arrabbiato per quello che gli stanno facendo”. E ha concluso: “I capi dell’intelligence hanno fatto un errore e quando le persone fanno un errore, io penso che dovrebbero chiedere scusa”.
Immediato il ringraziamento di Donald Trump su Twitter: “Thank you Bob Woodward” ha scritto il neo Presidente; e in un secondo tweet ha aggiunto: “Anche i media dovrebbero scusarsi”.